BALDASSERONI, Amedeo
Intestazione di autorità
- Intestazione
- BALDASSERONI, Amedeo
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Livorno
- Data di nascita
- 28 maggio 1886
- Luogo di morte
- Livorno
- Data di morte
- 3 settembre 1921
Attività e/o professione
- Qualifica
- Operaio elettricista
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
Nasce a Livorno il 28 maggio 1886, di Pietro e Annunziata Orlandi. Capo squadra elettricista alla SELT (Società Elettrica Ligure Toscana), coniugato con Nella Frugoli, deceduta nel 1935, e padre di Libera, Libero e Leo; abitante ad Ardenza, in via del Littorale (ora via U. Mondolfi). Chiamato alle armi nel 1915, per la guerra, viene segnalato dalla Questura nell’elenco dei militari sovversivi. Fa parte del gruppo anarchico d’Ardenza e compare in una foto di gruppo – scattata ad Ardenza nel 1913 – a fianco dell’anarchico Errico Malatesta e di altri compagni, tra i quali Amedeo Boschi, fondatore del Circolo di studi sociali. Nel 1921, è fra degli Arditi del popolo d’Ardenza e la sera dell’11 agosto 1921, sul lungomare, viene mortalmente ferito, come il compagno Averardo Nardi, da una pistolettata sparata dallo studente fascista Tito Torelli. Sulla sua persona – come risulta dai verbali – vengono rinvenute una copia di «Umanità Nova» e una de «L'Avvenire anarchico». Ricoverato, in gravi condizioni agli Ospedali Riuniti, muore il 3 settembre ad Ardenza, presso la propria abitazione dove era stato infine trasportato. L’indomani, si svolge il funerale sovversivo, con grande partecipazione popolare, dal borgo d’Ardenza al locale cimitero dove viene tumulato. (M. Rossi)
Dopo la Liberazione, il 12 agosto 1945, su iniziativa del gruppo anarchico “Cittadini del mondo” di Ardenza, viene ricordato – assieme ad Averardo Nardi – con una manifestazione nel cortile “della Voltina” in via del Littorale (ora via U. Mondolfi), «alla presenza di circa trecento persone, in prevalenza anarchici». Intervengono Bruno Balardi per la sezione comunista d’Ardenza, Benedetti per la Federazione comunista di Livorno, il prof. Sacchini per il PRI e il CLN d’Ardenza, l’avv. Cocchella per il PSI, Leonildo Biasci per il gruppo anarchico di Montenero, Amedeo Penco per gli anarchici di Livorno, Augusto Consani e Amedeo Boschi per quelli d’Ardenza. Nell’aprile 1977, in occasione del conferimento da parte del Comune di Livorno di un attestato di ringraziamento ai livornesi perseguitati politici dal fascismo, i nomi di Nardi e Baldasseroni figurano nell’elenco dei riconoscimenti alla memoria degli antifascisti deceduti, ed assieme all’Attestato, venne consegnata ai congiunti una medaglia celebrativa dell’ANPPIA. (M. Rossi)
Fonti
Gli antifascisti livornesi che vennero perseguitati, «Il Telegrafo», 17 aprile 1977.
Bibliografia
T. Abse, ‘Sovversivi’ e fascisti a Livorno (1918-1922). La lotta politica e sociale in una città industriale della Toscana, Livorno, Quaderni della Labronica, 1990; ANPPIA, Federazione di Livorno (a cura di), Memorie dell’antifascismo livornese, Ospedaletto, Pacini, 1993; M. Tredici, Uberto Mondolfi il sindaco rosso. L’amministrazione socialista Livorno 1920-1922, Livorno, Media Print, 2022; C. Baldasseroni, Amedeo e Averardo: operai anarchici, vittime del fascismo ai suoi esordi, «Fuori binario», n. 259, Firenze, Febbraio 2024; M. Rossi, La battaglia di Livorno. Cronache e protagonisti del primo antifascismo (1920-1923), Pisa, BFS, 2021; Id., Ardenza 1921. Contro-inchiesta sull’assassinio politico degli arditi del popolo Nardi e Baldasseroni, Volterra, Archivio antifascista, 2024.