ZANCHETTA, Leonida
Intestazione di autorità
- Intestazione
- ZANCHETTA, Leonida
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Vicenza
- Data di nascita
- 27/01/1908
- Luogo di morte
- Vicenza
- Data di morte
- 11/11/1983
Attività e/o professione
- Qualifica
- Falegname
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
Nasce a Vicenza il 27 gennaio 1908 da Antonio e Vittoria Zavagnin, falegname e fattorino. Compiuta la quinta classe elementare, viene avviato al lavoro prima come apprendista falegname dipendente, poi come fattorino presso la cdl. Nel 1921, insieme al fratello maggiore Bruno (classe 1905), aderisce al pcdi, successivamente ricopre la carica di segretario della fgci provinciale. In quanto tale e come membro della locale Società di mutuo soccorso artigiani è schedato dalle Autorità come «pericoloso per l’ordine pubblico». Nel profilo compilato dalla Prefettura di Vicenza l’8 maggio 1925 si dice che è di «carattere piuttosto buono», intelligente e che «esercita discreta influenza fra i giovani comunisti di Vicenza e Provincia». Durante il fascismo è sottoposto a una stretta sorveglianza e più volte viene arrestato. A metà degli anni Trenta le autorità di polizia registrano che «continua a serbare regolare condotta in genere, senza dar luogo a rilievi o sospetti. Conduce vita ritirata, dedicandosi al lavoro ed alla famiglia, astenendosi da qualsiasi manifestazione politica e dal frequentare compagnie sospette» (Comunicazione periodica della Prefettura di Vicenza al Ministero dell’Interno Direz. Generale della ps, 11 gennaio 1935). Scoppiata la Guerra mondiale è assegnato al 38° “Battaglione territoriale bis” e distaccato presso il reparto a S. Croce del Lago in provincia di Belluno. Dopo l’8 settembre 1943 diserta e ritorna a Vicenza. Pochi mesi dopo si unisce alle formazioni partigiane ricoprendo vari incarichi durante la lotta clandestina. Nel dopoguerra è eletto segretario di una delle più grandi sezioni del partito di Vicenza. Dopo i moti operai di Berlino (giugno 1953) e la loro condanna da parte del pci togliattiano, Z. entra in crisi e invia le proprie dimissioni dal partito (dicembre 1953). In questo periodo ha un duro confronto con Stefano Schiapparelli – detto Willi, originario di Biella, militante di lunga data del partito, fuoruscito e miliziano durante la Guerra civile spagnola, partigiano in Emilia Romagna e poi nel Veneto, funzionario del pci nel dopoguerra e segretario della federazione vicentina – che non ha remore a definire l’“eretico” Z., nonostante militi nel partito dal 1921, con i tipici epiteti usati in questi casi dagli stalinisti dell’epoca: «titoista, traditore, confidente della Questura» (cfr. G. Pupillo, pp. 132-133). Le accuse ovviamente sono del tutto infondate e mostrano solo una debolezza politica della direzione del partito locale, incapace di affrontare una richiesta di dibattito aperto e di «diritto di critica e di libera espressione». Il pci vicentino in crisi subisce nel 1955 una perdita netta di iscritti di oltre il 13,7% rispetto all’anno precedente, un segno evidente che le “dissidenze” al suo interno avevano lasciato un profondo disagio. Z. in rapporto con Bruno Tealdo, altro dissidente comunista, allaccia un confronto politico con Filosofo e i gaap locali organizzando una rete di militanti che si raccolgono sotto la sigla di “Gruppi comunisti autonomi” e nonostante la “scomunica” del pci locale, che in una relazione definsce quell’esperienza «un movimento di agenti provocatori», essa rappresenta in quegli anni una significativa voce critica “antistalinista” a sinistra fortemente influenzata da elementi culturali e politici libertari. Abbonato e lettore assiduo de «L’Impulso», Z. si mantiene in rapporti con l’organizzazione comunista libertaria fino alla sua fusione con i gac. Con la nascita del Movimento della sinistra comunista vi aderisce partecipando ai convegni nazionali dell’organizzazione di Livorno (1957), Roma (1962) e Genova (1963). Nel 1964 aderisce al convegno di Padova (settembre) dei filo-maoisti organizzato da Raimondi e dai fratelli Bazzanella. Successivamente aderisce alla Federazione marxista-leninista per poi negli anni Settanta impegnarsi nella locale sezione dell’anpi e nella Federazione vicentina artigiani che contribuisce a fondare nel 1966. Muore a Vicenza l’11 novembre 1983. (F. Bertolucci).
Fonti
Fonti: Archivio centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Divisione Generale di Pubblica sicurezza, Divisione Affari Generali e Riservati, Casellario Politico Centrale, ad nomen; Archivio A. Cervetto, Savona; Archivio Biblioteca Franco Serantini, Carte GAAP, Comitato nazionale dei GAAP; Comune di Vicenza, Anagrafe.
Bibliografia: G. Pupillo, Il pesciolino rosso. I comunisti a Vicenza dal 1942 al 1990, Vicenza, Ergon, 2001; A. Cervetto, Opere 25. Carteggio 1959-65, Milano, Lotta comunista, 2019, ad indicem.