SCATTONI, Ugo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
SCATTONI, Ugo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Roma
Data di nascita
20/01/1906
Luogo di morte
Roma
Data di morte
01/05/1976

Attività e/o professione

Qualifica
Operaio

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Roma il 20 gennaio 1906 da Giuseppe e Rosa Nori, operaio. Di S., militante schivo ma appassionato, Cervetto ricorda: «alla Conferenza di Genova-Pontedecimo del 1951 questo compagno aveva quasi il doppio della età degli altri, poco più che ventenni: parlava poco ma quando lo faceva immetteva un senso pratico alla discussione. Consideravo molto ciò che diceva. Con gli anni ci trovammo spesso a lavorare assieme politicamente ed ebbi così l’occasione di conoscerlo meglio e di capire perché avesse attirato spontaneamente la mia stima […]. Mi incuriosiva la [sua] sistematica mezza razione di carne ed un giorno gli chiesi il perché. Mi rispose che quella era la cena. Lavorava metà giornata in una officina arti­gianale per essere libero di fare politica e attività sindacale tutto il resto del tempo. La paga era però dimezzata. Di con­se­guenza lo diventava anche il vitto [...]. Poteva essere il de­gno delegato degli operai rivoluzionari romani. Solo dai compagni venni a sapere che suo fratello era stato fucilato alle Fosse Ardeatine come militante del gruppo “Bandiera Rossa”, gruppo con il quale anche lui aveva combattuto la lotta partigiana». Umberto, fratello di Ugo, piccolo artigiano, venne arrestato dalle ss il 28 gennaio 1944 mentre preparava un’azione contro il covo nazifascista all’albergo Aquila d’Oro, torturato poi, il 24 marzo 1944 dopo l’attentato di via Rasella, venne prelevato dal carcere e fucilato alle Fosse Ardeatine. Dunque, S. nasce in una famiglia di estrazione popolare e di sentimenti antifascisti e da giovane abbraccia gli ideali libertari dando un contributo importante alla ricostruzione del movimento sia durante il periodo resistenziale, sia al termine della guerra. Al Convegno nazionale della fai, del 22 al 24 febbraio 1948, a Canosa di Puglia è il nome nuovo della Federazione Laziale ed a Roma è l’animatore del gruppo di giovani che entrano in relazione con Masini da poco trasferitosi nella Capitale per lavorare nella redazione di «Umanità nova». S, inizia una sincera amicizia e una stretta collaborazione con Masini che sfocia nella formazione di un nuovo gruppo denominato “Roma centro”, a cui aderiscono numerosi giovani. La tattica organizzativa del gruppo insiste molto sull’abbandono delle posizioni politiche definite «attendiste» e isolazioniste di alcuni settori del movimento, al fine di costruire una rete di militanti preparati e motivati, con lo scopo di collegare i militanti sparsi presenti nei borghi laziali con quelli residenti a Roma. S. è instancabile nella sua attività propagandista e di organizzatore ed è presente in qualità di delegato del gruppo “Roma centro”, insieme a Sbriccoli, al Terzo Congresso nazionale della fai (Livorno, 1949). Dopo il congresso S. e il Gruppo “Roma centro”, delusi dalle conclusioni politiche dell’assise livornese, indirizzano una lunga lettera alla redazione della rivista «Volontà» criticando l’editoriale Antipolitica apparso nel numero precedente al congresso. La lettera, che è firmata da S. insieme a Castrichella, Angeloni, Bessi, Masini, Sbriccoli, A. D’Antimi, A. G. Pagliai e E. Faraoni, accusa la redazione di aver voluto in qualche modo condizionare l’esito del congresso con una presa di posizione critica, dal momento che il giornale porta come sottotitolo «rivista del movimento anarchico di lingua italiana», nei confronti di coloro che sono a favore di un impegno politico preciso al fianco dei lavoratori e in forma organizzata (Battute polemiche, 15 giugno 1949, pp. 615-620).

 

È la dichiarazione di una presa di distanza politica che poco tempo dopo porta alla nascita del Comitato interregionale tosco-laziale e poi del bollettino «L’Impulso» (settembre 1949) «notiziario anarchico per il Lazio e la Toscana». S. che firma come gerente responsabile il periodico, dal numero 7/8 del luglio-agosto 1950 fino all’ultimo numero del 25 marzo 1957 condivide l’indirizzo politico del giornale che cerca di rivitalizzare l’anarchismo con l’obiettivo di costruire un’organizzazione nazionale «orientata e fe­derata» capace di migliorare il «livello ideologico dei compagni», rafforzare il «tessuto associativo» dei gruppi e opporsi al «conformismo», che ha preso «possesso del proletariato italiano» rilanciando la lotta di classe (In cammino, «L’Impulso», set. 1949). S. è tra i firmatari assieme a Cervetto, Masini e Sbriccoli del documento Resistenzialismo pia­no di sconfitta, che vuole combattere le posizioni «resistenzialiste» e immobiliste del gruppo redazionale di «Volontà» che, secondo gli estensori del documento, tendono a depotenziare il contenuto rivoluzionario dell’anarchismo. Nella riunione del 14-15 agosto 1950 del Gruppo d’iniziativa per un movimento “orientato e federato”, che si tiene a Firenze, S. è nominato membro del Comitato d’organizzazione e di propaganda per l’Italia centrale. Il Comitato ha il compito di coordinare le attività del gruppo e fare proseliti in previsione della Conferenza nazionale che si terrà nel febbraio dell’anno successivo. S., dunque, partecipa con entusiasmo e convinzione, al collettivo di studio promosso dal Gruppo d’iniziativa nell’estate del 1950 suggerendo alcune letture che denotano il suo interesse per i problemi economici e agrari (Corrispondenze, «Cantiere» bollettino bimestrale del collettivo di studio, ottobre-novembre 1950, p. 5). Tra il marzo 1950 e l’agosto 1953 collabora anche al periodico «Il Libertario», ed è tra i protagonisti e promotori della Conferenza nazionale di Genova-Pontedecimo nella quale nascono i gaap, e a cui partecipa insieme a un gruppo di altri romani tra i quali Carlizza, Di Cola, Maroncelli e Casucci. Durante il dibattito S. interviene al fine di appoggiare la proposta di rafforzare la presenza libertaria dei cds nei sindacati e relaziona sulla questione agraria in Italia. Successivamente partecipa alla costituzione, il 15 maggio 1951, del cds romano che risulta così strutturato: ferrotranvieri (Armando Pagnanelli), marmisti (Massimo Fraschetti), tipografi (Renato Rossetti), metallurgici (Ugo Scattoni). Nell’estate del 1951 sostiene la campagna politica per il “Terzo fronte rivoluzionario”, la prima iniziativa nazionale avviata dalla giovane organizzazione comunista libertaria che tende a raccogliere consensi sulle parole d’ordine «Né con Truman né con Stalin» contro l’imperialismo dilagante. Insieme a una numerosa delegazione romana è presente alla Seconda conferenza nazionale (Firenze, 1952) e nell’occasione viene nominato membro della Commissione d’organizzazione per l’Italia centrale. S. insieme a Del Nista e Carlizza fa parte poi della delegazione dei gaap che si presenta al Quinto Congresso nazionale della fai (Civitavecchia, 1953), chiedendo di poter partecipare in qualità di osservatori. La delegazione però non viene ammessa ai lavori nei quali la fai ribadisce la propria netta distanza dalle scelte politiche dell’organizzazione comunista libertaria, considerate sempre più delle intrusioni «bolsceviche» nel movimento anarchico. S. poi partecipa alla Terza conferenza nazionale (Livorno, 1953) condividendone le scelte strategiche e tattiche, e soprattutto la proposta di apertura al dialogo e alla collaborazione alle altre componenti della sinistra rivoluzionaria. Da questo punto di vista, durante il dibattito S. interviene sottolineando della necessità di «unità ideologica della classe» e relativamente alla questione dell’intervento nel mondo del lavoro, in considerazione della «situazione della classe operaia in Italia», ritiene necessario da parte dei militanti dell’organizzazione la «piena partecipazione alle lotte sindacali, anche se a carattere strettamente vertenziale e normativo», particolarmente in quelle situazioni dove più si manifestano le carenze organizzative dei «dirigenti confederali». Continuando il suo intervento, sostiene la necessità di «fare uno sforzo per suscitare» di­rettamente la «mobilitazione delle masse, per fronteggiare la crescente pressione reazionaria e per educare le masse all’azione diretta» svincolate dalla «burocrazia confederale». Infine, afferma «la necessità di dedicare» una maggiore attenzione «alle lotte del proletariato agricolo particolarmente nel meridione» (I gaap escono rinsaldati e rafforzati dalla terza conferenza nazionale di Livorno, «imp», 15 ottobre 1953, pp. 1-2). Sui rapporti con le altre minoranze rivoluzionarie dopo l’incontro del 18 ottobre della Sinistra operaia a Milano, che ha raccolto oltre ai rappresentanti dei gaap alcuni esponenti della corrente bordighista che fa capo a Damen e altri militanti, S. esprime delle perplessità in quanto – pur non escludendo a priori un confronto e anche eventuali col­laborazioni su iniziative singole – «diffida profondamente delle posizioni teoriche sostenute» da Damen e dal pcint considerandoli di «stretta osservanza “bolscevica”» (Lettera di U. Scattoni al cn/gaap, Roma 24 ottobre 1953). Questa posizione critica non gli impedisce di partecipare al secondo incontro della Sinistra operaia, che si tiene a fine anno a Foggia e dove è presente anche Carlizza, altro rappresentante dei gaap, inviando le sue impressioni critiche sul convegno (Lettera di U. Scattoni a P.C. Masini, Roma 29 dicembre 1953).

 

Diffusore de «L’Impulso», animatore di incontri e propagandista instancabile, alla Quarta conferenza nazionale (Bologna, 1954) S. svolge una relazione sulle lotte contadine e la situazione del mondo agricolo dell’ultimo biennio (Sulle lotte operaie e contadine ‒ Appunti del compagno relatore ‒, «imp», 15 novembre 1954, p. 2). La necessità per i comunisti libertari di impegnarsi a fondo nel movimento operaio è una priorità irrinunciabile per S. e per rendersene conto basta sfogliare le sue numerose corrispondenze sul mondo del lavoro pubblicate da «L’Impulso» (ad es.: Notiziario metallurgico, 15 gennaio 1955, p. 4). Anche alla Quinta conferenza nazionale (Pisa, 1955) S. interviene più volte sia su questioni interne che sull’attività sindacale. Al termine dell’assise pisana S. è nominato membro del Comitato nazionale. In quei mesi a cavallo tra il 1955 e il 1956 S. è particolarmente impegnato nel campo sindacale, come ad esempio al Congresso provinciale della fiom di Roma (8-11 gennaio 1956). Con soddisfazione S. segnala, al cn/gaap, che il segretario Pizzorno, nella sua replica finale in chiusura del congresso, ha dovuto tener conto del suo intervento e delle critiche mosse anche da altri militanti verso la direzione del sindacato in relazione ad alcune vertenze, come quella degli edili, mal gestite dai vertici, sostenendo che il «sindacato deve essere un’organizzazione di classe», pur sottolineando la scelta di sostenere la «politica produttivistica» voluta dai vertici nazionali. Il risultato finale di questo lavoro di S. è la sua nomina nella «commissione per la mozione finale» del congresso e l’elezione a membro del Comitato direttivo e delegato al «congresso nazionale di Genova e Camerale di Roma» (Lettera di U. Scattoni a cn/gaap, Roma 15 gennaio 1956). S., infatti, parteciperà insieme ad altri gaapisti al Congresso nazionale della fiom (Genova 1-5 febbraio 1956) su dieci delegati libertari ben otto rappresentano i gaap – e con Parodi interverrà più volte durante il dibattito. Al termine del Congresso S. e Gervasio – non aderente ai gaap – verranno eletti membri del Comitato centrale dell’organizzazione sindacale nazionale (Minuta della lettera di A. Vinazza a U. Bistoni, Genova Sestri 15 febbraio 1956). L’attività frenetica di S. non sfugge alle autorità che nella primavera lo fermano per un interrogatorio e con una scusa “burocratica” lo denunciano insieme a un altro militante dell’organizzazione, Libertino Padellaro, per non aver indicato sul giornale il proprietario dell’«Im­presa giornalistica» e per vilipendio al go­verno. L’articolo incriminato è quello di Libertino Padellaro, contro il governo Segni in occasione dei fatti di Venosa nei quali era rimasto ucciso il bracciante Rocco Girasole, pubblicato dal giornale dell’organizzazione (Nel Sud il piombo è la risposta al diritto di essere sfruttati, 31 gennaio 1956). Viene così istruito un processo, celebrato alla Corte d’Assise di Genova il 28 giugno 1956, alla fine del quale entrambi gli imputati, in base al Codice “penale fascista” Rocco, sono condannati a quattro mesi di reclusione con i benefici di legge. La condanna però non ferma S. che continua nella sua indefessa attività, tanto che nei mesi seguenti è tra i protagonisti della vita e del dibattito interno. È presente come delegato alla Sesta conferenza nazionale (Milano, 1956) nella quale interviene con una relazione sulle «linee di lavoro politico verso la base comunista in rapporto allo sviluppo della crisi, dal xx Congresso del pcus all’viii Congresso del pci» e sulla necessità di «portare avanti l’istanza della integrazione organica delle minoranze rivoluzionarie, previa ricerca di una comune piattaforma ideologica e tattica» (I deliberati della nostra vi Conferenza nazionale, «imp», 25 ottobre 1956). Al termine dei lavori della Conferenza S. è eletto nuovamente nel Comitato nazionale. Durante la Conferenza nazionale S. si contrappone alle tesi sostenute da Cardone e Angeloni che, nell’occasione, presentano alcune mozioni di minoranza, documenti respinti dal congresso. Cardone e Angeloni, una volta rientrati a Roma, daranno vita con Cubeddu al Gruppo “Roma 2”, accentuando le polemiche tra i militanti romani. Nelle settimane successive i contrasti tra i due gruppi si manterranno inalterati e anche una riunione convocata il 13 gennaio 1957 per un chiarimento non porterà a una soluzione del conflitto. Nell’occasione Cardone abbandonerà l’organizzazione, mentre Angeloni con Cubeddu verranno formalmente espulsi per “frazionismo”. S. firmerà la lettera di espulsione insieme a Carlizza, Bessi, Borgese e Saurini (Lettera del Gruppo Roma Centro a Angeloni e Cubeddu e p.c. al cn/fcl, Roma 23 gennaio 1957). In questi mesi S. condivide la scelta della fcl di stretta collaborazione con i gac e alla Settima conferenza nazionale (Genova, 1957) approva la mozione conclusiva nella quale si decide la confluenza dell’organizzazione insieme ai gruppi suddetti nel nuovo msc. Durante la conferenza interviene, pure a nome del Gruppo “Roma centro”, per criticare l’attivismo alla “garibaldina” dei militanti di Azione comunista e proponendo che la nuova organizzazione assuma il nome di Partito comunista libertario o Federazione comunista rivoluzionaria. Nella conferenza S. è nominato membro della commissione per la cura dei dettagli pratici della confluenza dei militanti della fcl nel movimento unificato. In questo periodo mantiene il suo impegno sindacale, non più come esponente dei cds ma rappresentante del msc nel Comitato centrale della fiom nazionale e nel Comitato direttivo della fiom provinciale di Roma. Sarà presente sia al Primo convegno nazionale del msc (Livorno, 1957), sia a quello interregionale tenutosi a Genova il 5 ottobre 1958, voluto in particolare dal Gruppo “Roma centro” al fine di “censurare” le attività del Centro nazionale di Milano (Seniga-Masini). S. sottoscrive la risoluzione finale del convegno nella quale si accusano Seniga e Masini di aver dato un indirizzo “opportunistico” al Centro nazionale e concesso l’appoggio «a certe correnti e gruppi autonomisti e revisionisti operanti nel psi nella prospettiva dell’unificazione socialista». La rottura con Masini è per S. anche la rottura di un’amicizia, i rapporti tra i due militanti verranno però riallacciati più tardi. Dopo il 1959 S. allenta la sua partecipazione alla vita del msc di cui segue l’evolversi e soprattutto il delinearsi di due correnti distinte, una nettamente su posizioni neo-leniniste guidata da Cervetto e Parodi e l’altra su posizioni filo-maoiste sostenute da Raimondi e dai fratelli Bazzanella.


Nel 1964 S. aderisce, come altri ex militanti dei gaap, al Convegno dei filo-maoisti promosso da Raimondi e dai fratelli Bazzanella, che si tiene a Padova nel settembre ma poi non seguirà tale corrente che, dopo la nascita di Lotta comunista, darà vita nel 1966 alla Federazione marxista-leninista d’Italia. S. si riavvicina al movimento libertario nel gennaio del 1970 quando insieme a Bessi, Carlizza e Saurini firma una lettera di risposta a una circolare della fai. In questa circolare Marzocchi a nome della cdc della fai, con un resoconto delle attività svolte dalla cdc in occasione della strage di Piazza Fontana e della tragica morte di Giuseppe Pinelli, si appellava ai compagni affinché si stringessero in difesa del movimento libertario. Insieme ai reduci del Gruppo “Roma centro” S. risponde positivamente dichiarando la propria disponibilità a una ripresa di contatti politici sostenendo che la risposta contro la crisi del movimento va concepita con «misure concrete» al fine di un effettivo rilancio politico organizzativo. Nel frattempo S. segue con attenzione le ricerche e le pubblicazioni di Masini, che stima dal punto di vista storico, tanto che nel 1971 il suo nome appare tra i soci della Biblioteca M. Nettlau, fondata dal vecchio amico nel 1969. S., in questi primi anni Settanta segue l’evolversi della situazione politica nazionale e del movimento libertario, ma a causa dell’età deve allentare gli impegni. Colpito da un male incurabile muore a Roma il 1° maggio 1976. (F. Bertolucci).

Fonti

Fonti: Archivio centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Direzione generale di Pubblica sicurezza, Divisione Affari Riservati, Categorie annuali, 1957-1960, b. 73, f. 103; Archivio centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Direzione generale di Pubblica sicurezza, Divisione Affari Generali, 1954, b. 18; Archivio A. Cervetto, Savona; Archivio Biblioteca Franco Serantini, Carte GAAP, Comitato nazionale dei GAAP; Archivio privato L. Carlizza, Roma; Comune di Roma, Anagrafe; Ugo Scattoni, «un», 8 mag. 1976; Un nostro lutto, «Lotta comunista», maggio 1976; «Biblioteca Max Nettlau», bollettino, giugno 1971, p. 4.

Bibliografia:
Federazione Anarchica Italiana, Congressi e convegni (1944-1962), a cura di U. Fedeli, Genova, Libreria della FAI, 1963, pp. 110, 123; L. Pisani, Ugo Scattoni, in Dizionario biografico degli anarchici italiani, 2 tomi, Pisa, BFS, 2003-2004, t. 2, p. 512-13; Pier Carlo Masini: impegno civile e ricerca storica tra anarchismo, socialismo e democrazia, a cura di F. Bertolucci e G. Mangini, Pisa, BFS, 2008, pp. 30-46; G. La Barbera, Lotta comunista: il gruppo originario 1943-1952, Milano, Lotta comunista, 2012, ad indicem; P. Grella, Appunti per la storia del movimento anarchico romano dalle origini al 1946, Roma, [s.n.], 2012, p. 322; P. Iuso, Gli anarchici nell’età repubblicana: dalla Resistenza agli anni della Contestazione 1943-1968, Pisa, BFS, 2014, ad indicem; G. La Barbera, Lotta comunista: verso il partito strategia 1953-1965, Milano, Lotta comunista, 2015, ad indicem; G. La Barbera, Lotta comunista: il modello bolscevico 1965-1995, Milano, Lotta comunista, 2017, ad indicem; A. Cervetto, Opere 23. Carteggio 1948-53, Milano, Lotta comunista, 2018, ad indicem; A. Cervetto, Opere 24. Carteggio 1954-58, Milano, Lotta comunista, 2019, ad indicem; A. Cervetto, Opere 25. Carteggio 1959-65, Milano, Lotta comunista, 2019, ad indicem.

Persona

Iconografica

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