BARGAGNA, Italo

Tipologia Persona

Date di esistenza

Luogo di nascita
Pisa
Data di nascita
3/04/1899
Luogo di morte
Pisa
Data di morte
27/04/1970

Attività e/o professione

Qualifica
Commesso di bar
Qualifica
Rappresentante di commercio

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Pisa il 3 aprile 1899 da Gino e Adele Meliani, commesso e agente di commercio. Fin da giovane aderisce al movimento repubblicano che in città ha una lunga tradizione che affonda le proprie radici nella storia del Risorgimento italiano. Negli primi anni della Grande guerra lavorava come commesso nel bar di uno zio materno, Ugo Meliani, in viale Principe Amedeo, attività necessaria al mantenimento della famiglia, vista la precoce morte del padre. Interventista, partecipa alla guerra come soldato semplice e viene ferito durante un trasporto di documenti. Ritornato in città assume l'incarico di Segretario della Sezione giovanile repubblicana, che mantiene fino allo scioglimento da parte del fascismo. Nel gennaio del 1921 viene fermato «per grida sediziose» insieme ad altri repubblicani, tra questi Mazzino Ghelardoni e Teonillo Brogiotti, perché cantano canzoni repubblicane fuori dal «Circolo Felice Orsini» a Porta Fiorentina. È uno dei promotori della sezione pisana dell’«Avanguardia giovanile repubblicana d’Italia» che inquadra, in formazioni di carattere militare, centinaia di giovani repubblicani in tutto il paese. Valido conferenziere è oratore in vari comizi cittadini e in occasione dei funerali del socialista Carlo Cammeo, assassinato dai fascisti in un agguato il 13 aprile 1921, interviene all'orazione funebre a nome dei repubblicani e dei gruppi giovanili. Subito dopo nasce a Pisa il «Comitato antifascista unitario» promosso da socialisti, comunisti e anarchici e, nonostante il parere contrario dei repubblicani, Bargagna aderisce e ne diventa uno dei più attivi organizzatori. Il movimento fallisce per contrasti interni ma Bargagna è assolutamente convinto che l'unico modo di contrastare la violenza fascista sia quella della difesa, anche armata e pertanto aderisce al movimento degli Arditi del popolo.

Nel 1924 è tra i fondatori del gruppo pisano di «Italia Libera», un nucleo ristretto di militanti, probabilmente non oltre trenta individui appartenenti alla corrente di sinistra del PRI ma, nonostante il fallimento di questa esperienza, Bargagna è ancor convinto della necessità di una lotta senza limite al fascismo, si avvicina quindi alla rivista clandestina «Non Mollare», guidata da Carlo Rosselli, Ernesto Rossi e Nello Traquandi, e ne diventa il principale diffusore nell'area pisana. In un cenno biografico della Prefettura di Pisa dell'ottobre del 1925 viene definito persona che «nel pubblico riscuote poca buona fama. È di carattere superbo e altezzoso […] quantunque abbia frequentato le sole classi elementari ha discreta cultura. Si comporta bene verso la famiglia […] appartiene a famiglia di fede repubblicana […] dal 1921 al 1925 coprì la carica di segretario della sezione giovanile repubblicana di Pisa […] è di facile parola e quindi capace di tenere conferenze e guidare i suoi compagni in azioni violente. Quando era a capo della disciolta avanguardia giovanile repubblicana, egli inquadrava militarmente i giovani per rintuzzare le squadre fasciste. Primo tra i primi, prese sempre parte alle manifestazioni interne ed esterne del suo partito […] In una perquisizione domiciliare […] gli furono sequestrati appunti attestanti la sua opera di propaganda allo scopo di preparare i giovani repubblicani alla riscossa […] Viene attentamente sorvegliato». La casa di Bargagna è frequentemente oggetto di perquisizioni e nel dicembre del 1926 è sottoposto ad ammonizione, provvedimento che, viene sospeso, nel marzo del 1928, in quanto, secondo la sicurezza pubblica Bargagna si astiene al momento «da ogni attività politica». Nonostante questa segnalazione il militante repubblicano è attentamente vigilato in quanto è sospettato di professare ancora idee repubblicane. Negli anni venti dimora in via dei Mercanti e nel 1930 vengono adottare nei suoi confronti, in occasione delle nozze del Principe ereditario, le classiche misure preventive di polizia che sono prese nei confronti degli antifascisti. Bargagna è arrestato e rinchiuso nel carcere di San Matteo, insieme ad altri antifascisti, tra questi i comunisti Guglielmo Taddei, Roberto Barsotti e Ottorino Guidi.

Nel 1930 trova impiego come agente di commercio in saponi e creme calzaturiere e ha la possibilità di viaggiare tra le provincie di Pisa, Livorno e Massa-Carrara fino a quando, pochi mesi dopo l'assunzione, la Prefettura di Pisa revoca la concessione di abbonamento ferroviario in quanto teme che Bargagna «possa avvalersi dell'abbonamento ferroviario per più agevolmente esplicare propaganda delle sue idee». In questo stesso periodo viene segnalata la sua presenza in riunioni che vengono fatte in casa di repubblicani che, secondo la Polizia, sono proprio «tenute e capeggiate da Bargagna». In questi anni si avvicina agli ideali comunisti considerando il PCdI l'unica realtà «rispondente alle esigenze di una lotta a fondo contro il fascismo e la sua matrice» e inizia ad organizzare la rete antifascista tra le provincie di Pisa e Livorno. Agli inizi degli anni quaranta è incaricato dal partito di aprire un confronto tra le altre forze antifasciste al fine di organizzare un’azione comune in vista della crisi del regime e, nella primavera del 1943, è uno dei fondatori del «Fronte Unico Antifascista» di cui fanno parte le forze politiche che dopo la caduta del fascismo costituiranno il CLN provinciale.

Nell'agosto del 1943 viene arrestato a Calci dove si sta dirigendo per trattare, con il comando militare italiano, la difesa della città di Pisa dall'occupazione tedesca e per recuperare armi per le formazioni partigiane. Fugge dal carcere dopo l'8 settembre e durante la Resistenza, assume il ruolo di commissario politico nella 23a Brigata Garibaldi. Nell'estate del 1944 è inviato a coordinare le azioni e le attività dei distaccamenti tra Livorno e Grosseto. Primo Sindaco di Pisa liberata su nomina del CLN, nelle prime elezioni amministrative pisane risulta il primo degli eletti e il 4 aprile 1946 è eletto Sindaco e segue la ricostruzione della città e la riattivazione dei servizi. Il 2 giugno 1946 viene eletto deputato della Costituente terminando il mandato il 31 gennaio 1948. A Italo Bargagna si deve la ricostituzione della Società Pisana per la Cremazione la cui attività era stata interrotta nel 1927 dal governo fascista. Tra gli altri incarichi Italo ricopre anche quello di Presidente del Consiglio federativo della Resistenza e di presidente dell'ANPI. Muore a Pisa il 27 aprile 1970. (M. Bacchiet)

Luoghi di attività

Luogo
Pisa

Fonti

Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Motivi di cronaca, «La nuova Italia», 22 gennaio 1921; I deputati comunisti per i collegi della Toscana, «L’Unità», 7 giugno 1946; Al traguardo del bilancio Bargagna è in perfetto orario, «L’Unità», 22 maggio 1951; È morto a Pisa il compagno Bargagna, «L’Unità», 28 aprile 1970; I. Bargagna, Le radici dell'antifascismo pisano, in Ora e sempre Resistenza. Testimonianze dei protagonisti e documenti, Pontedera, Bandecchi e Vivaldi, 1995, pp. 11-14. .

Bibliografia

R. Vanni, Fascismo e antifascismo in provincia di Pisa dal 1920 al 1944, Pisa, Giardini, 1967, ad indicem; Id., La Resistenza dalla Maremma alle Apuane, Pisa, Giardini, 1972, ad indicem; Ricordo di Italo Bargagna e del 50° anniversario della liberazione di Pisa, Pisa, Tipografia comunale, 1994; C. Forti, Dopoguerra in provincia: microstorie pisane e lucchesi, 1944-1948, Milano, F. Angeli, 2007, ad indicem; R. Bacconi, Saint Gobain. Un secolo di industria, lavoro e società a Pisa (1889-1983), Pisa, BFS edizioni, 2012, ad indicem; Vincenzo Peruzzo: ricordi del primo prefetto di Pisa dopo la liberazione (settembre 1944-ottobre 1946), a cura di C. Forti, Pisa, Pacini, 2012, ad indicem; G. Dinucci, Italo Bargagna in I deputati toscani all’assemblea costituente. Profili biografici, a cura di Pier Luigi Ballini, Firenze, Edizioni dell'Assemblea, Regione Toscana, 2018, pp. 74-77.

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