MARTORANA, Agostino
Intestazione di autorità
- Intestazione
- MARTORANA, Agostino
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Bagheria (Pa)
- Data di nascita
- 13/06/1923
- Luogo di morte
- Santa Flavia (Pa)
- Data di morte
- 06/12/2017
Attività e/o professione
- Qualifica
- Insegnante
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
Nasce a Bagheria (pa) il 13 giugno 1923, insegnante. Studia materie umanistiche all’Università di Palermo laureandosi con una tesi di archeologia relativa al sito di Solunto. Nell’ambiente antifascista di Bagheria matura le sue scelte politiche e il 22 luglio 1943 partecipa all’insurrezione spontanea popolare, contro la guerra, il regime fascista e per la pace, che coinvolge l’intero paese. Avvicinatosi al movimento libertario interviene al primo convegno anarchico siciliano del dopoguerra (Palermo 3 settembre 1944). M. insieme ad altri studenti forma il gruppo “Pietro Gori” di Bagheria che promuove varie iniziative di propaganda sul territorio e aderisce alla Federazione anarchica palermitana, partecipando poi al congresso costitutivo della Federazione anarchica siciliana aderente alla fai (Palermo, 2 marzo 1947). M. e il suo gruppo nel giugno 1949 saranno tra i protagonisti delle manifestazioni popolari contro il carovita che interessano il territorio di Bagheria, tanto che il giovane studente viene arrestato la sera del 25 giugno insieme a Mimmo Rago, segretario della cdl locale. Denunciato, verrà processato dal Tribunale di Palermo che lo condannerà, nel novembre successivo, a 16 mesi di reclusione e 2.000 lire di spese giudiziarie con la sospensione condizionale della pena. M. incorrerà di nuovo nelle maglie della giustizia un anno dopo, venendo condannato a pagare una multa “salata” per diffusione di stampa senza autorizzazione. Tra il 1950 e il 1951 è tra i promotori della pubblicazione di due numeri unici «La Rivolta umana» (5 ottobre 1950) e «La Lotta umana» (5 febbraio 1951). Proprio l’uscita di quest’ultimo numero unico provoca una polemica astiosa tra M. e Nino Napolitano, esponente di lunga data dell’anarchismo siciliano di stretta osservanza “schicchiana” e antiorganizzatore. M. desidera un “anarchismo più concreto”, una stampa libertaria più “moderna” e di “lotta” ed espone le sue idee nell’articolo Sul periodico della Sicilia («un», 11 marzo 1951). Posizioni che successivamente rielabora in una serie di lettere nelle quali affronta la “crisi dell’anarchismo” che ritiene causata da quella parte del movimento libertario più «tradizionale», «antiorganizzatore, individualistico» e «caotico» (Lettera di A. Martorana a P.C. Masini, Bagheria 24 aprile 1951). Questa presa di distanza da una delle correnti dell’anarchismo “generico” combattute dai gaap, vengono immediatamente recepite da Masini che invita Tinè e il cn/gaap a seguire da vicino tale vicenda nella quale si intravede una possibilità di ripresa dell’anarchismo siciliano. M., che è in rapporti con il militante dei gaap Tinè (ad es. la Lettera di A. Martorana a S. Tinè, Bagheria 28 marzo 1951), inizia una corrispondenza con gli esponenti dell’organizzazione comunista libertaria che durerà fino alla metà degli anni Cinquanta. Nel giugno del 1950, come lui stesso ricorda, M. ha conosciuto Masini: «fece un giro accurato in Sicilia. Pier Carlo parlò sul tema: “Una reazione armata, una opposizione disarmata; oltre l’una e l’altra”. Era la domenica del 4 giugno 1950». M., inoltre, scrive: «Il gruppo “P.G.” di Bagheria trovò una consonanza ideale con le proposte di P.C. Masini e con le tesi programmatiche dei “Gruppi anarchici d’Azione Proletaria” come poi vennero riformulate a Genova-Pontedecimo nel febbraio 1951, “Sulla liquidazione dello stato come apparato di classe”. Così cominciammo a leggere e diffondere “L’Impulso”, l’organo dei gaap» (Lettera di A. Martorana a N. Musarra, 8 luglio 2002, in «Sicilia libertaria», aprile 2019, p. 7). Continua poi M. nella sua testimonianza: «Questa se pur non formale adesione ai gaap, insieme con il siracusano Sante Tinè, ci fruttò l’“anatema” dei vecchi patriarchi, gelosi custodi del “verbo” anarchico, come il buon Gigi Damiani». Ai primi di luglio del 1951 Tinè riferisce di un nuovo incontro con M. nel corso del quale egli si dichiara disposto a impegnarsi nei gaap. (Lettera di S. Tinè al cn/gaap, Siracusa 13 luglio 1951). Il “fiancheggiamento” con i gaap inizialmente fa sperare questi ultimi in un più ampio e preciso impegno di M. nell’organizzazione, ma con il tempo questa speranza si affievolisce dal momento che lo stesso militante anarchico, disincantato dal movimento libertario in generale, dopo la metà degli anni Cinquanta inizia un graduale distacco dalle originarie posizioni politiche, seguito in questo da gran parte dei militanti del gruppo “P. Gori” di Bagheria. Come lui stesso ricorderà anni dopo: «Nel ’56/’57 ebbe inizio la diaspora del gruppo: chi passò al pci, chi al psi e divenne consigliere d’opposizione al Comune, chi si dedicò alla professione, o ad attività giornalistica: tutti, tranne qualche isolata eccezione, radicati alle origini libertarie nelle varie attività prescelte» (Lettera di A. Martorana a N. Musarra, cit.). Dopo l’epilogo dell’esperienza anarchica, M., si dedica all’insegnamento pur continuando a svolgere un’importante attività culturale nel territorio. Nel 1960, insieme ad altri amici, dà vita al Circolo di Cultura di Bagheria, mentre dal 1966 al 1977, si trasferisce in Toscana per motivi di lavoro, ricoprendo l’incarico di preside in una scuola media di Figline Valdarno. Torna nella sua terra natia, alla fine degli anni Settanta, stabilendosi a Santa Flavia (pa) dove muore il 6 dicembre 2017. (F. Bertolucci).
Fonti
Fonti: Archivio Biblioteca Franco Serantini, Carte GAAP, Comitato nazionale dei GAAP.
Bibliografia: G. Cerrito, La rinascita dell’anarchismo in Sicilia, Genova-Nervi, rl, 1956; N. Musarra, Baaria libertaria, «Sicilia libertaria», aprile 2019, p. 7; A. Cervetto, Opere 23. Carteggio 1948-53, Milano, Lotta comunista, 2018, ad indicem.