Operai e impiegati della FIAT grandi motori
Tipologia Oggetto
Data cronica
- 1945
Tipologia
- Lapide
Indicazioni sul soggetto
- Il contributo degli operai torinesi alla lotta di liberazione e alla Resistenza antifascista fu notevole come testimonia l'elevato numero di perdite tra le maestranze. Fabbriche che hanno fatto la storia della Torino industriale, la Savigliano, la Michelin, la Fiat Ferriere, la Superga, la Elli Zerboni, la Paracchi, la Mazzonis e tantissime altre, grandi, medie e piccole nelle quali nacquero i primi gruppi clandestini antifascisti, vennero organizzati gli scioperi contro la guerra della primavera del 1943 e videro la costituzione di numerose formazioni SAP, Gruppi di difesa della donna e nuclei del Fronte della gioventù.
Iscrizioni
- Trascrizione
- Operai e impiegati della FIAT grandi motori / da cui partì la prima scintilla della rivolta / contro la barbarie tedesco-fascista / hanno scritto col sangue dei loro martiri / e dei loro eroici combattenti / una pagina di gloria imperitura / per la loro FIAT e per la loro Torino / 18-28 aprile 1945.
Mogni Eugenio / Banfo Antonio / Casana Pino / Melis Salvatore / Costanzo Natale / Cumino Alfonso / Defina Eligio / Daziano Giovanni / Daziano Giuseppe / Bosio Amedeo / Moia Walter / Francone Giorgio / Guglielmino Andrea / Loco Francesco Paolo / Morando Maggiorino / Rolfo Felice / Scalegni Federico / Barbero Orazio / Ghio Mario / Barbarossa Giovanni / Beccaria Franco / Ferrario Giuseppe / Simoncini Alfredo / Mairone Antonio / Governato Vincenzo / Lazzaro Nicola / Garbolino Domenico / Ferrero Gioivanni / Arrigoni Virgilio / Rognone Giovanni / Ferrero Regis Mario / Galdolfo Luigi / Erma Luigi / Arduino Giuseppe C. Cicchelli
C. Regio Parco 37
Descrizione fisica
- Lapide di marmo originariamente collocata nello stabilimento FIAT di via Cuneo.
Condizione giuridica
- Comune di Torino
Fonti collegate
- R. Luraghi, Il movimento operaio torinese durante la Resistenza, Torino, Einaudi, 1958;
Antonio Banfo in Enciclopedia dell’antifascismo e della Resistenza, Milano, La Pietra, 1968, Vol. I, p. 234;
E. Banfo, A. Ristori (a cura di), Antonio Banfo. Vita e morte di una voce torinese, Ananke, Torino 1998, p. 79;
E. Banfo, Antonio Banfo. L'operaio con la Bibbia in mano, Torino, Claudiana, 2010;
N. Adduci ... [et al.] (a cura di), Che il silenzio non sia silenzio. Memoria civica dei caduti della Resistenza a Torino, Museo diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà - Istoreto, Torino 2015 , p. 168.
Note
- Figura di spicco dell’antifascismo torinese, nasce a Torino il 23 febbraio 1900. Militante anarchico e libertario, aderisce nel 1921 al Partito comunista d’Italia, di cui diventa immediatamente propagandista. Arrestato per attività sovversiva nel 1931, è condannato a tre anni di reclusione ma è scarcerato nel 1932, in virtù di un’amnistia concessa per celebrare il decennale del regime. Nel 1936 matura la sua conversione religiosa, avvicinandosi alla chiesa evangelica di via Virle, in Barriera di Milano. L’impegno religioso non frena la sua attività clandestina: inquadrato nella 23° Brigata Garibaldi, per la quale mantiene i “rapporti con il CLN regionale”, assume un ruolo di primo piano nel movimento comunista della Fiat Grandi Motori, dove lavora come operaio, dirigendo lo sciopero preinsurrezionale del 18 aprile 1945. La sera stessa, le squadre fasciste lo prelevano dalla sua abitazione di via Scarlatti 4 insieme al genero Salvatore Melis e il giorno successivo i due cadaveri trucidati sono ritrovati in corso Vigevano in prossimità di una piccola bealera. Al suo funerale partecipa “tutta la Barriera di Milano”. A Liberazione avvenuta, la Città di Torino gli dedica una strada in Borgata Monte Bianco e ne ricorda il sacrificio con una lapide in corso Novara 20/b. Alla sua memoria è altresì intitolata una delle più grandi sezioni cittadine del Partito comunista italiano.
Ubicazione: Torino, Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione della guerra, dei Diritti della libertà cortile, Corso Valdocco, 4/A
Link esterni