SALETTA, Cesare
Intestazione di autorità
- Intestazione
- SALETTA, Cesare
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Bologna
- Data di nascita
- 07/09/1936
- Luogo di morte
- Savigno (Bo)
- Data di morte
- 18/04/2017
Attività e/o professione
- Qualifica
- Libraio
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
Nasce a Bologna il 7 settembre 1936 da Pietro e Ida Fabbroni, studente poi libraio. Si avvicina alla politica e all’anarchismo a metà degli anni Cinquanta, frequentando gli ambienti mazziniani e della fai locale. Tramite Augusto Beltrami e Aldo Venturini, dopo uno scambio epistolare, incontra Masini, il quale ha un’ottima impressione delle capacità intellettuali e dell’entusiasmo del giovane studente. S., dopo quell’incontro, inizia a collaborare con i gaap di Bologna e in breve tempo, settembre 1955, aderisce ufficialmente all’organizzazione. Masini lo sprona a coltivare gli studi classici e a formarsi una solida cultura politica. S. partecipa alla Quinta conferenza nazionale (Pisa, 1955) poi, poco tempo dopo l’incontro pisano, con Matteuzzi e Maccaferri dà vita al nucleo locale dei gaap (Minuta della lettera di P.C. Masini a C. Saletta, Livorno, 15 novembre 1955). La sua collaborazione avviene soprattutto in appoggio a Masini nella gestione della segreteria dell’icl. Collabora a «L’Impulso» e a «L’Agitazione» il bollettino interno dei gaap. È presente alla Sesta conferenza nazionale (Milano, 1956) intervenendo attivamente nel dibattito per spingere verso una maggiore adesione dell’organizzazione alle idee del marxismo. In quest’ottica S. sostiene un dibattito con Masini relativamente alla questione della «dittatura del proletariato», che in fase di dibattito pre-congressuale aveva avuto l’assenso anche di Cervetto. A tale proposito S. pubblica su «L’Agitazione», bollettino interno dell’organizzazione, un intervento dal titolo Comunismo libertario e marxismo approvando le tesi di Marx sulla questione della dittatura. Masini gli risponde con una circolare dal titolo Sulla dittatura del proletariato, nella quale ritiene un errore l’accettazione della formula della «dittatura del proletariato» e il riferimento globale e simbolico al marxismo. Ormai la divaricazione dalle primitive elaborazioni comuniste libertarie e la scelta di abbracciare il marxismo-leninismo in S. è un dato acquisito e dichiarato (Lettera di C. Saletta a P.C. Masini, Bologna, 12 marzo 1957). S. resta nell’organizzazione approvando con riserve la scelta della fcl di stretta collaborazione con i gac e alla Settima conferenza nazionale (Genova, 1957) sottoscrive la mozione conclusiva nella quale si decide la fusione dell’organizzazione insieme ai suddetti gruppi con la costituzione del msc. Successivamente, nell’agosto 1958, S. annuncia a Masini il suo abbandono del msc con l’adesione al pcint-pro (Lettera di S. a P.C. Masini, Bologna 28 agosto 1958). Entrato a lavorare presso l’editore Arnaldo Forni, mantiene rapporti culturali e di interesse storico/bibliografico con Masini dal quale però, come visto, si discosta totalmente dal punto di vista politico. S. esce dall’organizzazione bordighista all’inizio degli anni Settanta non condividendone più la linea politica soprattutto sulla questione sindacale. Successivamente fa parte del gruppo composto da fuoriusciti dal partito che, in dissenso con esso ma sempre legati alle posizioni della Sinistra comunista, non aderisce ad alcuna altra organizzazione della estrema sinistra, e pubblica il bollettino «L’Internazionalista», poi «Quaderni de l’internazionalista». Il bollettino, curato dal Gruppo comunista internazionalista autonomo, uscirà con periodicità irregolare, a Milano, dal 1973 fino al 1991. A cavallo degli anni Sessanta e Settanta S. gestisce una libreria d’antiquariato a Bologna e inizia a maturare una concezione critica sulla storia del Secondo conflitto mondiale e dell’olocausto, che poi esprimerà in alcune pubblicazioni negli anni Ottanta e Novanta e che diversi autorevoli studiosi includono nella categoria «antistorica» e «antiscientifica» delle tesi del negazionismo. Va precisato che queste posizioni nell’ambito del panorama della sinistra di classe e rivoluzionaria rimangono fortemente minoritarie ed emarginate e non trovano spazio e credibilità. Per S., che sostanzialmente rimane per sua scelta, comunque, in questi anni ai margini della realtà dei movimenti rivoluzionari italiani, c’è una diretta connessione fra una questione storica e una questione politica relativa alla Shoah. Quest’ultima ruota attorno al ruolo che gli ebrei giocano nella civiltà capitalista. Scrive S.: «Sarebbe somma ipocrisia fingere di non vedere che, nella forma storica assunta dal capitalismo nel mondo euroamericano, questa porzione della élite [gli ebrei], integrata come forse nessun’altra nell’economia e al tempo stesso auto-segregata socialmente in base ad un criterio di specificità culturale, ha acquisito un peso che non ammette sottovalutazioni: uno dei frutti avvelenati di cui ci gratifica il capitalismo sinistramente sopravvissuto alla fase storica nella quale il proletariato sembra avviato a distruggerlo a breve o a medio termine è il riproporsi di una questione ebraica». S. contesta le interpretazioni della storia dell’olocausto considerandole figlie soprattutto delle ideologie che hanno vinto, che vogliono giustificare la posizione degli imperialismi occidentali (usa e Inghilterra) e orientali (urss) nella condotta della guerra. S., inoltre, afferma che il sionismo è la trionfante «soluzione reazionaria della questione ebraica», alla quale bisogna rispondere, per essere dei coerenti marxisti, con una scelta di verità, dato per assunto che ci sia un importante «ruolo della menzogna nell’ordine sociale borghese». Muore a Savigno (bo) il 18 aprile 2017. (F. Bertolucci).
Fonti
Fonti: Archivio centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Direzione generale di Pubblica sicurezza, Divisione Affari Riservati, Categorie annuali, 1957-1960, b. 73, f. 103; Archivio A. Cervetto, Savona; Archivio Biblioteca Franco Serantini, Carte GAAP, Comitato nazionale dei GAAP; Comune di Bologna, Anagrafe.
Bibliografia: scritti di S: Comunismo libertario e marxismo, «L’Agitazione», n. 8, novembre 1956; L’onestà polemica del signor Vidal-Naquet: a proposito dell’edizione italiana di un suo libro, [s. l.], per conto dell’A., 1985 (Sala Bolognese, A. Forni); Una messa a punto del signor Vidal-Naquet e un’ulteriore messa a punto su di lui, [Sala Bolognese, A. Forni], 1987; La repressione legale del revisionismo olocausto e l’emergere di una questione ebraica, Genova, Graphos, 1997; Sull’anonimato nello scrivere di storia e sul centralismo organico, Bologna, [s.n.], [2011?].
Scritti su S.: G. Cerrito, Il ruolo dell’organizzazione anarchica, Pistoia, RL, 1973, pp. 161-164; P. Iuso, Gli anarchici nell’età repubblicana: dalla Resistenza agli anni della Contestazione 1943-1968, Pisa, BFS, 2014, pp. 142-143; S. Saggioro, In attesa della grande crisi: storia del Partito Comunista Internazionale, Milano, Colibrì, 2014, ad indicem; D. Erba con la collaborazione di P. Bourrinet, P. Casciola, A. Pellegatta, Sovversivi: incontri e scontri sotto la falce e il martello, Milano, All’insegna del gatto rosso, 2015, p. 258; A. Cervetto, Opere 24. Carteggio 1954-58, Milano, Lotta comunista, 2019, ad indicem; A. Cervetto, Opere 25. Carteggio 1959-65, Milano, Lotta comunista, 2019, ad indicem.