BULZAMINI, Attilio

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
BULZAMINI, Attilio

Date di esistenza

Luogo di nascita
Imola
Data di nascita
11/11/1890
Luogo di morte
Barcellona
Data di morte
01/06/1938

Attività e/o professione

Qualifica
Ferroviere macchinista
Qualifica
Operaio metalmeccanico

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Imola (BO) l’11 novembre 1890 da Ercole e Agnese Zuffa, ferroviere macchinista poi operaio metalmeccanico. Compie gli studi elementari. Giunto precocemente all’anarchismo, nel dopoguerra si trasferisce a Milano, entrando in contatto con il locale movimento. Nel 1920 è assiduo sostenitore e sottoscrittore di «Umanità nova» e notevole è il suo impegno nel movimento dell’occupazione delle fabbriche, durante il quale è ripetutamente segnalato dalla Questura per la “intensa propaganda rivoluzionaria”. Dopo l’attentato al teatro Diana non fa mancare il suo aiuto agli anarchici incarcerati e riesce addirittura ad avere un colloqio in carcere con Ettore Aguggini, spacciandosi per il fratello. Intimo di E. Malatesta, col quale manterrà contatti epistolari fino alla morte, sarà sua la prima casa nella quale il vecchio anarchico, nel 1922, si reca a pranzo dopo la scarcerazione. Continuamente sottoposto alle persecutorie attenzioni dello stato e del regime che lo sospetta di favorire l’espatrio clandestino dei ricercati, nel 1923 viene licenziato dalle ferrovie per motivi politici e poi brutalmente aggredito dalle squadre fasciste. Fino al 1927 rimane nel capoluogo lombardo, lavorando come operaio alla Breda di Sesto San Giovanni. Nonostante le difficoltà dovute alla semiclandestinità nella quale deve operare, si conserva attivo nel movimento e nel 1927 troviamo l’ultimo segno della sua presenza in Italia, allorché invia a Malatesta un assegno affidatogli dal segretario della Mutua macchinisti e fuochisti ferrovieri Mario Castiglioni. Rimasto nuovamente disoccupato per rappresaglia politica, in ottobre ripara clandestinamente in Svizzera, dapprima a Ginevra poi a Zurigo dove rimarrà fino all’agosto del 1936, lavorando come metalmeccanico. Nel 1928 apprende la morte del fratello Pasquale, ucciso a Viareggio in un conflitto con dei fascisti, per avere espresso il proprio sdegno per l’esecuzione di Della Maggiora.
Anche nell’esilio conduce una vita dura e dolorosa, segnata da difficoltà economiche, dalla salute minata dall’ulcera duodenale e dalle continue minacce di espulsione. Ne troviamo traccia in un’amara ma combattiva lettera inviata ad Elena Melli l’8 gennaio 1933, nella quale scrive: “Mi prospetto la situazione di tanti buoni che lottano con ristrettezze e dolori che saranno sempre sconosciuti. Vedo tanti miei cari in casacca da galeotti, anime e cuori nobili che non hanno esitato tra il sacrificio dell’esistenza e la necessità d’agire, vedo i nostri, le isole, i reclusori, i sanatori, le case ove manca tutto, ed ove la tubercolosi si inocula nella denutrizione quotidiana [...]. Temprati come siamo nella lotta possiamo guardare con sicurezza l’incerto domani. Possiamo lottare e morire!”. In quegli anni, nella Confederazione elvetica, l’industria metallurgica conosce una grave crisi e B. dovrà sopportare lunghi periodi di disoccupazione, appena attenuati dal sostegno che trova in Carolina Bafarra, moglie affettuosa che non gli farà mai mancare la sua amorevole solidarietà. Non ne risentono comunque l’impegno e la dedizione all’ideale anarchico, e infatti, nonostante le difficoltà che attraversa l’anarchismo di lingua italiana, disperso nell’esilio o costretto alla macchia in Italia, l’attività di B. è sempre intensa. Oltre a tenere strette relazioni con gli anarchici svizzeri e con il gruppo de «Il Risveglio» guidato da Luigi Bertoni, e a mantenersi in corrispondenza con Malatesta e Melli, nel novembre del 1933, in rappresentanza degli anarchici italiani in Svizzera, partecipa a una riunione tenutasi a Puteaux (Seine) convocata allo scopo di creare una Federazione anarchica dei profughi italiani. Nel novembre dell’anno successivo è presente all’importante Convegno d’Intesa degli anarchici italiani emigrati in Europa, tenutosi nel sobborgo parigino di Sartrouville.
Allo scoppio della rivoluzione spagnola, nel 1936, è fra i primi ad accorrere in Spagna e in agosto partecipa alla battaglia di Monte Pelato che vede impegnata la Sezione Italiana della Colonna “Ascaso” CNT-FAIb. Su invito di Berneri, nel settembre di quell’anno, entra a far parte del Gruppo di lingua italiana “E. Malatesta” aderente alla FAIb e agli inizi del 1937 il suo nome compare nell’elenco dei componenti il Gruppo “Michele Angiolillo”. Rientrato in Svizzera in novembre per incontrare la moglie e rinnovare il permesso di soggiorno, viene dapprima brutalmente arrestato in casa, nonostante le energiche proteste della moglie per violazione di domicilio, e quindi espulso, perché in quanto combattente aveva violato la neutralità svizzera. Torna quindi a combattere in Spagna ma nel gennaio del 1937 è ricoverato in ospedale a Barcellona per sottoporsi a un’operazione di ulcera. Nel contempo la moglie, espulsa anch’essa dalla Svizzera, ripara in Francia. Dimesso in marzo, rimane al fronte, nonostante la salute malferma, fino al giugno del 1938, a parte una breve parentesi francese nel settembre del 1937, quando si reca in licenza a Marsiglia per ricongiungersi a Carolina. Profondamente debilitato nel fisico, che non aveva mai voluto risparmiare, muore a soli 48 anni, il 1 giugno 1938, nell’ospedale barcellonese Florida, dove era stato ricoverato per la febbre tifoidea contratta al fronte. Dalle colonne de «Il Risveglio anarchico» del 18 giugno ne viene dato l’annuncio al movimento. (M. Ortalli)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, Pasquale Bulzamini; Archivio storico della Federazione Anarchica Italiana – Imola (Bo), Fondo Anarchici Imolesi.

Bibliografia: Bulzamini Attilio, «Almanacco libertario pro vittime politiche», Ginevra 1939; C. Berneri, Epistolario inedito, vol. I, a cura di A. Chessa e P.C. Masini, Pistoia 1980 e Id. Epistolario inedito, vol. II, a cura di P. Feri e L. Di Lembo, Pistoia 1984, ad indicem.

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