Biennio nero: la nascita del fascismo pisano

Tipologia Evento
Data cronica
1921 - 1922

Descrizione

Il 28 aprile 1920, su iniziativa di alcuni studenti di estrazione liberale, ex combattenti e militanti di varie estrazioni - ma tutti animati da un forte sentimento "antibolscevico" - e con la partecipazione del delegato del Fascio fiorentino Gennaro Abbatemaggio, viene fondato a Pisa il primo Fascio di combattimento. Segretario politico venne eletto Luigi Malagoli, liberale e membro del Consiglio direttivo della "Dante Alighieri". Alla fine dell'anno, il neo segretario sarà sostituito nella direzione da Bruno Santini - classe 1895, originario di Carrara, studente di giurisprudenza, capitano degli alpini ancora in servizio - che darà nuovo impulso, sia sul piano organizzativo che su quello dell'azione, alla locale sezione del fascio di combattimento.

Il 4 e 14 dicembre 1920, le squadre fasciste capitanate da Bruno Santini, giunte a Pisa da tutta la regione e in particolare da Firenze, impediscono al nuovo Consiglio provinciale di insediarsi. L'organismo provinciale potrà riunirsi per la prima volta solo a gennaio per deliberare la nomina dei propri organi. A fine febbraio 1921, il prefetto emana poi un decreto di sospensione delle attività del Consiglio provinciale, motivandolo con la necessità di preservare l'ordine pubblico.

Successivamente, una spedizione di fascisti pisani e lucchesi devasta il circolo operaio di Ponte a Moriano (Lucca), approfittando del fatto che gli operai sono al lavoro. Questi però, informati del fatto, raggiungono il paese mentre i fascisti fuggono. Uno dei camion che trasporta gli squadristi si ferma per un guasto e viene ben presto raggiunto dagli operai. Nasce un tafferuglio, al termine del quale resta morto sul selciato il fascista pisano Tito Menichetti. Il ferroviere Giuseppe Neri, originario di Castagneto Carducci, considerato il presunto omicidio viene arrestato, sarà poi condannato nel maggio del 1922 a 17 anni e 7 mesi di carcere.

All'inizio di aprile del 1922, esce a Pisa il primo numero del periodico «L'Idea fascista». Il professore universitario Adolfo Zerboglio, ex socialista riformista passato all'interventismo e poi al fascismo, firma l'articolo polemico di spalla Fascisti e anti-fascisti.

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