BORGHINI, Bruno
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- BORGHINI, Bruno
- Tipo
- anagrafica
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Livorno
- Data di nascita
- 20/11/1894
- Luogo di morte
- Livorno
- Data di morte
- 24/11/1977
Attività e/o professione
- Qualifica
- vetraio
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
- Nasce a Livorno il 20 novembre 1894 da Arturo e Anita Andreani; vetraio, commerciante. Nel gennaio 1923 è aggredito da una squadra fascista a Livorno, assieme ad altri tre attivisti durante uno sciopero; nel 1926, dopo un primo arresto per tentato espatrio clandestino verso la Corsica, riesce a raggiungere Marsiglia imbarcandosi clandestinamente dal porto di Livorno con altri quattro antifascisti, comunisti e anarchici, (Alcide Cafferata, Corrado Faiani, Amilcare Rossi, Vezio Del Nudo) sul piroscafo francese “Liamone”, grazie alla complicità di alcuni marittimi. Nello stesso anno B. è rubricato come anarchico nel Casellario politico centrale; nel 1929 è iscritto in «Rubrica di frontiera» e successivamente inserito nell'elenco degli "Attentatori". Viene così descritto: «Statura 1.60, corporatura robusta, capelli neri lisci, colorito bruno, viso tondo, occhi neri, naso grosso, rughe sotto gli occhi, espressione rude».
A Marsiglia svolge propaganda antifascista e, tra il 1933 e il 1934, è sospettato dalla polizia fascista per la presunta intenzione di rimpatriare per attentare alla vita di Mussolini e di far parte di un complotto per compiere azioni terroristiche in Italia, assieme ad altri anarchici schedati, tra i quali Francesco Barbieri, Ugo Boccardi, Pompeo Franchi, Lorenzo Gaetano Berti, Silvio Sardi, Tommaso Biondi, Guido Lodovici, Edel Squadrani.
Nel 1934 s’incontra a Parigi con Bernardo Cremonini, "esponente anarchico" da tempo al servizio della Polizia politica italiana come informatore e provocatore; da costui ottiene un passaporto falso per rientrare clandestinamente in Italia e 300 franchi come sostegno economico. Appena varcata la frontiera Borghini è pedinato e quindi arrestato il 24 aprile 1935. Una volta nelle mani della polizia, crolla e inizia a collaborare: parla e firma anche un promemoria di tre cartelle dattiloscritte, dense di circostanze e nomi di fuoriusciti anarchici «sia di tendenze individualiste, sia di tendenze unioniste oppure sindacaliste» con i quali è entrato in relazione in Francia, Belgio e Lussemburgo. Tra gli altri, menziona il concittadino Vezio Del Nudo, suo compagno d'espatrio; Vittorio Malaspina di Sanremo, «dedito ad atti terroristici»; Ugo Boccardi di Sarzana, «tipo di organizzatore in materia di attentati terroristici».
Dopo che il fratello minore Ezio (nato a Livorno il 10 luglio 1902), anch'egli schedato come anarchico, era stato già “reclutato” nella sotto-zona di Pisa dell'OVRA (dal settembre 1934 al novembre 1935), pure B., nel maggio 1935 accetta di mettersi al servizio della Zona II dell’OVRA. La prima missione coincide con la sua condanna al confino per tre anni. Tradotto a Ponza, dove è confinato anche Sandro Pertini, è incaricato di spiare gli anarchici e i comunisti – soprattutto del litorale toscano - ivi reclusi. Per comunicare con l'OVRA, eludendo la stessa censura della Direzione del confino non al corrente del suo doppio gioco, B. utilizza un indirizzo convenzionale di Livorno dove invia lettere con messaggi scritti in inchiostro simpatico oppure con un codice segreto. In particolare, riferisce riguardo le intenzioni di espatriare, una volta scontata la condanna, che gli vengono confidate dai compagni e in merito alla loro «irriducibilità»; come avviene ai danni del giovane anarchico anconetano Aurelio Carotti, «di idee troppo spinte», tanto da fargli zelantemente suggerire una proroga del confino: «così metterà giudizio e avrà tempo di riflettere sull’avvenire».
Nel gennaio 1936, B. riconosce in una foto l’anarchico e sindacalista dell'USI Salvatore Salvadori, nato a Collesalvetti ma già attivo a Piombino, espatriato in Francia, permettendone l’identificazione da parte della polizia fascista. Rimesso in libertà il 14 maggio 1938, B. rientra a Livorno e continua a servire l'OVRA come «semplice osservatore», ossia riferendo circostanze interessanti apprese negli ambienti abitualmente frequentati. Nel gennaio 1939, B. risulta essere tra sette fiduciari toscani della Zona II (poi VIII) dell'OVRA, passata dalla direzione di D'Andrea a quella di Menechincheri. Tale ruolo continua sino al giugno 1941, dietro periodici compensi (accertati, rispettivamente, uno di L. 600 e un altro di L. 2400).
La prefettura di Livorno – forse non ritenendolo del tutto affidabile – ne decide l'internamento il 5 novembre 1941 presso il campo di concentramento di Manfredonia, da dove il 16 marzo 1942 tenta di evadere assieme a due detenuti comunisti (il livornese Assunto Tosi e l'umbro Pietro Celli). Arrestato il giorno seguente dai Carabinieri presso la stazione ferroviaria di Termoli, viene condannato dal pretore a tre mesi d'arresto, scontati nel carcere di Manfredonia. È quindi trasferito, sempre come internato, presso il famigerato campo di Istonio Marina a Vasto (Chieti), costituito da due edifici demaniali (ex- albergo Ricci e villa Marchesani) dove vengono reclusi, in pessime condizioni, centinaia di italiani e stranieri, anche ebrei, sino alla fine del settembre 1943.
Nel 1943, il campo già sovraffollato vede il trasferimento di molti italiani per fare posto a prigionieri slavi; B., ritenuto «elemento pericolosissimo di pessimi precedenti politici e penali» viene presumibilmente riportato nel carcere di Manfredonia e, il 4 luglio 1943, il questore di Foggia, con foglio di via obbligatorio, ne dispone il trasferimento alle isole Tremiti, dove giunge il 6 luglio 1943 e rimane probabilmente sino all'agosto 1943, quando torna in libertà. Resta invece da accertare un periodo trascorso al confino a Ventotene. Nel dopoguerra viene riconosciuto quale perseguitato antifascista. Muore a Livorno il 24 novembre 1977.
Il fratello Ezio, trasferitosi a Padova e «pregiudicato per reati comuni», secondo quanto segnala la Prefettura patavina, in data 11 agosto 1953 fonda il Movimento anticomunista italiano (MAI); muore a Padova il 5 maggio 1960. (M. Rossi)
Luoghi di attività
- Luogo
- Livorno
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell'Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; «Il Telegrafo», 9 gennaio 1923.
Bibliografie: M. Canali, Le spie del regime, Bologna, Il Mulino, 2004; M. Franzinelli, Sull’uso (critico) delle fonti di polizia, in Voci di compagni, schede di questura. Considerazioni sull'uso delle fonti orali e delle fonti di polizia per la storia dell'anarchismo, Milano, Elèuthera, 2002; Id., I tentacoli dell'OVRA: agenti, collaboratori e vittime della polizia politica fascista, Torino, Bollati Boringhieri, 1999; G. Galzerano. Angelo Sbardellotto. Vita, processo e morte dell'emigrato anarchico fucilato per l'«intenzione» di uccidere Mussolini, Casalvelino Scalo, Galzerano, 2003; G. Sacchetti, Carte di gabinetto. Gli anarchici italiani nelle fonti di polizia (1921-1991), Ragusa, La Fiaccola, 2015; I. Poerio, V. Sapere, Vento del Sud: gli antifascisti meridionali nella guerra di Spagna, Istituto "Ugo Arcuri" per la storia dell'antifascismo e dell'Italia contemporanea in provincia di Reggio Calabria, 2007; F. Bucci, Gianna Ciao Pointer, Michele Lenzerini, Salvadori Salvatore, Scheda biografica in DBAI; M. Pignotti, Alcuni percorsi dell'antifascismo toscano; dal primo fuoriuscitismo al consolidamento del regime, «Rassegna storica toscana», luglio-dicembre 2007, Firenze, Olschki; S. Carolini, Alfredo Bonelli (a cura di), Pericolosi nelle contingenze belliche: gli internati dal 1940 al 1943, Roma, Anppia, 1987; A. Del Pont et al. (a cura di), Antifascisti nel Casellario politico centrale, Roma, Anppia, 1988;
Fondazione Luigi Cipriani, Cronologia on-line (http://www.fondazionecipriani.it/Kronologia/Krono.htm);
-Costantino Di Sante, Dall’internamento alla deportazione. I campi di concentramento in Abruzzo (1940-1944) (http://www.associazioni.milano.it/aned/libri/di_sante.htm);
Vincenzo Pinto, Una storia poco conosciuta: il campo d’internamento di Istonio (http://palizzi.scuolalocale.it/2017/02/09/una-storia-poco-conosciuta-il-campo-dinternamento-di-istonio/676?e=palizzi)
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Arturo e Anita Andreani