BERTOLO, Amedeo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
BERTOLO, Amedeo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Milano
Data di nascita
17/09/1941
Luogo di morte
Milano
Data di morte
22/11/2016

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce il 17 settembre 1941 a Milano, in zona San Siro, allora periferia ancora rurale, da genitori immigrati dal Friuli. La madre Anna Gruarin è sarta e il padre Mario ha un’azienda artigianale che produce mosaici artistici e decorativi (anche i suoi dipendenti sono friulani). La casa popolare, in cui B. cresce con i genitori e con il fratello Gianni, nato nel 1946, dà su un cortile su cui si affacciano un centinaio di altre famiglie: intensa vita di vicinato, giochi maschili nei campi e per strada (le bambine giocano tra di loro), oratorio, messa alla domenica. Dopo le scuole medie, si iscrive al ginnasio e poi al liceo Parini. A quell’epoca si dichiara mazziniano e ateo, e legge Il Mondo e L’Espresso.

A sedici anni lascia la scuola per lavorare nel laboratorio del padre, in vista di un trasferimento lavorativo a Porto Rico, che poi invece sfuma. Tornato al liceo – questa volta al Berchet –, ritrova Roberto Ambrosoli, che aveva conosciuto al Parini, e con il quale approderà all’anarchismo rimanendo legato tutta la vita. Augusta Farvo, un’anarchica che teneva l’edicola non lontano da Piazza Duomo, gli fa conoscere pubblicazioni libertarie. Nel 1960 inizia a fare distribuzione militante di Volontà. Nel frattempo la famiglia, raggiunto un maggior benessere, lascia le case popolari di San Siro.

Tra la fine del 1960 e gli inizi del 1961 partecipa a incontri che il Gruppo libertario di Milano tiene, più o meno una volta al mese, nella sede del Partito repubblicano, fino a entrare a far parte del Gruppo Giovanile Libertario, che discute e diffonde volantini soprattutto nelle scuole e all’università. Per i primi due-tre anni i volantini vengono stampati a Genova grazie a Franco Leggio allora quarantenne – “un autodidatta con un marcato accento siciliano”, “con il suo sguardo fiero e i suoi baffi alla tartara”, come ricorderà B. anni dopo.

Nel 1961 si iscrive all’università, alla facoltà di Agraria. L’anno dopo, grazie a una sottoscrizione raccolta al liceo Berchet, il gruppo acquista un ciclostile manuale da portare clandestinamente in Spagna. B. parte in motocicletta (un Galletto della Guzzi) con il ciclostile che all’apparenza sembra una cassetta per pittore: dopo essere passato per Barcellona, vede a Madrid Luigi Gerli, uno studente di filosofia appartenente al Gruppo Libertario partito prima di lui (altro giovane partito da Milano per lo stesso scopo era Vittorio De Tassis detto “Lenin”); si dirige a Cadice, Almeria e Alicante dove s’incontra con i contatti indicatigli dalla rete Defensa Interior; e infine ritorna a Barcellona dove lascia il ciclostile con cui ha stampato volantini durante il viaggio.

Verso metà settembre giunge notizia (ne scrive brevemente Le Monde) di condanne – una a morte e due a trent’anni di reclusione – comminate a tre compagni di Barcellona accusati di attentati dimostrativi. Fingendosi il segretario del vicesindaco di Milano, B. telefona al viceconsole spagnolo Isu Elías per invitarlo a pranzo a un ristorante, offrendosi di passare a prenderlo in macchina. Amedeo e gli altri due giovani reduci dalla “missione” in Spagna coinvolgono nel progetto altri due membri del Gruppo Libertario – Gianfranco Pedron e Aimone Fornaciari –, e un paio di giovani universitari veronesi, socialisti, Alberto Tomiolo e Giambattista Novello-Paglianti. Il gruppo, armato di due pistole, sequestra il viceconsole il 30 settembre 1962 e lo porta in macchina in un rustico nei pressi della frontiera svizzera. Il viceconsole viene liberato dopo tre giorni. B. ripara a Parigi fino al processo, che si tenne a metà novembre. Il processo si conclude con il minimo della pena consentito dalla legge, e con l’attenuante di aver agito per motivi di “alto valore morale e sociale”. Quanto alle condanne di Barcellona, sono ridotte di un terzo, e la pena di morte commutata in trent’anni di carcere.

Nel 1963 B. partecipa alla fondazione del periodico Materialismo e Libertà, edito dal Gruppo Giovanile Libertario, di cui escono tre numeri. In quell’anno, nel piccolo locale utilizzato come redazione di Materialismo e libertà nel quartiere Garibaldi, B. conosce Pio Turroni, che indicherà come la persona più influente nella sua “educazione sentimentale dell’anarchismo” («con il suo basco da operaio, la sua faccia da muratore e la sua saggezza anarchica “vecchio stile”»). Turroni ha quasi sessant’anni, B. e gli altri del gruppo sono ventenni. Ancora grazie a Materialismo e libertà, e sempre nel 1963, B. conosce Nico Berti, venuto a Milano a incontrarlo (da Bassano del Grappa dove abita), con cui inizierà una lunga collaborazione.

Nel 1965 B. è tra i fondatori dei GGAF (Gruppi Giovanili Anarchici Federati), presenti nel Nord Italia; l’anno seguente (dicembre 1966) è tra i principali promotori del secondo incontro della Gioventù Libertaria Internazionale a Milano (il primo si era tenuto l’anno prima a Parigi). L’iniziativa, a cui partecipano una cinquantina di persone, vede la presenza di giovani francesi tra cui Daniel Cohn-Bendit, spagnoli in esilio in Francia come Tomás Ibáñez, Provos di Amsterdam, appartenenti ai GGAF di Milano e Torino e alla Federazione Anarchica Giovanile Italiana.

Nel neonato circolo Sacco e Vanzetti, costituito nel 1965, incontra Giuseppe Pinelli allora trentasettenne (“lui che era il più giovane dei vecchi anarchici diventa ora il più vecchio dei giovani anarchici”), e ventenni come Luciano Lanza; Cesare Vurchio ha allora trent’anni. Nel frattempo (1966) si laurea con una tesi in microbiologia e inizia a insegnare in una scuola superiore.

Gioventù Libertaria, in cui B. ha un ruolo di spicco, è una realtà presente nell’Italia settentrionale e allo stesso tempo un movimento transnazionale, come dimostra la vicenda della diffusione della A cerchiata, in cui proprio B. ha una parte importante. È lui infatti a riprendere nel 1966 in un volantino di Gioventù Libertaria il simbolo usato due anni prima da Tomás Ibáñez in un volantino ciclostilato delle Jeunesses Libertaires; nel 1969 la A cerchiata si diffonde in tutta Italia, di qui in Francia e quindi nel resto del mondo a partire dal 1972-73.

Dal febbraio 1967 all’aprile 1968, durante il servizio militare, B. rimane in contatto epistolare con i compagni tramite Antonella Frediani, anche lei militante, che in quel periodo diviene sua moglie. Nel maggio 1968 nasce il figlio Luca Libero. Finito il servizio di leva, riprende la militanza all’interno del circolo anarchico Ponte della Ghisolfa, costituito da qualche mese ma che inaugura la propria sede in piazzale Lugano il primo maggio 1968. È un circolo in gran parte di ventenni: il più vecchio è Giuseppe Pinelli, quarantenne; B. ha ventisette anni; Luciano Lanza ne ha 23, Paolo Finzi diciassette. Nel maggio di quell’anno, quando si iscrive all’ordine degli Agronomi, B. ottiene una borsa di studio all’Istituto di politica ed economia agraria. Nel biennio 1968-69 l’attività politica di B. nel Circolo è molto intensa. Nel novembre 1969 nasce la secondogenita Annalisa Libertad.

Nel 1969, assieme a Giuseppe Pinelli, Enrico Maltini e Umberto Del Grande, B. fonda la Croce Nera Anarchica, su esempio della britannica Anarchist Black Cross, pensata per difendere le vittime della repressione franchista ma fin da subito impegnata, come ricorderà B., “nella controinformazione, denunciare l’assassinio di Pinelli e affermare l’innocenza di Valpreda”.

Nel gennaio 1970 B. è tra i più attivi promotori dei GAF (Gruppi anarchici federati). Al primo incontro, del gennaio 1970, sono presenti i gruppi di Milano, Torino, Venezia, Genova, Mantova, Vercelli, Gattinara, ai quali si aggiungeranno in seguito i gruppi di Reggio Emilia, Valdobbiadene (Tv), Treviso, Dolo (Ve) e Como. “Il nostro tentativo – ricorderà B. – è stato quello di conciliare le varie tendenze del movimento spingendole a organizzarsi per affinità e non a convergere in un’unica federazione dentro la quale avrebbero continuato a litigare fra di loro”. I GAF si scioglieranno nel 1978.

Nel 1971 nasce A rivista anarchica, di cui Amedeo diventa direttore di fatto fino al 1974: a ventinove anni, è il più vecchio dei redattori e collaboratori; gli altri (Luciano Lanza, Fausta Bizzozzero, Nico Berti, Roberto Ambrosoli), sono tra i 25 e i 28; Paolo Finzi e Rossella Di Leo sono appena ventenni. La rivista, con diecimila copie effettivamente vendute, ha un grande successo. Nel 1971 B. si separa dalla moglie; Rossella Di Leo diviene sua compagna di vita e di militanza. In quell’anno comincia il lavoro di professore universitario presso l’università di Milano, prima come incaricato e poi associato, ricoprendo via via gli insegnamenti di Estimo rurale e Contabilità agraria, Estimo e Amministrazione delle imprese agro-zootecniche.

Nell’agosto 1973 B. si reca a Parigi a conoscere Louis Mercier Vega (“la persona che più mi ha influenzato dal punto di vista intellettuale”), di cui ha letto L’Increvable anarchisme, e di cui ha sentito parlare da Pio Turroni. In seguito all’incontro B. lascia A per occuparsi della rivista trimestrale Interrogations, che uscirà in diciotto numeri dal 1974 al 1979; nei primi due anni la rivista è pubblicata a Parigi in quattro lingue – inglese, francese, italiano, spagnolo – sotto la gestione di Mercier Vega e Georges Yvernel, per poi trasferirsi in Italia. Attorno alla rivista si forma una rete amicale e di collaborazione con cui B. rimarrà legato tutta la vita, e che comprende, oltre a Luciano Lanza e a Nico Berti, Eduardo Colombo, Heloisa Castellanos e Marianne Enckell.

Nel 1975 B. e Di Leo prendono in gestione da Pio Turroni le edizioni dell’Antistato, in cui pubblicano testi dell’anarchismo classico assieme a testi contemporanei (Mercier Vega, Colin Ward, Simon Leys).
L’anno successivo B. è tra i promotori, all’interno dell’esperienza dei GAF, del Centro Studi Libertari intitolato a Giuseppe Pinelli: il Centro, che pubblica un bollettino, promuove e gestisce una biblioteca, un’emeroteca e una serie di fondi archivistici (a cominciare da quello di Pio Turroni) che diventeranno un punto di riferimento per la ricerca e la riflessione libertaria, non solo in Italia. Contemporaneamente B. è impegnato nel dare vita, prima assieme ai GAF e in seguito assieme ai compagni che ne facevano parte, di alcuni convegni internazionali, i più importanti dei quali si tengono a Venezia: “Bakunin cent’anni dopo” (1976); “I nuovi padroni” (1978); “Sull’autogestione” (1979); “Tendenze autoritarie e tensioni libertarie nelle società contemporanee” (1984).

Nel 1985 B. e Di Leo chiudono le pubblicazioni dell’Antistato e nel 1986 fondano la casa editrice Elèuthera con lo scopo di cogliere, come ricorderà B., “gli stimoli culturali provenienti da un’area libertaria compatibile, ma non identificabile, con l’anarchismo”. La passione per questo progetto e l’impegno sono tali che nel 1997 B. chiede il pensionamento dall’Università per dedicarsi all’attività editoriale Dai cinque-sei titoli all’anno di Antistato, Elèuthera passa a pubblicarne dieci-dodici (in trent’anni ne pubblica in totale circa trecento), suddivisi grosso modo in tre filoni: uno, sempre più ridotto, legato al pensiero anarchico classico, un secondo dedicato al pensiero libertario (dall’ecologismo al femminismo), e un terzo rivolto a testi (di antropologia, urbanistica, etologia, ecc.) non strettamente libertari ma che possono essere letti in questa chiave. In sintesi, come è solito dire B., “Elèuthera è una casa editrice libertaria gestita da anarchici”. B. muore a Milano il 22 novembre 2016. (P. Brunello)

Fonti

Bibliografia: Ricordi autobiografici di Amedeo Bertolo in Id., Foto di gruppo con Pinelli, in Amedeo Bertolo, Camilla Cederna, Pier Carlo Masini, Corrado Stajano, Pinelli, la diciassettesima vittima, Pisa, BFS, 2006, pp. 11-14, e nella lunga intervista di Mimmo Pucciarelli ad Amedeo Bertolo realizzata nel 2003 con un’aggiunta del 2005, Elogio del sidro, in Amedeo Bertolo, Pensiero e azione. L’anarchismo come logos, praxis, ethos e pathos, Quaderni del Centro Studi Libertari-Archivio Pinelli, di prossima pubblicazione (Milano 2018); l’intervista fu pubblicata originariamente in francese in Éloge du cidre, in Laurent Patry, Mimmo Pucciarelli, L’anarchisme en personnes, Lyon, Atelier de création libertaire, 2006, pp. 149-221; una scelta di scritti di Amedeo Bertolo, in Id., Anarchici e orgogliosi di esserlo, Milano,Elèuthera, 2017; la sua carriera in un curriculum universitario, s.d. [1997], tra le sue carte personali. Un excursus storico che mette al centro l’anarchismo milanese in Giampietro Berti, Contro la storia. Cinquant’anni di anarchismo in Italia (1962-2012), Milano, Biblion, 2016.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Collezione

Persona

città