ARRIGHETTI, Luciano
- Conte Torsolini (pseudonimo)
Intestazione di autorità
- Intestazione
- ARRIGHETTI, Luciano
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Sesto Fiorentino
- Data di nascita
- 07/10/1920
- Luogo di morte
- Firenze
- Data di morte
- 04/09/1994
Attività e/o professione
- Qualifica
- Operaio
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
Nasce a Sesto Fiorentino (fi) il 7 ottobre 1920 da Mario e Ida Brogi, operaio, detto “conte Torsolini”. Si avvicina agli ideali libertari alla fine del Secondo conflitto mondiale, quando a Firenze si edita nuovamente «Umanità nova». Conosce Boccone e altri militanti anarchici ma soprattutto, da subito, stringe un rapporto di amicizia e condivisione politica con Pier Carlo Masini. Aderisce al Comitato interregionale tosco-laziale poi Gruppo d’iniziativa per un movimento “orientato e federato”, in particolare al collettivo di studio da questi promosso nell’estate del 1950 (Corrispondenze, «Cantiere» bollettino bimestrale del collettivo di studio, ottobre-novembre 1950, p. 5) dimostrando interesse per la storia politica e dei movimenti rivoluzionari. È tra i delegati alla Prima conferenza nazionale (Genova-Pontedecimo, 1951) e durante il dibattito sostiene che il «processo di unificazione della classe egemone e di concentrazione del potere, che si iniziò subito dopo la 1a Guerra Mondiale è giunto ormai a una fase avanzata (nazionalizzazioni, interferenze imperialistiche nei rapporti di classe, sindacati statalizzati, partiti confessionali al potere etc.). Occorre superare la teoria del politicismo assoluto, e considerare Stato e classe egemone come un blocco unico» (gaap 1, p. 296). Collabora a «Il Libertario» e a «L’Impulso» con brevi articoli sul movimento operaio (Firenze. Officine Galilei, «lib», 14 novembre 1951, p. 2; Gli anarchici in fabbrica, «imp», 15 maggio 1952, p. 3). Nel dibattito precongressuale relativo alla Seconda conferenza nazionale dei gaap (Firenze, 1952) interviene sulla questione del lavoro politico in fabbrica e su come esso debba migliorare superando due ostacoli fondamentali. Il primo relativo alle nuove forme «più rigide e pensanti» di controllo sociale: sono gli anni in cui nelle fabbriche italiane viene ristabilito l’“ordine” e vengono avviate speciali campagne di licenziamento degli operai sindacalizzati: la fiat dell’ingegnere Vittorio Valletta farà scuola. Il secondo riguarda l’eredità dell’anarchismo del «periodo della decadenza» che, secondo l’operaio di Sesto Fiorentino, con il suo «individualismo» è responsabile di aver «presentato un anarchismo mitico e nebuloso, radicando nei lavoratori, il convincimento che anarchismo vuol dire utopia e leggenda» (Gli anarchici in fabbrica, cit., p. 2). Durante la conferenza presenta una relazione sul lavoro svolto all’interno della fiom provinciale di Firenze. Alla Terza conferenza nazionale (Livorno, 1953) sostiene che occorre attivare un «centro d’informazioni sindacali» e rafforzare i cds (gaap 1, p. 388). Abbonato, sostenitore e diffusore de «L’Impulso», è presente alla Quarta conferenza nazionale (Bologna, 1954) facendovisi portavoce della necessità di «un lavoro di chiarificazione per far conoscere ai militanti social-comunisti che si sono allontanati dai loro partiti che cos’è il nostro anarchismo», accentuando la presenza nelle fabbriche e nelle campagne (gaap 2, p. 257). Sempre attento alle dinamiche dei conflitti sociali, e in particolare quelli che coinvolgono i lavoratori metalmeccanici, alla Quinta conferenza nazionale (Pisa, 1955) presenta una nuova relazione aggiornata sul lavoro in fabbrica nell’area fiorentina e sulla crisi sindacale (gaap 2, pp. 102 e 295). Nel gennaio 1956, al congresso provinciale della fiom, è eletto nella Commissione esecutiva e delegato al Congresso nazionale (Lettera di L. Arrighetti al cn/gaap, 25 gennaio 1956). In ottobre partecipa poi alla Sesta conferenza nazionale (Milano, 1956), nella quale è eletto nel Comitato nazionale. Nel dibattito congressuale interviene sul tema dell’unità delle forze rivoluzionarie sostenendo che: «bisogna integrare la nostra organizzazione con altre forze per evitare che il pci riesca ad assorbire gli elementi di base e quelli intermedi nella sua politica socialdemocratica» (gaap 2, p. 337). Durante la rivolta ungherese Arrighetti interviene a una riunione della Sezione sindacale di fabbrica delle Officine Galilei proponendo un manifesto di condanna della repressione in atto e una denuncia delle posizioni controrivoluzionarie sia di destra che di sinistra (Ordini del giorno e manifesti, «imp», 10 novembre 1956, p. 4). Arrighetti condivide la scelta della fcl di stretta collaborazione con i gac e alla Settima conferenza nazionale (Genova, 1957), approva la mozione conclusiva nella quale si decide la fusione dell’organizzazione insieme ai gruppi suddetti con la costituzione del Movimento della sinistra comunista. In questo periodo mantiene il suo impegno sindacale, non più come esponente dei cds ma rappresentante del msc nella Commissione esecutiva della cdl di Firenze, nel Comitato direttivo della fiom fiorentina e nella Sezione sindacale della Galileo. Arrighetti partecipa alla prima conferenza nazionale del msc (Livorno, 1957) ma non segue però la sua evoluzione, dopo l’allontanamento di Pier Carlo Masini dall’organizzazione si avvicina anche lui all’area socialista, e in particolare alla corrente di sinistra facente capo a Riccardo Lombardi.
Tra le fine del 1958 e l’inizio del 1959 è impegnato con gli altri operai in una lunga vertenza di fabbrica che sfocia nell’occupazione dello stabilimento. I «fatti della Galileo» del gennaio 1959 – che portano la vicenda al centro della città di Firenze, con tre giorni di incidenti tra operai e forze dell’ordine – vedono Arrighetti in prima fila nelle agitazioni e in questo contesto che nasce un rapporto tra lui – che rappresenta in qualche maniera la generazione dei “giovani” del periodo della lotta antifascista e resistenziale – con i giovani che si stanno affacciando alla politica e che poi saranno protagonisti delle lotte della fine degli anni Sessanta. In questo periodo ha modo di conoscere Raniero Panzieri e il gruppo di militanti che fanno parte della redazione dei «Quaderni rossi», come ad esempio Giovanni Francovich, studente socialista impegnato nella politica e negli studi, figlio del professor Carlo Francovich, illustre storico del Risorgimento e membro del pda, tra i protagonisti della Resistenza fiorentina e autorevole figura del Comitato toscano di Liberazione nazionale. Dopo la morte di Panzieri e la fine dei «Quaderni rossi» Arrighetti entra nella redazione della rivista «Classe operaia», mensile di battaglia politica e sociale, diretto da Mario Tronti, il cui primo numero esce nel febbraio 1964. Nella redazione del periodico, che tra l’altro tiene la sua prima riunione proprio a Firenze nell’autunno del 1963, Arrighetti ha modo di conoscere e frequentare, oltre che lo stesso Tronti, Claudio Greppi, Lapo Berti oltre naturalmente il giovane Francovich. Già nell’estate precedente Arrighetti ha collaborato con Greppi alla stesura di un piccolo articolo, Galileo, Nuovo Pignome e Fivre, pubblicato nel foglio volante di «Quaderni rossi-Cronache operaie» (15 luglio 1963). Arrighetti e Pietro Bianconi sono coloro che organizzano tecnicamente il primo Convegno nazionale della redazione del nuovo giornale, che si svolge a Piombino, il 1° maggio 1964, nella sede della Federazione anarchica elbano-maremmana. Sulla genesi e sui contenuti di questo incontro vi è una ampia testimonianza nell’intervista rilasciata da Rita Di Leo della fine degli anni Novanta: «C’era tantissima gente, tanto che non ce la facevamo a stare nella sala degli anarchici dove eravamo e uscimmo all’aperto. La stragrande maggioranza erano giovanissimi, tutti di estrazione studentesca, c’erano tre operai, uno del Veneto, di Porto Marghera, c’era uno di Firenze, Arrighetti» (Intervista a Rita Di Leo, Roma 18 febbraio e 12 marzo 1998, a cura di G. Trotta e F. Verducci ora in L’operaismo degli anni sessanta, pp. 613-639). Sul giornale che diffonde nelle fabbriche fiorentine, Arrighetti interviene sulla situazione dei lavoratori delle Officine Galileo di Firenze (Galileo: affidata alla C.I. la funzione di guida spettante al partito, «Classe operaia», maggio 1965, pp. 8-9). Dopo la scomparsa di Francovich, a causa di un incidente stradale, Arrighetti è tra i fondatori del Centro studi a lui dedicato che viene costituito a Firenze nel marzo 1966. Il Centro, ospitato presso la sede del Circolo Rosselli in Piazza della Libertà n. 15, con la sua biblioteca diventa ben presto un luogo di incontro tra generazioni diverse di militanti della vecchia e nuova sinistra. Così Greppi ricorda: «Luciano Arrighetti, operaio alla Galileo, che ha preso parte a tutte le nostre vicende. Era un notevole personaggio. Negli ultimi anni non l’ho più visto, poi ho saputo che è morto, due o tre anni fa; non se ne è parlato, non era più in contatto con nessuno. Arrighetti in fabbrica era chiamato “il conte Torsolini”, e questo fa capire bene di che personaggio si trattasse. Anche nella fase di Potere operaio era sempre presente; noialtri eravamo tutti dentro l’università, l’unico operaio era lui, ma era l’unico che sembrasse un professore universitario. Aveva quest’aria nobile. Avevamo l’impressione che in fabbrica non contasse granché; era stato molto emarginato, lavorava in un reparto dove non faceva praticamente niente. Il mio amico Giovanni Contini, che fa anche ricerche di storia orale, ha scritto un libro sulla Galileo, scoprendo invece che negli anni Cinquanta Arrighetti godeva una certa stima, anche tra i quadri comunisti. Arrighetti era stato iscritto al psi, nella corrente lombardiana». (Intervista a C. Greppi, in Borio, pp. 195-205). Anche Lapo Berti, lo ricorda come un «tipico operaio della vecchia guardia, coltissimo, un vero intellettuale» (cfr. Intervista a Lapo Berti, in G. Trotta, pp. 779-788). Nelle attività del centro Francovich, Arrighetti svolge il ruolo di “memoria storica”, con il suo atteggiamento “sempre distinto”, “elegante” e serio, ma dallo spirito ironico, disponibile al dialogo e con una discreta preparazione politico culturale.
Tra il 1966 e il 1967 Arrighetti, ormai organico nella corrente “operaista” italiana, collabora con il Centro all’organizzazione di due seminari sulla “composizione di classe” ai quali partecipano Tronti, Toni Negri, Sergio Bologna e altri. Negli anni della contestazione studentesca fa parte di quel nucleo di operai che entra in contatto con le nuove avanguardie politiche e con i giovani ribelli. Nel 1969 dà alle stampe, insieme a Luigi Falossi, un numero unico dedicato alla questione delle pensioni per gli operai. Fa parte del gruppo dei fiorentini, Greppi, Berti, Franco Gori e successivamente Michelangelo Caponetto, che partecipa nell’autunno del 1969 alla fondazione dell’organizzazione del Potere operaio (il suo nome appare tra i collaboratori del numero di «Potere operaio» del 23-29 ottobre 1969), nella quale ricoprirà la carica di membro del direttivo nazionale. Sul suo ruolo nel Potere operaio fiorentino riferisce Giovanni Contini Bonacossi: «C’era Luciano Arrighetti, operaio ex anarchico della Galileo, detto conte Torsolini perché aveva un modo di parlare molto ricercato ed entrava con il giornale “Le Monde” sotto il braccio. Arrighetti l’ho scoperto molti anni dopo intervistando i suoi compagni di lavoro quando preparavo il mio libro Memoria e Storia, sulle Officine Galileo, in realtà era molto rispettato dagli operai, e anche dalla dirigenza sindacale interna. Ma non aveva molto seguito, anche perché la Galileo era composta da operai fiorentini da anni iscritti o simpatizzanti del pci, molto diversi dagli immigrati delle officine del nord» (Testimonianza di G. Contini Bonacossi, in Grandi, p. 74). Un suo compagno di lavoro, Mauro Cianchi, così lo ricorda: «L’Arrighetti era su posizioni più aristocratiche, era da solo e se diventavano due si incazzava. Voleva sempre avere ragione. Noi si diceva: “S’è sbagliato, noi siamo riusciti…”. L’Arrighetti diceva, invece: “Voi avete sbagliato. Voi non siete riusciti”, e si chiamava sempre fuori» (Testimonianza di Mauro Cianchi, in Falossi, p. 239). All’inizio del 1973, vicino alle posizioni teoriche del gruppo di Negri, abbandona Potere operaio e partecipa al Convegno nazionale di Firenze del gennaio e successivamente a quello di Bologna del 3 e 4 marzo che sancisce la nascita dell’area dell’autonomia operaia. Come ricordano Massimo Cervelli e Bruno Paladini: «Due le situazioni operaie fiorentine che parteciparono al convegno di Bologna: la Galileo e la Carapelli. Fabbriche dove non esistono gruppi operai organizzati, ma dove sono presenti soggettività significative. Luciano Arrighetti, lo storico, in tutti i sensi del termine, operaio della Galileo, cultore della scienza operaia fin dalla sua partecipazione alla rivista “Classe operaia”» (Gli autonomi. Le storie, le lotte le teorie, vol. 1, pp. 316-317). Dopo la seconda metà degli anni Settanta, collabora a «Primo maggio» entrando a far parte del Comitato di redazione fiorentino della rivista insieme a Berti, Gori e Guido Masi, e pubblicandovi un articolo dedicato alla situazione degli ospedali fiorentini (Firenze: ospedali in lotta, inverno 1978/79, pp. 46-57). Arrighetti, nonostante segua i dibattiti politici nel movimento, è ormai lontano dagli eventi e nonostante tutto il 21 dicembre 1979, nell’ambito dell’inchiesta del giudice Guido Calogero sull’autonomia operaia, viene svegliato di buonora dalle forze speciali dei carabinieri, trascinato in caserma e sottoposto a un lungo interrogatorio e infine rilasciato. L’evento lascerà in eredità ad Arrighetti un segno profondo di amarezza. Probabilmente la macchia del sospetto di appartenere a una presunta “organizzazione terroristica” in lui peserà nella sua coscienza, lui operaio, sindacalista, di origini anarchiche ma poi divenuto un comunista rivoluzionario internazionalista, che aveva sempre apertamente e in maniera trasparente operato nella sua vita per gli sfruttati non si aspettava un simile trattamento. Negli ultimi anni della sua vita Arrighetti si occuperà delle attività culturali nella sua città seguendo le vicende della biblioteca pubblica di cui era socio da anni. Muore a Firenze il 4 settembre 1994. (F. Bertolucci)
Luoghi di attività
- Luogo
- Firenze
Fonti
- Fonti: Archivio centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Direzione generale di Pubblica sicurezza, Divisione Affari Generali, 1954, f. 103; Archivio centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Direzione generale di Pubblica sicurezza, Divisione Affari Riservati, Categorie annuali, 1957-1960, b. 73, f. 103; rchivio A. Cervetto, Savona; Archivio Biblioteca Franco Serantini, Carte GAAP, Comitato nazionale dei GAAP; Comune di Sesto Fiorentino (FI), Anagrafe; «Cronache operaie dei Quaderni rossi», Padova, Istituto Morandi, 15 luglio 1963; Programma e statuto del Centro studi “G. Francovich, in G. Francovich, Sciopero a Piombino 1911, Firenze, Centro studi per la storia della classe operaia “G. Francovich”, Ricerche n° 1, [1967], pp. 27-31; Intervista a C. Greppi, [23 settembre 2000], in Gli operaisti. Autobiografie di cattivi maestri, a cura di G. Borio, F. Pozzi, G. Roggero, Roma DeriveApprodi, 2005; C. Greppi, Un ricordo di Luciano Arrighetti, lettera all’A., Firenze, 11 novembre 2015.
Bibliografia: V. Simoni, Prima del piombo. I Gruppi d’Azione Proletaria a Firenze (1971-1972), Firenze, Ponte alle Grazie, 1993, p. 40; Metalmeccanici fiorentini del dopoguerra. Atti della giornata di studio per i cento anni della fiom (Firenze, 8 ottobre 2001), a cura di L. Falossi, Roma, Ediesse, 2002; A. Grandi, La generazione degli anni perduti. Storie di potere operaio, Torino, Einaudi, 2003, ad indicem; A. Grandi Insurrezione armata, Milano, bur Futuropassato, 2005, ad indicem; Gli autonomi. Le storie, le lotte, le teorie, a cura di S. Bianchi e L. Caminiti, 3 voll., Roma. DeriveApprodi, 2007-08; P. Iuso, Gli anarchici nell’età repubblicana: dalla Resistenza agli anni della Contestazione 1943-1968, Pisa, BFS, 2014, p. 137; L’operaismo degli anni Sessanta. Da «Quaderni rossi» a «Classe operaia», a cura di G. Trotta e F. Milana, Roma, DeriveApprodi, 2008, ad indicem; G. La Barbera, Lotta Comunista Il gruppo originario (1943-1952), Milano, Edizioni Lotta Comunista, 2012, ad indicem; A. Cervetto, Opere 23. Carteggio 1948-53, Milano, Lotta comunista, 2018, ad indicem; A. Cervetto, Opere 24. Carteggio 1954-58, Milano, Lotta comunista, 2019, ad indicem; A. Cervetto, Opere 25. Carteggio 1959-65, Milano, Lotta comunista, 2019, ad indicem; Gruppi anarchici d'azione proletaria. Le idee, i militanti, l’organizzazione. Vol. 1. Dal fronte popolare alla “legge truffa”: la crisi politica e organizzativa dell’anarchismo, a cura di F. Bertolucci, Pisa-Milano, BFS-Pantarei, 2017; Gruppi anarchici d'azione proletaria. Le idee, i militanti, l’organizzazione. Vol. 2. Dalla rivolta di Berlino all’insurrezione di Budapest: dall’organizzazione libertaria al partito di classe, a cura di F. Bertolucci, Pisa-Milano, BFS-Pantarei, 2018; Gruppi anarchici d'azione proletaria. Le idee, i militanti, l’organizzazione. Vol. 3. I militanti: le biografie, a cura di F. Bertolucci, Pisa-Milano, BFS-Pantarei, 2019, ad indicem.