GAMBA, Lorenzo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
GAMBA, Lorenzo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Sassello (Sv)
Data di nascita
21/11/1892
Luogo di morte
Albisola (Sv)
Data di morte
12/05/1977

Attività e/o professione

Qualifica
Panettiere

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Sassello (sv) il 21 novembre 1892 da Giovanni Battista e Caterina Zunino, panettiere. La famiglia, di estrazione proletaria, si trasferisce a Savona quando G. è ancora bambino. Nella città ligure frequenta le prime classi elementari e poi per necessità familiari lascia la scuola e inizia a lavorare come pastore e sguattero. In seguito diventa panettiere e inizia a frequentare gli ambienti sovversivi della città abbracciando gli ideali libertari. La Prefettura di Genova, nel compilare la sua scheda biografica il 26 gennaio 1912 lo descrive come persona che «riscuote cattiva fama nell’opinione pubblica», di «carattere violento ed irascibile» ma con «discreta intelligenza», autodidatta, come anarchico si associa al Gruppo “P. Gori”, ed è iscritto alla Lega dei panettieri aderente alla locale cdl. G. risulta assiduo lettore della stampa libertaria e in particolare de «L’Avvenire anarchico» di Pisa ed è in corrispondenza con Virgilio S. Mazzoni, oratore forbito, livornese d’origine ma pisano d’adozione, amico di Gori e uno dei principali animatori e redattori del periodico libertario. G. invita Mazzoni il 6 marzo 1911 a Savona per commemorare la Comune di Parigi al noto Teatro Chiabrera. Pochi giorni dopo, sempre con Mazzoni, organizza la commemorazione di Pietro Gori scomparso l’8 gennaio dello stesso anno. Fin dai primi anni della militanza aderisce alla corrente libertaria socialista e federalista, che promuove la necessità dell’organizzazione e di un intervento costante nel mondo del lavoro e nei sindacati. Alla fine del 1914 si imbarca come fornaio sul veliero danese Viking, nave scuola dei cadetti danesi, ritornato a Savona l’anno successivo viene richiamato alle armi e arruolato nel 43° Reggimento “Forlì” di fanteria di stanza a Tortona. Nei duri tre anni di guerra combatte come fante semplice su vari fronti rimanendo ferito sulla linea di fuoco nei pressi di Gorizia.

Tornato in Liguria viene subito coinvolto nelle agitazioni operaie che scoppiano al termine del conflitto ed è arrestato a Savona nell’agosto del 1920, al termine di un comizio nel quale si verificano gravi incidenti tra dimostranti e forza pubblica. Per questo episodio verrà condannato a quattro anni di carcere. Alla fine del 1924, riconquistata la libertà, torna a Savona ma sempre attentamente vigilato dalle forze dell’ordine, che lo considerano pericoloso per l’ordine pubblico. Quell’anno sposa Libera Giovanna Oddera, anche lei anarchica e appena liberata dal carcere nel quale era stata rinchiusa con le stesse motivazioni di G. In tali anni il clima politico in Italia è decisamente cambiato, soprattutto dopo l’omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti e il varo delle Leggi eccezionali che colpiscono tutta l’opposizione, rendendo ancor più difficile la vita agli anarchici. G., come molti altri suoi amici e militanti, alla fine del 1926 è assegnato per tre anni al confino di polizia ma riesce a far perdere le sue tracce e espatriare in Francia stabilendosi a Marsiglia. Nel porto francese trova lavoro come scaricatore, ma ben presto la polizia è nuovamente sulle sue tracce e G., coinvolto in un furto, viene condannato a quattro mesi di reclusione e successivamente è espulso dal territorio transalpino. In questi anni ha modo di conoscere e frequentare vari antifascisti liguri presenti in Francia tra i quali Sandro Pertini che alcuni decenni dopo si ricorderà dell’amico, che con lui condivise «i sacrifici dell’esilio» (Lettera di S. Pertini a L. Gamba, Roma 20 ottobre 1955 – copia conservata in bfs-gaap). Trasferitosi in Belgio, a Charleroi, si impiega come minatore nelle miniere di carbone. L’anno successivo cambia residenza stabilendosi a Seraing-sur-Meuse dove riallaccia i contatti con il movimento libertario partecipando alle attività del locale gruppo anarchico di emigrati italiani, diffondendo il periodico anarchico di Bruxelles «Bandiera nera» ed entrando in relazione con i libertari Gigi Damiani, Giuseppe Bifolchi e Gelindo Zanasi. La polizia italiana continua a braccarlo e a segnalarlo come anarchico “estremamente pericoloso” e per questo è iscritto nella “Rubrica di frontiera” e nel «Bollettino delle ricerche». Nei primi anni Trenta rientra in Francia, con una falsa identità per evitare il decreto di espulsione, stabilendosi a Troyes, poi a Fontanay-sous-Bois e successivamente a Parigi, dove è nuovamente arrestato per infrazione al decreto di espulsione e condannato a quattro mesi di carcere. Riacquistata la libertà riprende i contatti con i principali esponenti dell’emigrazione libertaria italiana in Francia, tra i quali Camillo Berneri e Umberto Marzocchi, e partecipa nel novembre del 1933 al Convegno anarchico dei profughi italiani dove viene deliberata la pubblicazione del periodico «Lotte sociali», che sarà affidato alla direzione prima di Leonida Mastrodicasa e poi di Virgilio Gozzoli. Nel 1935 lascia la moglie, rimasta in Italia, e si accompagna sentimentalmente con Jeanne Mignon, anche lei anarchica, che gli sarà accanto sino alla morte. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale G. è internato, insieme a molti altri profughi politici, nel campo di Vernet d’Ariège, dove è impiegato come boscaiolo e dove è trattenuto fino al dicembre 1941, quando è affidato alle Autorità di polizia italiane che lo arrestano e lo condannano a cinque anni di confino.

Come molti altri inizia la sua peregrinazione tra diverse località italiane: prima è inviato a Ustica, poi a Corropoli e, infine alla caduta del fascismo, insieme a molti altri confinati anarchici e ai prigionieri d’origine slava, nel campo di concentramento di Renicci d’Anghiari nei pressi di Arezzo. Nei primi giorni di settembre, quando ancora le autorità d’occupazione tedesche non hanno preso il controllo del campo, una rivolta degli internati permette a G., come a molti altri, di fuggire. Il militante libertario riesce a tornare a Savona e a guerra finita a ricongiungersi con Jeanne a Parigi, dove riprende in pieno la propria attività politica divenendo ben presto uno dei militanti più fidati per le relazioni tra il movimento libertario italiano e quello francese. Quando in Italia, dopo il Terzo congresso nazionale della fai (Livorno, 1949), si delineano due correnti contrastanti tra chi intende costruire una fai movimento e chi invece ritiene centrale una scelta più decisamente organizzatrice, G. si schiera con i secondi. È uno di quei militanti formatisi prima dell’avvento del fascismo che aderiscono al Gruppo d’iniziativa per un movimento “orientato e federato”. Invia la propria adesione già alla Prima conferenza na­zionale (Genova-Pontedecimo, 1951). Il militante ligure ricopre per i gaap il ruolo di “emissario” che mantiene le relazioni con la Fédération anarchiste che, in quegli anni, grazie alle attività del gruppo guidato da Georges Fontenis, sta evolvendo verso posizioni decisamente comuniste libertarie. G. è sempre presente alle Conferenze nazionali dei gaap, Firenze (1952), Livorno (1953), Bologna (1954), e collabora attivamente alla diffusione del periodico «L’Impulso», al quale è abbonato, soprattutto tra gli italiani immigrati in Francia. Nell’organizzazione G. rappresenta efficacemente la “tradizione” anarchica malatestiana, Masini così lo descrive in una lettera a Fontenis l’8 gennaio 1955: «è un compagno generoso […] e che a differenza dei “generici”, non turba mai la regolarità del nostro lavoro con sfasamenti o iniziative irresponsabili. Il suo attaccamento alla tradizione è comprensibile […] dato il mondo in cui è vissuto». Nei primi giorni del giugno 1954, G. partecipa, in qualità di osservatore, alla Conferenza internazionale di Parigi che dà vita all’icl. Negli anni 1955 e 1956 quando i gaap accentuano la spinta organizzativa e si orientano sempre più decisamente verso il tentativo di coniugare le istanze ideali comuniste libertarie con quelle marxiste – anche con una politica di alleanze e collaborazione con altri gruppi della sinistra rivoluzionaria – G. esprime le proprie critiche e perplessità. Partecipa ancora alla Quinta conferenza nazionale (Pisa, 1955) nella quale vengono approvati i nuovi statuti. Qualche tempo dopo, a fronte dell’annuncio della fcl francese di partecipare alle elezioni politiche, G. accentua le sue critiche con molte lettere alla segreteria del cn/gaap nelle quali mette in discussione le scelte politiche dell’organizzazione che, nella sostanza, approvano quelle dell’organizzazione consorella francese, ren­dendo pubblico il proprio dissenso nei confronti della fcl francese, ribadendo i suoi principi astensionisti, tramite una lettera inviata alla redazione de «Il Libertario» (Non vi è posto per gli anarchici nella Fed. Comunista-Libertaria francese. Una lettera del compagno Lorenzo Gamba, 3 dicembre 1955, p. 3). La presa di distanza di G. dalle scelte della fcl francese, viene ribadita anche da una successiva lettera, sempre pubblicata da «Il Libertario» nella quale denuncia l’«op­­por­tunismo e autoritarismo» del militante francese e la sua abiura dei principi libertari con l’adesione al parlamentarismo di matrice bolscevica (Lettera aperta a Fontenis di uno che ci credeva, 17 marzo 1956, p. 4). È, ancora, presente alla Sesta conferenza nazionale (Milano, 1956) nella quale è deciso il cambiamento del nome dell’organizzazione in Federazione comunista libertaria. G. esprime ancora una volta tutte le proprie riserve sulle nuove linee politiche dell’organizzazione, chiede che sia mantenuto il vecchio nome dei gaap, dichiarando l’incompatibilità tra i principi comunisti libertari e quelli autoritari. Ormai la divaricazione tra G. e il gruppo di militanti con cui ha condiviso l’esperienza dei gaap è diventata inconciliabile ed egli matura l’idea di abbandonare l’organizzazione.

Infatti, dopo la conferenza “unitaria” di Milano (16 dicembre 1956) dei gruppi della sinistra rivoluzionaria (fcl, pcint, gcr e gac) presenta le dimissioni dall’organizzazione. (Lettera di L. Gamba al cn/fcl, 20 dicembre 1956). Questa amara delusione, però, non lo porta ad abbandonare il proprio impegno politico, tanto che nei primi anni Sessanta rientrato stabilmente in Italia riprende il suo posto di militante all’interno della fai. È presente al Settimo Congresso della fai (Rosignano Solvay, 1-4 giugno 1961), e interviene più volte sul «Bollettino interno della fai» ribadendo le sue posizioni di sempre socialiste e federaliste. In questi anni milita nel gruppo anarchico “E. Malatesta” di Pegli e durante il periodo della contestazione giovanile è uno dei “compagni della vecchia guardia” che non rinunciano al dialogo con le nuove generazioni di militanti. Nel 1968 partecipa al Congresso internazionale delle Federazioni anarchiche (Carrara, 31 agosto-4 settembre). Fedele alle proprie concezioni libertarie e organizzatrici, nonostante l’età, nel 1971 pubblica a proprie spese, alcuni scritti di Luigi Fabbri, L’organizzazione anarchica: rapporto presentato al Congresso Anarchico Italiano di Roma (16-20 giugno 1907) ed al Congresso Anarchico Internazionale di Amsterdam (24-31 agosto 1907) (Genova, [s.n.t.], 1971). Nel 1973 è colpito da ictus che ne compromette gravemente l’attività e che gradualmente lo porta alla morte che sopraggiunge ad Albisola (sv) il 12 maggio 1977.
(F. Bertolucci).

Fonti

Fonti: Archivio centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Direzione generale di Pubblica sicurezza, Divisione Affari Riservati, Categorie annuali, 1957-1960, b. 73, f. 103; Archivio centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Divisione Generale di Pubblica sicurezza, Divisione Affari Generali e Riservati, Casellario Politico Centrale, ad nomen; Archivio A. Cervetto, Savona; Archivio Biblioteca Franco Serantini, Carte GAAP, Comitato nazionale dei GAAP; U. Marzocchi, Lorenzo Gamba, «un», 19 mag. 1977.


Bibliografia: Federazione Anarchica Italiana, Congressi e convegni (1944-1962), a cura di U. Fedeli, Genova, Libreria della FAI, 1963; A. Cervetto, Dopoguerra rosso a Savona (1918-1921), «Movimento Operaio e Socialista in Liguria», n. 2-3, 1959; G. Bianco, L’attività degli anarchici nel biennio rosso (1919-1920), ivi, n. 2, 1961; Bibliografia dell’anarchismo, vol. 1 t. 2. Periodici e numeri unici anarchici in lingua italiana pubblicati all’estero (1872-1971), Firenze 1976, ad indicem; G. Barroero, Lorenzo Gamba, dbai, 2003, t. 1, pp. 662-63; Pier Carlo Masini: impegno civile e ricerca storica tra anarchismo, socialismo e democrazia, a cura di F. Bertolucci e G. Mangini, Pisa, BFS, 2008, pp. 30-46; G. La Barbera, Lotta comunista: il gruppo originario 1943-1952, Milano, Lotta comunista, 2012, ad indicem; P. Iuso, Gli anarchici nell’età repubblicana: dalla Resistenza agli anni della Contestazione 1943-1968, Pisa, BFS, 2014, p. 136; G. La Barbera, Lotta comunista: verso il partito strategia 1953-1965, Milano, Lotta comunista, 2015, ad indicem; A. Cervetto,  Opere 23. Carteggio 1948-53, Milano, Lotta comunista, 2018, ad indicem; A. Cervetto, Opere 24. Carteggio 1954-58, Milano, Lotta comunista, 2019, ad indicem; A. Cervetto, Opere 25. Carteggio 1959-65, Milano, Lotta comunista, 2019, ad indicem.

Collezione

Persona

città