ZIGLIOLI, Elio

Tipologia Persona
Elio Ziglioli
Elio Ziglioli

Intestazione di autorità

Intestazione
ZIGLIOLI, Elio

Date di esistenza

Luogo di nascita
Lovere
Data di nascita
15/03/1927
Luogo di morte
Castellar del Vallès
Data di morte
3/10/1949

Attività e/o professione

Qualifica
Operaio

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Lovere (BG) il 15 marzo 1927 da Tobia e Bartolomea Volpi, operaio. Il padre lascia l’Italia per vari motivi, tra i quali la mancanza di lavoro e la sua adesione agli ideali comunisti. Si reca insieme ad altri Loveresi in Francia, precisamente ad Argenteuil, nel dipartimento della Val-d’Oise dell'Île-de-France, dove si era formata una piccola comunità di antifascisti organizzata in gran parte da Gaetano Gambini (1894-1979), operaio, sindacalista della FIOM, ex anarchico divenuto socialista, militante di rielievo nell’ambiente operaio di Lovere.

Elio resta a Lovere prima con la madre, poi coi nonni materni e paterni ed infine con gli zii Severo Ziglioli e sua moglie Francesca Caminada che lo considerano come il loro primo figlio (ne avranno altri tre). Frequenta le scuole a Lovere ed il circolo sportivo della fabbrica Ilva. Eccelle nel nuoto ma gli piace molto anche la montagna. Vive in un ambiente fortemente intriso di ideali antifascisti: uno zio che appoggia i partigiani, un maestro che lo inizia agli ideali di solidarietà e di libertà. È iscritto al CAI («Club Alpino Italiano») ma anche all’APEF, l’«Associazione Proletaria Educazione Fisica» che ha come motto:
sempre più in alto per la nuova umanità.

Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, con questo carico di idealità, va in Francia a trovare il padre. L’incontro diventa presto uno scontro tra il padre comunista e il figlio di idee libertarie. Durante la sua permanenza in Francia, dove rapidamente apprende oltre al francese, lo spagnolo (castigliano), il catalano e l’esperanto, frequenta l’ambiente dei fuoriusciti spagnoli. Il passaggio dall' amicizia personale alla condivisione politica e poi alla scelta solidale della resistenza armata è quasi inevitabile e naturale.

A Tolosa (Linguadoca, Occitania) incontra Pere Mateu Cusidó, segretario del coordinamento e responsabile dell’attività antifranchista nella penisola iberica, che lo presenta e consiglia ai membri della Federazione locale di Carmauç (Linguadoca, Occitania) de
lla Confederazione nazionale del lavoro in esilio (CNT), in modo che possano cercare un lavoro per tenerlo occupato. Il 20 settembre 1948 entra a lavorare in una miniera dell’azienda Houllières d’Aquitaine dove si occupa di utilizzare un raschietto (una macchina che rimuove il carbone dalle gallerie).


In quel periodo di lavoro nel sud della Francia, decide di attraversare i Pirenei per unirsi alla lotta clandestina con la resistenza antifranchista. Alla fine di maggio 1949 conosce a Tolosa Josep Sabaté Llopart (1910-1949), con il quale stringe un forte legame d’amicizia. (Uno dei figli di Josep si chiamerà Helios in ricordo dell’amico italiano) Il 4 giugno 1949 Ziglioli è arrestato, insieme a Emilio Auto Gracia, Ramon Pons (nome dietro cui si cela Caracremada) e Manuel Sabaté Llopart, a seguito di una perquisizione della fattoria Mas Tartàs al confine franco-spagnolo, dove il gruppo di anarchici ha la sua base logistica. Le autorità a Tartàs trovano un piccolo ma importante arsenale di armi. Ziglioli viene processato il 29 giugno 1949 e condannato a due mesi di prigione. In seguito, riconquistata la libertà, torma a Carmauç impiegandosi come muratore in alcuni cantieri edili ma poco dopo è richiamato dai suoi compagni per la sua prima azione al di là della frontiera franco-spagnola.

Ziglioli, chiamato anche Helios Ziglioli o Elios Ciclione
(nei verbali della Guardia Civil) con lo pseudonimo di Fernando García Bernón, passa il confine accompagnando il gruppo guerrigliero di «Los Primos», una formazione di recente costituzione formata da Saturnino Culebras Saiz (Primo), suo fratello Gregorio Culebras Saiz, José Conejos García, Manuel Aced Ortell (El Francès), Joan Busquets Vergés (El Senzill), Manuel Sabaté Llopart. Questa cellula clandestina viene guidata dal famoso maqui Ramon Vila Capdevila (Caracremada).

Il 4 settembre 1949 il gruppo lascia la base di Tartàs in direzione di Barcellona, con l'intenzione di compiere divers
e azioni di sabotaggio. Il gruppo non è molto preparato per lunghi trasferimenti, quindi si ferma per una sosta di una settimana alla base di Cal Moreno a Berga. Alla ripresa della marcia, vedendo le difficoltà del gruppo, i componenti decidono di fermare un'auto in transito sulla strada da Rocafort a Pont de Vilomara. L’auto è di proprietà dell'industriale di Manresa, Josep Pujol Viñas, che invece di fermarsi all’alt accellera tentando la fuga. I guerriglieri sparano in direzione dell’auto e feriscono alla schiena Emilia Cuadrado Martinez, la domestica dell’industriale. A questo punto, visto le condizioni gravi della donna, i guerriglieri del gruppo del “Los Primos” scelgono far proseguire la vettura perché la ferita venga curata.


L’incidente e lo scontro seguente tra i guerriglieri e l’industriale locale viene segnalato alle forze dell'ordine che immediatamente lanciano un’operazione di rastrellamento in tutto il territorio circostante. Joan Busquets e Saturnino Culebras, nel frattempo, partono per Terrassa per prendere il treno per Barcellona e poter contattare il gruppo di Josep Sabaté Llopart, anch'egli entrato in Catalogna in quel periodo. Dopo uno scontro a fuoco con la Guardia Civil, il giorno successivo riescono a raggiungere in treno Barcellona.

Nel frattempo, il resto del gruppo si è nascosto tra Matadepera e Castellar del Vallès, dove la mattina del 2 ottobre decidono di inviare Ziglioli a fare la spesa a Castellar del Vallès (Vallès Occidental). Il giovane anarchico italiano compra del pane al Forn de la Baixada e lattine e pancetta a Cal Truyols, dove il proprietario insospettito per l’atteggiamento di questo forestiero avvisa la Guardia Civile. I guerriglieri, una volta riforniti, si trasferiscono a Matadepera. Il giorno successivo Ziglioli nuovamente si avvicina in cerca di viveri a Matadepera ma questa volta è intercettato e arrestato dalla Guardia civile. I documenti falsi a nome di Fernando García Bernón non salvano il giovane rivoluzionario italiano che viene sottoposto ad un duro interrogatorio che ben presto sfocia in una vera e propria tortura

Il giorno seguente l’arresto,
la Guardia Civil decide di trasferire Ziglioli a Castellar del Vallès alla ricerca degli appoggi e delle armi del gruppo. Le autorità sospettano che i contadini del luogo abbiano dato ospitalità ai fuggitivi. Chi incrocia il gruppo di militari accompagnati dal prigioniero descrive l’uomo incatenato in condizioni gravi con evidenti segni di tortura. Ziglioli però resiste alle percosse e agli interrogatori e non fa i nomi dei propri compagni né di chi ha aiutato il gruppo nei giorni precedenti. Ziglioli viene freddato da un colpo d’arma da fuoco sparato da uno dei suoi aguzzini il 3 ottobre 1949 nei pressi di Pont de Ripoll a Castellar del Vallès.

Di lui da quel momento si perdono le tracce e la famiglia rimarrà all'oscuro della sua morte fino al 2018. La sua storia ritorna alla luce grazie al lavoro di ricerca di Argimiro Ferrero e Jordi Guillemont. Dopo gli esami del DNA, che ne confermano definitivamente l’identità, i suoi resti verranno riportati in Italia solo nei primi mesi del 2019. Verrà sepolto al suo paese natale il 13 maggio 2019, alla presenza dei sindaci di Castellar e di Lovere, dei suoi parenti e dei militanti anarchici e antifascisti. Sulla storia di questo guerrigliero anarchico italiano è stato prodotto un film-documentario da Pere Joan e dalla sua compagnia dal titolo:
Un vas d’aigua per a l’Elio. (Paolo Geroldi e Franco Bertolucci)

Fonti

Fonti:
Comune di Lovere (BG), Ufficio dello Stato civile; Gemma Domènech i Casadevall, Eulàlia Mesalles Godoy, Jordi Martí Rueda,
Il governo catalano cerca antifascisti italiani scomparsi durante la Guerra civile, http://www.toscananovecento.it/custom_type/il-governo-catalano-cerca-antifascisti-italiani-scomparsi-durante-la-guerra-civile, consultato il 10 ottobre 2020;
Elio Ziglioli, https://ca.wikipedia.org/wiki/Elio_Ziglioli, consultato il 10 ottobre 2020; Los restos del maqui Elio Ziglioli devuelven en Italia, https://web.gencat.cat/es/actualitat/detall/Les-restes-del-maqui-Elio-Ziglioli-retornen-a-Italia, consultato il 10 ottobre 2020; Grupo de Los Primos, https:HYPERLINK "https://www.diagonalperiodico.net/blogs/imanol/grupo-primos.html"//www.diagonalperiodico.net/blogs/imanol/grupo-primos.html, consultato il 10 ottobre 2020; Un vas d’aigua per a l’Elio, http://caudelguille.net/diari-daabord/109-zilclione, consultato il 10 ottobre 2020.

Bibliografia:
M. Franzinelli, Lotte operaie in un centro industriale lombardo : il proletariato loverese dal biennio rosso ai primi anni Cinquanta
, Milano, F. Angeli, 1987; Juan Busquets, Veinte años de prisión: los anarquistas en las cárceles de Franco, prologo de Ángel Urzáiz, Madrid, Fundación de estudios libertarios Anselmo Lorenzo, 1998; J. Clara, Ramon Vila, Caracremada, el darrer maqui català, Terrassa, Rafael Dalmau, 2006; A. Téllez Solá, Sabatè. La guerriglia urbana in Spagna (1945-1960), Ragusa, La Fiaccola, 2005 ; P. Geroldi, Uno per tutti!, «Studi e ricerche di storia contemporanea», n. 92 (dic. 2019), p. 75.

Collezione