MONACI, Edoardo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
MONACI, Edoardo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Castel del Piano
Data di nascita
1883

Biografia / Storia

Nasce a Castel Del Piano (GR) il 2 gennaio 1883 da Salvatore e Cecilia Gianneschi, sarto. Dapprima socialista, si accosta all'anarchismo a Piombino, dove si trasferisce intorno al 1908. Membro del gruppo anarchico giovanile piombinese "L'Alba dei liberi" si mette in luce in occasione degli imponenti scioperi siderurgici del 1910-1911, rivelandosi - come rimarca la Prefattura di Pisa in un rapporto del 21 aprile 1912 - "uno dei più attivi sostenitori" di quelle agitazioni. All'incirca nel medesimo periodo M. inaugura una rubrica di corrispondenze per contro del pisano «L'Avvenire anarchico», firmandosi sovente con lo pseudonimo "Vindice".

Il 24 settembre 1912 dà alle stampe un numero unico (uscito come supplemento del periodico sindacalista «Il Martello»), per commemorare l'anniversario della morte dell'anarchico Alfredo Lecci, rimasto ucciso in uno scontro con le forze dell'ordine durante gli scioperi dell'anno precedente.

Al divampare del conflitto europeo M. - come anche testimoniato da una lettera di adesione a «Il Popolo d'Italia» del 25 novembre 1914, recante peraltro la firma di altri sei anarchici piombinesi - è tra i pochi sovversivi dell'importante centro industriale toscano (emblematico il caso del sindacalista Persindo Giacomelli) che passano al campo interventista, "vittime" - come commenta causticamente Amedeo Lamazzi sulle pagine di un numero unico antimilitarista a cura del Fascio rivoluzionario di Piombino - di "una triste illusione" («La Nostra guerra», 6 marzo 1915).

La svolta interventista di M. (che è anche gerente responsabile di «Libertà!», organo del Fascio piombinese d'azione internazionalista), inizialmente riconducibile ai tipici postulati dell'interventismo rivoluzionario, lo porta col passare del tempo su posizioni nazionalistiche, fino a determinare, nel primo dopoguerra, la convinta adesione al fascismo.

Iscrittosi al Fascio di combattimento piombinese nel gennaio del 1922, M. ne regge per qualche tempo la segreteria (guidandolo tra l'altro alla marcia su Roma). Indotto alle dimissioni nel marzo 1923 perché affiliato alla massoneria, è costretto suo malgrado a ritirarsi a vita privata. Riottenuta l'iscrizione al PNF il 4 febbraio 1933, nel dicembre dell'anno successivo viene radiato dal registo dei "sovversivi". S'ignorano luogo e data di morte. (A. Luparini)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.

Bibliografia: A. Luparini, Anarchici di Mussolini. Dalla sinistra al fascismo, tra rivoluzione e revisionismo, Montespertoli, 2001, ad indicem.

 

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

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