Democrazia proletaria

Tipologia Ente

Intestazione di autorità

Intestazione
Democrazia proletaria

Sede

Denominazione
Pisa

Date di esistenza

Data di istituzione/costituzione
1973-01-01
Note
1973
Data di soppressione/cessazione
1992-12-31
Note
1992

Natura giuridica

Qualifica
Partito politico, organizzazione sindacale
Qualifica
Privato

Storia istituzionale

Nel 1975, in occasione delle elezioni regionali, il Partito di Unità Proletaria per il comunismo (PdUP per il comunismo), Avanguardia Operaia (AO) e il Movimento Lavoratori per il Socialismo (MLS) promossero il cartello elettorale di Democrazia Proletaria, a cui aderirono, in sede locale, anche altre formazioni minori come l'Organizzazione Comunista marxista-leninista, la Lega comunista rivoluzionaria IV internazionale, la Lega dei comunisti.
L'anno dopo la coalizione fu integrata anche da Lotta Continua e presentò proprie liste alle elezioni politiche ottenendo l'1,5% dei voti.
Il 13 aprile 1978 DP si trasformò in partito. In essa confluirono l'ala minoritaria del PdUP (rappresentata dalla corrente di sinistra formata degli ex-PSIUP Vittorio Foa e Silvano Miniati e dagli ex MPL Giovanni Russo Spena e Domenico Jervolino, oltre che dalle cosiddette "Federazioni unitarie" e dall'area sindacale di Elio Giovannini, Antonio Lettieri e Gastone Sclavi), la maggioranza di Avanguardia Operaia, guidata da Massimo Gorla, Silverio Corvisieri e Luigi Vinci, e la Lega dei comunisti, guidata da Romano Luperini.
Durante le elezioni politiche del 1979 DP divenne il nucleo di una lista comune a tutta la Nuova sinistra (tranne il PdUP), comprendente anche ex membri di Lotta Continua, denominata Nuova Sinistra Unita (NSU). Ma mentre il PdUP con l'1,4% dei voti elesse 6 deputati, NSU riuscì a conquistare solo lo 0,8% dei voti e nessun seggio, causando demoralizzazione in tutta la coalizione, solo in parte recuperata nel giugno dello stesso anno dall'elezione a europarlamentare di Mario Capanna, e nelle elezioni amministrative dell'anno successivo dall'ingresso di rappresentanti nei principali consigli regionali, provinciali e comunali.
Dopo il crollo del Muro di Berlino nell'89, DP entrò in crisi, come del resto il PCI. Ma mentre quest'ultimo decise di abbandonare l'ideologia comunista per avvicinarsi a quella socialdemocratica e riformista, il partito scelse di diventare un punto di riferimento per coloro che rimanevano legati all'ideale comunista. Cominciò così un confronto politico con i settori del PCI contrari alla cosiddetta Svolta della Bolognina, organizzatisi nel Movimento per la Rifondazione Comunista (MRC), che portò a una graduale convergenza d'intenti.
Il 9 giugno 1991 si tenne a Riccione l’VIII (e ultimo) congresso di Democrazia Proletaria, in cui fu deliberato lo scioglimento del partito e l'immediata confluenza nel MRC, dando così vita al Partito della Rifondazione Comunista (PRC).

Note

Nota denominazione: ORG 8.1/36