GIUSTARINI, Mario
Intestazione di autorità
- Intestazione
- GIUSTARINI, Mario
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Volterra
- Data di nascita
- 28 novembre 1904
- Luogo di morte
- Pisa
- Data di morte
- 24 ottobre 2002
Attività e/o professione
- Qualifica
- Alabastraio
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
Nasce a Volterra il 28 novembre 1904, da Pietro e Perlo Teresa, alabastraio. Giovanissimo aderisce alla Federazione giovanile socialista e dopo il Congresso di Livorno si iscrive alla Federazione giovanile comunista. Il 27 febbraio 1921 si trova a Firenze in via Taddea in visita, con altri militanti volterrani accompagnati da Leone Pinsi – comunista fiorentino impiegato a Volterra nella Tipografia Carnieri –, proprio alla sede de «L’Azione Comunista», poche ore prima dell’irruzione dei sicari fascisti che assassinano Spartaco Lavagnini. Nel 1924, durante la leva militare, instaura rapporti con altri soldati comunisti e sovversivi. In questi anni si occupa della distribuzione della stampa e dei giornali antifascisti ed è attivo nelle relazioni con gruppi e cellule del partito di altre città. Nel 1930 riesce a sfuggire agli arresti che a Volterra coinvolgono molti militanti comunisti e sovversivi.
Nel 1934 sposa Emilia Mechini e insieme si attivano per raccogliere fondi a sostegno delle famiglie dei comunisti volterrani incarcerati. La sua attività di propagandista non sfugge all’attenzione delle autorità che in quegli anni sottolineano che Giustarini «ha sempre professato idee comuniste, benché analfabeta esplicava occulta attività sovversiva specie tra gli infermieri del manicomio di Volterra dove anch’egli lavorava. Scaltro e intelligente aveva saputo acquistarsi non poche simpatie tra i compagni di fede» (Nota della Prefettura di Pisa al Ministero dell'Interno, 10 ottobre 1935). Durante la guerra civile spagnola organizza donazioni tra i militanti e i simpatizzanti per sostenere le famiglie dei miliziani italiani che combattono per la Repubblica spagnola.
Il 26 luglio 1943 in seguito alle manifestazioni di giubilo per la caduta di Mussolini è arrestato insieme a Nello Bardini, «Mirio» Grandoli, Fernando Lazzeri e Carlo Galgani dai carabinieri e imprigionato nel Maschio di Volterra. In carcere il gruppo di amici improvvisano una manifestazione di protesta al canto di «Bandiera rossa». Successivamente è trasferito nel carcere di Pisa dove viene liberato il successivo 30 settembre. Rientrato a Volterra, con altri militanti, tra questi Luigi Fanucci (poi rappresentante del PCI nel CLN), tiene rapporti con l’avvocato Fernando Frattini, Italo Bargagna, Ideale Guelfi, Ruggero Parenti e Aroldo Talamucci per attivare l’azione del partito nel volterrano. Quando Fanucci deve fuggire da Volterra perché in pericolo prende il suo posto nel CLN locale e mantiene i rapporti con il CLN provinciale. Nel dopoguerra è uno degli amministratori più longevi della storia d’Italia, viene eletto Sindaco di Volterra l’11 maggio 1946 e ricopre ininterrottamente la carica fino al 27 luglio 1980. È eletto senatore della Repubblica nel 1953, legislatura nella quale siede, come unico rappresentante del PCI, nell’Ufficio di Presidenza della Commissione speciale per l'esame del disegno di legge relativo alla concessione di indennizzi e contributi per danni di guerra. Muore a Pisa il 24 ottobre 2002. (M. Bacchiet)
Fonti
Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
Bibliografia
Antifascisti nel Casellario Politico Centrale, 18 voll., Roma, 1989-1994, v. 9, p. 368; Federazione comunista pisana, Gli ottant'anni di Mario Giustarini nella storia del PCI e di Volterra, Buti, La Grafica pisana, 1984; Mario Giustarini (1904 - 2002) un secolo della sinistra volterrana, a cura di R. Di Donato, Pisa, ETS, 2003; D. Benvenuti, P. Masiello, B. Signorini, Sovversivi. Lavoratori dell’alabastro nel Casellario Politico Centrale, Volterra, Collettivo Distillerie, 2014, p. 39.
Link esterni
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