CARDONE, Marcello
Intestazione di autorità
- Intestazione
- CARDONE, Marcello
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Roma
- Data di nascita
- 27/02/1927
- Luogo di morte
- Roma
- Data di morte
- 06/11/2009
Attività e/o professione
- Qualifica
- Costruttore edile e tipografo
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
Nasce a Roma il 27 febbraio 1927 da Mario e Anna De Pietro, costruttore edile e tipografo. Giovane partecipa alle vicende della Resistenza romana, operando nel quadrante Ostiense-Testaccio-Garbatella dove era attivo il gruppo dei fratelli Scattoni (Ugo e Umberto, quest’ultimo fucilato alle Fosse Ardeatine). Attraverso Ugo conosce le idee anarchiche e la fase di attivismo del movimento anarchico nell’immediato dopoguerra. Nell’estate del 1948, con altri giovani libertari e sempre sotto la guida di Scattoni, partecipa alla fondazione del gruppo anarchico “Roma centro”. È in questo periodo che il giovane C. inizia anche la sua attività di propagandista, l’11 luglio svolge una conferenza dal titolo L’unità operaia e gli anarchici nella sala del gruppo “E. Malatesta”, posta in via Ruggiero di Lauria n. 23, quartiere Trionfale («un», 11 luglio 1948). È tra gli organizzatori del convegno regionale del 12 marzo 1950 che porta alla costituzione dell’Unione anarchica laziale per la quale ricopre, per un breve periodo, l’incarico di membro della Commissione di corrispondenza insieme a Di Cola, Lucchi, Fraschetti e Piovani. Pur partecipando alle attività del Gruppo per un movimento “orientato e federato”, C. inizialmente non aderirà ai gaap, mantenendo una posizione defilata, di “fiancheggiatore critico”, tanto che il Comitato nazionale nella circolare del 16 ottobre 1951 inserisce una nota a suo riguardo che precisa: «Senza scendere ai particolari vogliamo avvertire i compagni che Marcello Cardone (residente a Roma) non fa parte dei gaap e che tutto quanto può andare mettendo in giro sul conto dei nostri gruppi va considerato come poco degno di fede». Tale posizioni di distanza iniziale dai gaap si evince anche dal fatto che Masini non riteneva utile un suo coinvolgimento nell’organizzazione (Lettera di P.C. Masini a A. Vinazza, Cerbaia Val di Pesa 23 settembre 1951), giudizio confermato tre anni dopo dallo stesso Vinazza che scrive della distanza politica di C. dai gaap e dagli anarchici, a cui «non diede mai un’attività di rilievo» (Minuta della lettera di A. Vinazza a G. Zaccaria, Genova-Sestri 18 ottobre 1954). La distanza politica di C. dal movimento libertario in questi anni, si può supporre, è motivata anche dalle sue simpatie politiche verso il movimento di Cucchi e Magnani (Movimento dei lavoratori italiani poi Unione socialista indipendente) svolta che mostra anche in questo caso le incertezze ideologiche che lo caratterizzeranno per tutta la vita (Lettera di U. Scattoni a A. Vinazza, Roma 7 ottobre 1952). C. si riavvicina ai gaap nell’estate del 1955 aderendo al Gruppo “Roma centro” (Lettera di U. Scattoni a A. Vinazza, Roma, luglio 1955; Lettera di A. Vinazza a P.C. Masini, Genova-Sestri, 16 luglio 1955) e partecipando alla riunione locale di preparazione alla Quinta conferenza nazionale (Verbale della riunione del gaap di Roma a firma di U. Scattoni al cn/gaap, Roma 16 ottobre 1955). C. sarà presente poi alla Quinta conferenza (Pisa, 1955) ma la sua posizione politica verso l’organizzazione, dal punto di vista ideologico, è “irrequieta” e “incerta”, situazione che lo porta presto in conflitto con gli altri militanti e gruppi. Alla Sesta conferenza nazionale (Milano, 1956), C. e Angeloni presentano tre mozioni di minoranza: la prima sulla questione sindacale, la seconda sulla denominazione dell’organizzazione e, infine, la terza sui rapporti con le altre minoranze. I due militanti chiedono che i gaap abbandonino qualsiasi collaborazione con la cgil, ritenuta oramai controllata da dirigenti opportunisti, al fine di propagandare la teoria dei consigli richiamandosi alla Carta di Frascati, documento teorico e pratico approvato all’atto di fondazione dell’Unione anarchica laziale, il 12 marzo 1950, nel quale si rifiutava qualsiasi collaborazione con i sindacati. Nella seconda mozione esprimono la propria contrarietà all’uso del termine partito preferendo quella di federazione e anche in questo caso chiedono che l’organizzazione faccia esplicito riferimento alla Carta di Frascati. Infine, con la terza mozione si domanda che l’organizzazione mantenga dei contatti con le altre minoranze solo a fini tattici, escludendo qualsiasi ipotesi fusionista con altri gruppi della sinistra rivoluzionaria. Tutte le mozioni proposte da C. e Angeloni vengono respinte sancendo così una linea di demarcazione che porta i due militanti, seguiti poco dopo anche da Cubeddu, ad accentuare la propria distanza dall’organizzazione. I nodi vengono al pettine tra questi militanti, che nel frattempo costituiscono il Gruppo “Roma centro 2”, e il resto dell’organizzazione tra la fine del 1956 e l’inizio del 1957. C. insieme a Angeloni e Cubeddu partecipano il 13 gennaio a un incontro chiarificatore con il Gruppo “Roma centro” ma la riunione riconferma la frattura. Nell’occasione C., con l’abbandono della riunione, sancisce la propria uscita dall’organizzazione mentre Angeloni e Cubeddu vengono formalmente espulsi per “frazionismo” (Lettera del Gruppo Roma Centro a Angeloni e Cubeddu e p.c. al cn/fcl, Roma 23 gennaio 1957). Con la chiusura dell’esperienza della fcl e l’entrata di gran parte degli aderenti del gruppo “Roma centro” nel Movimento della sinistra comunista, C. si allontana dall’impegno politico di tipo libertario e sembra immergersi nell’attività sindacale, nonostante in passato abbia sempre espresso critiche aspre e fortemente polemiche, in modo particolare verso la cgil. All’inizio degli anni Sessanta si avvicina, non senza contraddizioni e problemi, ai gruppi e agli intellettuali legati al socialismo jugoslavo e avrà poi sporadici contatti con elementi del psiup. Nel settembre 1964 partecipa al convegno nazionale dei filo-maoisti organizzato, a Padova, dai fratelli Bazzanella e da Raimondi. Dopo un arco di quasi vent’anni, periodo nel quale si confermano le sue incertezze politico ideologiche, C. nei primi anni Settanta si riavvicina al movimento libertario e alla fai. Avviata una tipografia in via Nizza, divenuta ben presto un luogo di incontro per studenti e libertari che vi stampano i loro manifesti e volantini, C. non disdegna di intrattenersi con i giovani raccontando le sue vicende e quelle del movimento resistenziale e libertario dell’immediato dopoguerra. In quegli anni C. partecipa alla riattivazione del Gruppo “Roma centro” che, insieme al Gruppo “Lotta proletaria”, è tra i protagonisti delle attività del movimento libertario durante gli anni 1976 e 1977. C. è a Pisa, nel maggio del 1977, e tiene il comizio in occasione dell’anniversario dell’assassinio di Franco Serantini. In quegli anni C., nel frattempo rientrato nella fai con il gruppo “Roma centro”, ha l’incarico della commissione “Mondo del Lavoro”, e lavora alla ricostruzione dell’usi. Da questa iniziativa nasce il primo attivo di base dei lavoratori per l’usi che si tiene a Roma nel 1978, in una città blindata, nel pieno del sequestro di Aldo Moro da parte delle Brigate rosse. La buona partecipazione di militanti provenienti da diverse parti d’Italia a questa prima riunione porta alla convocazione di una seconda assemblea nazionale che si svolge a dicembre a Genova, dove però si manifestano due posizioni contrastanti e inconciliabili. C. è tra coloro che vogliono una formalizzazione immediata dell’usi, mentre altri sostengono la necessità di un processo graduale che coinvolga le istanze di base dei lavoratori. Le tappe successive sanciranno questo progetto di ricostruzione dall’“alto” dell’usi sostenuto da C., prima con il Convegno di Livorno dell’aprile 1979 e poi con la Conferenza organizzativa di Parma fino alla vera e propria rinascita dell’usi al congresso di Ancona del 1983. Nel frattempo C. nel 1979 lascia la fai, insieme a una minoranza di altri militanti, per profondi disaccordi legati alla gestione del “Comitato di difesa”. In questi fine anni Settanta promuove l’edizione del periodico «Il Libertario» (marzo 1978-maggio 1979). Nei due decenni successivi C. si dedica esclusivamente all’usi, seguendone le alterne vicende. Nel 1995 condivide le scelte dell’usi Lazio, quando questa si separa dall’usi-ait, ricoprendo l’incarico di segretario generale fino a che, entrato in contrasto con la dirigenza “scissionista” romana, si allontana anche da questa esperienza. Abbandonato ogni impegno sindacale, anche per la sopravvenuta morte nel 2004 della compagna Lina Gagliardo, mantiene contatti sporadici con alcuni gruppi e personalità del movimento libertario romano e nel frattempo dona il suo archivio e quello della famiglia alla Fondazione repubblicana “Ugo La Malfa”. Muore a Roma il 6 novembre 2009, le sue ceneri sono conservate nel Cimitero monumentale del Verano. (F. Bertolucci)
Luoghi di attività
- Luogo
- Roma
Fonti
- Fonti: Archivio centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Direzione generale di Pubblica sicurezza, Divisione Affari Riservati, Categorie annuali 1957-1960, b. 73, f. 103; Archivio centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Direzione generale di Pubblica sicurezza, Divisione Affari Generali, 1954, b. 18; Archivio A. Cervetto, Savona; Archivio Biblioteca Franco Serantini, Carte GAAP, Comitato nazionale dei GAAP; Fondazione U. La Malfa, Roma, Fondo M. Cardone; Comune di Roma, Anagrafe;
V. Gentili, Intervista a Marcello Cardone, Roma, 2004, https://festivaldistoria.wordpress.com/2012/11/30/gli-anarchici-nella-resistenza-romana.
Bibliografia: A. Cervetto, Opere 23. Carteggio 1948-53, Milano, Lotta comunista, 2018, ad indicem; A. Cervetto, Opere 24. Carteggio 1954-58, Milano, Lotta comunista, 2019, ad indicem; A. Cervetto, Opere 25. Carteggio 1959-65, Milano, Lotta comunista, 2019, ad indicem; Gruppi anarchici d'azione proletaria. Le idee, i militanti, l’organizzazione. Vol. 3. I militanti: le biografie, a cura di F. Bertolucci, Pisa-Milano, BFS-Pantarei, 2019, ad indicem.