Federazione anarchica pisana

Tipologia Ente
Fap (sigla/acronimo)

Intestazione di autorità

Intestazione
Federazione anarchica pisana

Sede

Denominazione
Pisa

Date di esistenza

Data di istituzione/costituzione
1 Gennaio 1945
Note
in prevalenza 1969-1979
Data di soppressione/cessazione
31 Dicembre 1984
Note
1984

Natura giuridica

Qualifica
Partito politico, organizzazione sindacale
Qualifica
PrivatoOrganizzazione politica

Storia istituzionale

La Federazione anarchica pisana si costituisce al termine della Seconda guerra mondiale e apre la propria sede in via S. Martino n. 16 (poi in seguito n. 48). Il nucleo principale di militanti è composto da compagni della vecchia guardia eredi della vivace e robusta comunità libertaria che tra la Prima Internazionale e il Biennio Rosso è stata protagonista della storia sociale e politica della città e della provincia. Basti pensare che a Pisa tra il 1910 e il 1922 è edito «L’Avvenire anarchico», un settimanale che in più di un’occasione supera le cinquemila copie di tiratura, mentre nel Casellario politico centrale dell’Archivio centrale dello Stato di Roma sono più di 1500 gli anarchici schedati nella sola provincia della città della torre pendente.
Tra i diversi nomi che fanno partecipano alla costituzione della FAP si ricordano Otello Bellini, Spartaco Benedetti, Nilo Capocchi, Nilo Cazzuola, Cafiero e Foresto Ciuti, Armando Ghelardoni, Gusmano e Oscar Mariani, Unico Pieroni, e altri, cui si affiancano alcune decine di compagni sparsi sul territorio provinciale come a Cascina (Ludovico Cajoli, Cornelio Giacomelli, Sergio Iacoponi, Giovanni Turini, ecc.), Pontedera (Mario Orsini), Peccioli (Luigi Marianelli) e Volterra (Piero Bulleri, Gino Fantozzi, Luigi Fanucci, Ettore Rosi).
La FAP aderisce alla Federazione anarchica italiana, costituita nel settembre del 1945, e propri delegati sono presenti al Secondo (Bologna, 16-20 marzo 1947) e Terzo (Livorno, 23-25 aprile 1949) congresso nazionale dell'organizzazione federale.
La FAP in questi anni mantiene una posizione ideologica legata alla tradizione classica dell'anarchismo italiano, federalista e socialista, quella che si richiama a Errico Malatesta anche se al suo interno sono presenti individualità fortemente influenzate dalla cultura individualista e antiorganizzatrice.
La FAP svolge prevalentemente un'attività di testimonianza e di propaganda incentrata nella commemorazione di personaggi storici, come Pietro Gori, o nella ricorrenza del Primo maggio. È critica delle posizioni politiche espresse dai GAAP (Gruppi anarchici d'azione proletaria), che si costituiscono nel 1951 nel tentativo di rinnovare politicamente l'anarchismo italiano, giudicandole estranee alla tradizione anarchica e autoritarie. Nella sede di via S. Martino a Pisa si tengono riunioni periodiche e a volte convegni nazionali come quello dell'Unione sindacale italiana (dic. 1951) o della FAI (6-7 dicembre 1959).
All'Ottavo congresso della FAI, tenutosi a Carrara dal 31 ottobre al 5 novembre 1965, la Federazione anarchica pisana è una delle principali animatrici dell’opposizione ad una “strutturazione” dell’organizzazione nazionale e promuove insieme ad altri gruppi la costituzione dei GIA (Gruppi di iniziativa anarchica) che si realizza a Pisa durante il convegno del 19 dicembre 1965. La nuova scissione dell’anarchismo italiano, la terza dal 1945, evidenzia ancora di più la crisi politica dei libertari italiani. Questa separazione voluta dai gruppi pisani insieme a altri circoli di diverse località (Ancona, Brescia, Campiano, Canosa, Cesena, Genova, Senigallia, ecc.), assume una particolare rilevanza per il ruolo svolto da Armando Borghi, l’ultimo dei leader storici del movimento, nettamente contrario al nuovo Patto associativo votato a Carrara.
In quel torno di tempo, al gruppo storico della Federazione anarchica pisana si è unito Italo Garinei, un altro “vecchio” pisano, ingegnere emigrato a Torino prima della Grande guerra e attivo nel movimento operaio e libertario durante il Biennio rosso. Si devono a lui la pubblicazione di alcuni numeri unici di polemica politica contro la "nuova FAI" dal titolo '«Iniziativa anarchica'» e, nella primavera del 1966, la ripresa delle pubblicazioni del «Seme anarchico'», precedentemente stampato nella città della Mole, dal febbraio 1951 al luglio-agosto 1965.
L’arrivo di Garinei insieme a quello di Renzo Vanni, un nuovo militante, insegnante e appassionato cultore di storia locale, che giovanissimo aveva partecipato alla Resistenza aderendo al Partito comunista, dà nuovo impulso alle attività della Federazione anarchica. Negli anni precedenti il Sessantotto, Pisa è un laboratorio di idee e fermenti politici e sociali che nascono soprattutto al di fuori del PCI e si coagulano intorno al movimento degli studenti e al giornale «Il Potere operaio», portavoce di quella che, pur ispirandosi al marxismo-leninismo, è di fatto un'esperienza politica di base che punta a forme radicali di democrazia diretta degli organismi di massa spontanei, che in diverse zone del Paese stanno nascendo come espressione della nuova autonomia di classe.
Anche per gli anarchici pisani si apre un nuovo periodo di attività politica, soprattutto nel campo della controinformazione antifascista. Va ricordato che tra i temi che accendono gli animi, provocano discussioni e manifestazioni, oltre alla solidarietà ai popoli in lotta del Terzo mondo per la propria indipendenza, alla lotta contro la guerra in Vietnam, al conflitto arabo-israeliano, c’è quella della lotta al fascismo. In Italia è attivo un partito, il Movimento sociale italiano (MSI), dichiaratamente erede del fascismo storico, soprattutto di quello nato con la Repubblica sociale italiana, che ha solidi collegamenti internazionali con gruppi e organizzazioni di vari paesi. A Pisa espressione di tale tradizione è rappresentata dal periodico «Il Machiavelli» diretto da Giuseppe Niccolai, capo indiscusso del neofascismo locale.
Il clima, dunque, è incandescente e a Pisa, dove risiede una folta comunità di studenti greci, l’eco degli avvenimenti che si succedono nella madre patria, dove un gruppo di militari ha guidato un colpo di Stato instaurando una dittatura nel 1967, ha un effetto dirompente negli equilibri politici dell’Università. Un nucleo di studenti fascisti greci appoggiati dal MSI e da altre organizzazioni neofasciste promuove iniziative di propaganda che sono vere e proprie provocazioni e che causano duri scontri nel movimento studentesco, il quale, da parte sua, sta crescendo, radicandosi e assumendo un ruolo sempre più importante soprattutto nelle lotte contro le "baronie universitarie" attraverso nuove pratiche di lotta e di elaborazione teorica (Tesi della Sapienza, 1967). Gli anarchici sono presenti in queste lotte, seppur a volte con posizioni critiche e minoritarie, tanto che già durante questi anni alcuni studenti iniziano a frequentare la sede di via S. Martino che, peraltro, rappresenta l’unico spazio disponibile in città, dove spesso si riuniscono anche i militanti del gruppo del Potere operaio e i diversi organismi del movimento degli studenti.
Il 2 marzo 1969 si tiene a Pisa un convegno nazionale anarchico il cui ordine del giorno include una discussione sui rapporti tra movimento anarchico e movimento studentesco, l’intervento nel mondo del lavoro e l’analisi della situazione spagnola. Nella riunione, in cui emergono diverse interpretazioni della protesta studentesca, il gruppo pisano porta avanti la tesi che "pur con i suoi limiti inevitabili derivati talora da una confusione d’idee, il movimento studentesco ha rappresentato e continua a rappresentare una forza" antidogmatica e antitradizionalista. Nel movimento studentesco si individua un’area libertaria che si contrappone a quella egemone di orientamento comunista.
Il capodanno 1969 è la prima data tragica della storia politica e sociale di Pisa. In quell'occasione un gruppo di studenti, lavoratori, aderenti al movimento studentesco, al Potere Operaio pisano e ai gruppi anarchici contesta alle Focette di Marina di Pietrasanta la festa dei “ricchi borghesi”, che come ogni anno si ritrovano nel noto locale della Bussola. I carabinieri reagiscono con gratuita brutalità reprimendo la contestazione con cariche ed arresti. Un ragazzo giovanissimo cade a terra raggiunto alla schiena da uno dei diversi colpi di pistola che vengono sparati ad altezza d’uomo. Soriano Ceccanti, quando viene gravemente ferito (rimarrà paralizzato alle gambe per tutta la vita) ha 16 anni è studente e frequenta abitualmente la sede della Federazione anarchica pur non aderendo al gruppo anarchico. Il suo caso ha una vasta eco sulla stampa nazionale, si tratta di uno dei primi fatti di sangue accaduti durante una manifestazione di contestazione giovanile. A Pisa il clima si surriscalda immediatamente, poche settimane dopo un giovane compagno anarchico, Michele Olivari, viene ferito al braccio durante uno scontro tra studenti ed alcuni esponenti della destra che hanno occupato la facoltà di Lingue.
Il gruppo anarchico pisano nei primi giorni di ottobre del 1969 avvia una campagna di solidarietà nei confronti dei libertari arrestati con la falsa accusa di essere gli esecutori degli attentati alla Fiera Campionaria di Milano (25 aprile 1969). Il gruppo pisano ne conosce bene alcuni che frequentano l’Università, come Paolo Faccioli, detenuto nel carcere Don Bosco di Pisa, e il 22 ottobre organizza una manifestazione cittadina con l’adesione di alcune centinaia di studenti. Nel frattempo i fascisti, il 20 ottobre, tornano alla facoltà di Lingue causando un nuovo scontro e ferendo tre studenti tra cui ancora Michele Olivari. Pochi giorni dopo, il 25 ottobre, alcuni studenti vengono nuovamente aggrediti dai fascisti che si rifugiano nella propria sede in via S. Martino. Centinaia di popolani accorrono nel centro della città e mettono sotto assedio i fascisti. In poche ore le persone diventano migliaia e la Polizia perde il controllo della situazione intervenendo con cariche indiscriminate che vanno a colpire manifestanti e cittadini inermi. La popolazione è esasperata e risponde a questa ennesima prova di violenza gratuita, ne nasce uno scontro che si protrae per ben due ore nel centro storico della città.
Il 27 ottobre uno sciopero generale blocca tutte le attività e dopo la manifestazione ed il comizio in piazza Martiri della Libertà organizzati dai sindacati e dai partiti della sinistra istituzionale, un corteo spontaneo di alcune migliaia di persone si dirige verso la sede del MSI. La polizia reagisce duramente con nuove violente cariche, durante uno dei numerosi scontri, sul Lungarno Gambacorti, lo stesso dove verrà picchiato e arrestato Franco Serantini nel maggio del 1972, un lacrimogeno sparato ad altezza d’uomo colpisce mortalmente Cesare Pardini, uno studente estraneo alla manifestazione, la cui tragica morte ha un forte impatto sulla città.
Pisa sembra, dunque, far parte di una precisa strategia d’azione tesa a sperimentare il contenimento delle “avanguardie della contestazione” ma anche l’efficacia dei sistemi repressivi e della provocazione politica (uso dei fascisti come strumento di provocazione degli scontri, ecc.). Sono centinaia gli studenti che vengono picchiati, arrestati e denunciati negli anni 1968-1972; per i fatti dell’autunno del 1969 gli antifascisti denunciati vengono condannati ad oltre 16 anni complessivi di prigione. Il gruppo anarchico pisano è particolarmente attivo nel contrapporsi a questa azione repressiva, quasi tutti i volantini di questo periodo sono dedicati alla lotta contro la repressione e i fascisti. Renzo Vanni, collaboratore assiduo de ''L’Internazionale ''è tra i principali promotori di questa campagna.
A Pisa all’inizio degli anni Settanta dopo lo scioglimento del gruppo del ''Potere operaio'' si sono formate diverse organizzazioni di estrema sinistra: Lotta continua, il Centro Karl Marx, la Lega dei comunisti, Avanguardia operaia, il gruppo del Manifesto ecc. Anche fra gli anarchici nasce un nuovo gruppo, il "Pinelli" che si caratterizza da subito per il suo attivismo. Tra tutti questi gruppi quello che emerge per consistenza e diffusione è sicuramente Lotta continua che, proprio qui, ha visto formarsi anche i suoi principali leader nazionali come Adriano Sofri, e che mantiene in questo periodo una connotazione di movimento più che di partito. Cavalli di battaglia di Lotta continua sono la campagna contro il commissario Calabresi, uno dei responsabili della morte del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli e l’antifascismo militante.
Nel gruppo anarchico "G. Pinelli", composto da giovani, si distingue per carattere e attività Franco Serantini. Quest'ultimo in questi anni è tra i partecipanti del “Mercato rosso” nel quartiere popolare del CEP e prima di aderire al gruppo "G. Pinelli" ha frequentato Lotta continua impegnandosi soprattutto nelle iniziative sociali. Ma il fatto più noto che coinvolge il gruppo "Pinelli", e lo stesso Serantini, è il ritrovamento del famoso bando di Almirante, rintracciato da Renzo Vanni presso l’archivio storico del comune di Massa Marittima in provincia di Grosseto. Il documento che testimonia la partecipazione attiva del leader del Movimento sociale italiano alla repressione contro i partigiani ha l’effetto di una bomba e catapulta i pisani al centro della campagna nazionale contro il partito neofascista e il suo segretario. È in questo clima che il gruppo anarchico locale partecipa a tutte le manifestazioni antifasciste della primavera del 1972.
Il 5 maggio 1972 Lotta continua ha indetto una manifestazione per protestare contro il comizio dell’on. Giuseppe Niccolai del MS al termine della campagna elettorale per le elezioni politiche. La polizia assedia la città e scioglie violentemente la manifestazione, picchiando e arrestando diverse decine di studenti e cittadini. Tra gli arrestati c’è anche Franco Serantini che ha subito in Lungarno Gambacorti un pestaggio selvaggio da parte di un gruppo di poliziotti appartenenti alla Celere giunta da Roma. Dopo due giorni e un interrogatorio, nel quale né il magistrato né il medico si accorgono delle condizioni fisiche del giovane anarchico, Serantini viene trovato agonizzante nella propria cella e dopo poco, nonostante il trasferimento in ospedale, muore. Grande è la commozione in città e grandi sono le manifestazioni che attraversano il centro storico sia il 9 maggio durante i funerali, sia il 13 maggio quando sia Lotta continua insieme agli anarchici in Piazza S. Silvestro (dove sarà collocata abusivamente una lapide che ancora oggi ricorda Serantini) sia il PCI in largo Ciro Menotti tengono due partecipate manifestazioni popolari.
Nei due anni successivi il Gruppo Pinelli di cui faceva parte Serantini continua una minima attività politica per poi sciogliersi spontaneamente mentre la Federazione anarchica pisana subisce una trasformazione radicale dovuta alla scomparsa della vecchia generazione dei militanti storici sostituiti da una nuova generazione composta soprattutto da giovani provenienti dalle aule dell'Università. La FAP in questi anni è particolarmente impegnata nelle campagne di controinformazione sulle realtà carcerarie e contro la repressione e organizza due importanti manifestazioni nazionali commemorative in ricordo di Serantini nel 1977 e nel 1978.
Militanti della Federazione sono presenti nell’occupazione delle case di Via del Giardino e nel movimento studentesco che a Pisa tra il 1977 e il 1978. I militanti della Federazione sono presenti nella protesta che coinvolge il mondo universitario contro la Riforma Pedini nell’autunno del 1979 che culmina con l’occupazione di tutte le principali facoltà universitarie. Nell’assemblea nazionale organizzata dal movimento studentesco a Pisa nel dicembre 1979 matura una profonda spaccatura tra l’ala moderata guidata dagli studenti del PCI e delle altre forze politiche e l’ala radicale del movimento. Lo scontro politico è durissimo fino a scivolare nel confronto fisico nonostante il tentativo di mediazione dell’area degli studenti di Democrazia proletaria.
Il 1979 si caratterizza per una vasta ondata repressiva e Pisa e tra le prime città ad esserne colpita, una vasta operazione porta in carcere diverse decine di giovani che avevano particolarmente vivacizzato il clima politico pisano nel biennio precedente e che avevano come riferimento la sede degli anarchici in Via S. Martino 48. Le accuse sono pesantissime e vanno dall’associazione sovversiva alla costituzione di banda armata. Per diversi mesi le attività della FAP sono ridotte al minimo e l’isolamento politico del gruppo locale ne penalizza ogni iniziativa.
La ripresa avviene tra la fine del 1979 e l’inizio del 1980 quando un piccolo gruppo di giovani studenti, non intimoriti dal clima repressivo, riprende le attività politiche. Sono da annoverare in questo periodo due importanti iniziative che caratterizzano l’attività degli anarchici pisani: la prima è la nascita durante l'estate del 1979 della Biblioteca intitolata a Franco Serantini che trova ospitalità nella sede della Federazione anarchica; la seconda è la collocazione del monumento che ricorda Franco Serantini in piazza S. Silvestro, inaugurato nel maggio 1982. L’anno successivo il nuovo gruppo di giovani anarchici darà alle stampe un bollettino interno con il titolo ''Autogestione'' e sarà protagonista di alcune iniziative culturali come la mostra documentaria ''«Avanti siam ribelli…» ''sulla storia dell’anarchismo dalla Prima Internazionale alla Guerra di Spagna (1871-1936). In questo anno la Federazione anarchica pisana spontaneamente si scioglie e una parte dei propri militanti da vita al Gruppo comunista-anarchico “Ugo Rindi” che sarà attivo a Pisa tra il 1983 e il 1985.