LIONELLO, Guido

Tipologia Persona
Guido Lionello, 1936 circa
Guido Lionello, 1936 circa

Intestazione di autorità

Intestazione
LIONELLO, Guido

Date di esistenza

Luogo di nascita
Chioggia
Data di nascita
16/11/1901
Luogo di morte
Dachau
Data di morte
22/05/1945

Attività e/o professione

Qualifica
Operaio
Qualifica
Marittimo

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Chioggia (VE) il 16 novembre 1901 da Antonio Giacinto e Anna De Gobbi, operaio e marittimo, schedato come comunista. La sua scelta di campo avviene nell'ambiente familiare intriso di sentimenti libertari e antifascisti; il padre, pescatore e anarchico, a seguito delle minacce fasciste nel 1920 è costretto a trasferirsi con la numerosa famiglia a Venezia, in una misera abitazione alla Giudecca. A Venezia Lionello stringe amicizia con l’anarchico Giulio Morandini, fuochista. Dopo il servizio militare prestato nella Regia Marina, Lionello s’iscrive, come timoniere, nei ruoli della Marina mercantile, aderendo alla sezione di Chioggia della Federazione Italiana dei Lavoratori del Mare.

Nel 1930 a Fall River negli USA diserta l'imbarco su una motonave italiana e nel 1932, dopo uno sciopero, viene arrestato per ingresso illegale nello Stato americano e per attività sovversiva. In questo periodo lavora anche come scaricatore e pittore ed è segnalato come appartenente al Marine Worker Industrial Union e ad una «sezione comunista» a Red Hook. Dopo un periodo d’internamento a Long Island, il 16 marzo 1933 è imbarcato coattivamente su un piroscafo diretto in Europa ma, giunto nel porto di Algeri, riesce a far perdere le proprie tracce e ad imbarcarsi con altri antifascisti su una nave diretta a Marsiglia. Al rientro in Italia, viene fermato a Ventimiglia dalle autorità italiane, in quanto inserito nel Bollettino delle Ricerche – Rubrica di Frontiera. Dopo aver scontato sei mesi di carcere a Venezia, riacquista la libertà seppure con “diffida” e sottoposto a vigilanza.

Non riuscendo a trovare un lavoro, nel maggio del 1934 emigra clandestinamente in Jugoslavia con alcuni connazionali. Arrestato sconta due settimane di carcere a Zagabria dopo di che viene espulso e accompagnato alla frontiera con l'Austria dove soggiorna a Graz. Da questo paese attraverso la Svizzera raggiunge ancora una volta la Francia stabilendosi a Marsiglia, sotto falso nome (“Berruti”). Nella città francese frequenta gli ambienti sovversivi ed in particolar modo quelli della Sinistra comunista, aderendo al Partito socialista come altri internazionalisti e scrivendo alcuni brevi articoli contro il regime a firma “Nautilus”. Inviso ai dirigenti del PCI per le posizioni antistaliniste è oggetto di diffamazione politica e personale, sconfessata da una Commissione d’inchiesta del Partito Socialista. La sua attività peraltro non passa inosservata e le autorità francesi lo arrestano una prima volta per propaganda sovversiva.

Il 12 e 13 ottobre 1935 Lionello partecipa al Congresso antifascista di Bruxelles e la polizia annota i suoi contatti con Bernardino Fienga noto esponente comunista di tendenza trotzkista. Il 19 marzo 1936 Lionello è nuovamente arrestato a Marsiglia «per contravvenzione al decreto di espulsione» e quindi costretto ad espatriare, senza documenti, in Spagna dove si stabilisce a Barcellona e trova lavoro a Badalona. Nonostante il tentativo di metterlo in cattiva luce operato da un informatore al servizio della polizia fascista che riprende le calunnie del PCI, ottiene il riconoscimento di “rifugiato politico” sotto la protezione del CUIRA (Comitato Unico Internazionale Rivoluzionario Antifascista) che a differenza del Soccorso Rosso non è egemonizzato dal PCI. Nel maggio 1936 scrive articoli sui giornali «Ultima Hora» e «La Batalla», organo del POUM.

Nel luglio 1936 prende parte alla sollevazione rivoluzionaria ed è tra gli insorti del POUM che occupano l’Hotel Falcon, facendo diversi prigionieri filofascisti, e durante la guerra civile si arruola nella Brigata “Lenin” del POUM in cui milita anche la sua compagna, la spagnola Júlia Gelada Terma. Dopo aver combattuto sul fronte d’Aragona, nel maggio del 1937 a seguiti degli scontri tra rivoluzionari e stalinisti è arrestato con l'accusa di essere un «trotzkista», Dopo sei mesi di carcere, tornato libero, riprende il proprio posto nel fronte antifascista rivoluzionario e, secondo un informatore, farebbe parte del Comitato anarchico italiano di Barcellona. Con l’avanzare delle forze franchiste e della controrivoluzione staliniana Lionello lascia la terra di Spagna rifugiandosi nell'estate del 1939 a Tolosa; durante la ritirata delle forze repubblicane, sotto un bombardamento aereo – probabilmente italiano – muore la compagna Júlia.

Nell'aprile del 1940 viene, come molti altri reduci della guerra civile spagnola, internato nel campo di concentramento di Gurs, dove si aggrega al gruppo dei prigionieri anarchici e come tale è considerato. Con l'inizio della Seconda guerra mondiale e l'invasione delle armate tedesche del territorio transalpino e scarse sono le notizie sui suoi movimenti. Nell'estate del 1941 viene «reclutato» come lavoratore dell'industria e trasferito in Germania, a Saargemünd, così come risulta da una tessera di lavoro conservata ed esposta presso il Centro di documentazione di Dachau. Nel luglio del 1942 viene arrestato insieme ad un altro lavoratore internato, anch’egli reduce della Spagna (Raimondo Nioi) con l’accusa di aver diffuso volantini bilingui sovversivi.

La speranza di far ritorno in Italia sfuma dopo l'annuncio dell'armistizio dell'8 settembre allorché Lionello, dopo quasi un anno di carcere nelle prigioni naziste di Saarburg, si trova ad Innsbruck in attesa di essere consegnato alle autorità italiane: viene invece trattenuto dalla polizia tedesca e nuovamente deportato, con il treno n. 11 partito da Trieste il 30 novembre, verso Dachau dove arriva il 10 dicembre 1943. Col n° di matricola: 60057, è classificato con la categoria
Schutzhaftlinge(prigioniero politico). In questo campo Lionello ritrova molti “internazionali” reduci della guerra civile spagnola e antifascisti italiani. Al termine della guerra, il 29 aprile 1945 il campo viene liberato dalle truppe statunitensi, ma dopo 17 mesi di prigionia che hanno irreparabilmente segnato il suo fisico, Lionello muore il 22 maggio 1945 presso l’ospedale americano di Dachau, probabilmente anche a seguito dell’epidemia di tifo. Viene sepolto nel cimitero comunale di Dachau. Successivamente il suo corpo viene esumato e traslato a Monaco di Baviera nel Cimitero militare italiano d’onore e successivamente al cimitero di San Michele, a Venezia.

Alla sua memoria nel 2002 l'amministrazione comunale di Chioggia ha deciso di intitolargli una piazza nei pressi del porto clodiense e nel gennaio 2019, su iniziativa dell’ANPI locale, in suo ricordo è stata collocata una Pietra d’inciampo
 in piazza Poliuto Penzo dove era nato. (M. Rossi)

Fonti

Fonti: Arolsen Archives. https://arolsen-archives.org, ad nomen; Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio Centrale dello Stato, Fondo Polizia Politica, Busta 7211, t. 26 “Lionello Guido”; Comune di Chioggia, Ufficio anagrafe.

Bibliografia: La Spagna nei nostri cuori 1936-1939. Tre anni di storia da non dimenticare, Roma, AICVAS, 1996, p. 267; Il libro dei deportati, ricerca del Dipartimento di storia dell’Università di Torino diretta da B. Mantelli e N. Tranfaglia, promossa da ANED Associazione nazionale ex deportati, Milano, Mursia, 2009, Vol. 1, tomi 1-3, p. 1228; M. Rossi, Due antifascisti clodiensi nella Guerra di Spagna, «Chioggia. Rivista di studi e ricerche», n. 23/2003 (e in «Rivista storica dell'anarchismo», n. 1/2003); D. Erba, Sovversivi. Incontri e scontri sotto la falce e il martello, Milano, All’insegna del Gatto Rosso, 2015, p. 177; F. Bertolucci, Gli anarchici italiani deportati in Germania durante il Secondo conflitto mondiale, «A : rivista anarchica», aprile 2017, pp. 63-98.
 

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