GORI, Giuseppe

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
GORI, Giuseppe

Date di esistenza

Luogo di nascita
San Miniato
Data di nascita
15 gennaio 1914
Luogo di morte
San Miniato
Data di morte
1945

Attività e/o professione

Qualifica
Calzolaio

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a San Miniato, nella frazione di Cigoli, il 15 gennaio 1914, da Virgilio e Dina Matteucci, calzolaio. Di famiglia umile, fin da piccolo aiuta il padre a gestire la bottega di calzolaio. Presto inizia ad appassionarsi alle arti e giovanissimo diventa membro della locale banda musicale dove suona il sassofono contralto. Nel 1932 si arruola volontario nell’esercito per due anni e nel 1934, all’età di 20 anni, si congeda con il grado di sergente. Ritornato a Cigoli inizia a frequentare gli antifascisti del luogo e proprio intorno al suo banchetto da calzolaio si radunano vari giovani della zona che condividono con Gori l’avversione al regime e una vicinanza all’ideale comunista. In questo periodo si forma culturalmente e inizia a scrivere poesie, partecipa attivamente al Soccorso Rosso e agli incontri del locale gruppo di simpatizzanti comunisti tenendoli in contatto con i gruppi di Santa Croce sull’Arno e Ponte a Egola. L’eco della sua attività arriva alla polizia fascista che, grazie presumibilmente ad un collaboratore dell’OVRA, riesce a smascherare la sua attività, così nella notte tra il 22 e il 23 luglio la polizia arriva a Cigoli e arresta Gori e altri sospetti comunisti del luogo. Nel contempo Gori, obbedendo agli ordini di partito, è entrato a far parte della Milizia con il compito di minare l’organizzazione dall’interno. Il 19 marzo 1939 il Tribunale Speciale per la difesa dello Stato condanna 38 comunisti, la maggior parte sono militanti che operano nelle zone di Pisa, Empoli e Firenze. La pena più pesante viene inflitta a Gori: 25 anni di carcere. Durante il processo il Presidente del Tribunale legge una lettera con la quale il comunista sanminiatese attacca il regime e rivendica il suo ideale comunista. È imprigionato prima a Portolongone in isolamento, poi a Pianosa dove esce dopo la caduta di Mussolini. Durante la prigionia scrive poesie che distribuisce tra i carcerati, ma la sua salute già debole subisce un forte peggioramento in questi anni e si ammala di tubercolosi. Rientrato a Cigoli, nonostante le pessime condizioni di salute, non rinuncia a partecipare alla Resistenza e assume il ruolo di dirigente del nuovo PCI nel CNL locale. Dopo la Liberazione è eletto Presidente dell’Ospedale di San Miniato, muore poco dopo, nel 1945, a soli 31 anni. Nel quarantesimo della sua scomparsa la comunità di Cigoli gli dedica una lapide la cui epigrafe recita: A GIUSEPPE GORI / calzolaio / antifascista / condannato a 25 anni di carcere / per aver lottato in difesa della libertà / e della giustizia sociale / il popolo di Cigoli nel quarantesimo della morte 1945-1985. (M. Bacchiet)

Fonti

Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Il Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato. Decisioni emesse nel 1939, Roma, Ufficio storico dello SME, 1994, Sentenza n. 53, 29 aprile 1939.

Bibliografia

D. Fiordispina, Giuseppe Gori e compagni : notizie, testimonianze e documenti sull'antifascismo sanminiatese, San Miniato, Comitato Giuseppe Gori di Cigoli, 1994; L. Diomelli [a cura di], Ricordo di Giuseppe Gori, in Ora e sempre Resistenza. Testimonianze dei protagonisti e documenti, Pontedera, Bandecchi e Vivaldi, 1995, p. 44; A. Marianelli, Eppur si muove! Movimento operaio a Pisa e provincia dall'Unità d'Italia alla dittatura, a cura di F. Bertolucci, Pisa, BFS edizioni, 2016, ad indicem.

Collezione

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