CIOTTI, Cesare

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
CIOTTI, Cesare

Date di esistenza

Luogo di nascita
Segni
Data di nascita
1872

Biografia / Storia

Nasce a Segni nel circondario di Velletri il 4 luglio 1872 da Antonio e Angela Maria Fralloni. Dalla Questura di Roma è descritto come un elemento che «gode di cattiva» e «di carattere prepotente e poco educato» e come un «fiacco lavoratore», ma al tempo stesso non può mancare di evidenziare quanto sia un uomo che «si comporta bene con la famiglia» e che «si dimostra corretto nella vita pubblica e privata», nonché «dotato di svegliata intelligenza e di limitata cultura». I suoi studi si fermano alle scuole elementari e, ancora giovane, si trasferisce a Roma dove si impiega come marmista nei tanti cantieri cittadini. Nella capitale, C. Inizia a frequentare gli ambienti sovversivi e, all’inizio degli anni novanta entra a far parte della Federazione Socialista Romana diventandone uno dei maggiori organizzatori ed esercita una certa influenza nel Circolo Giovanile Educativo Operaio. il Circolo è un organismo socialista ma che, in seguito alle leggi antianarchiche del 1894 che avevano costretto il movimento libertario alla clandestinità, è frequentato in maggioranza da elementi antiautoritari con i quali egli inizia una stretta frequentazione partecipando sovente ai loro incontri, fino ad aderire all’anarchismo di ispirazione individualista. Verso le autorità mostra un «contegno arrogante»; nell’ottobre 1896 in occasione delle nozze del principe di Napoli, subisce un primo arresto per motivi di ordine pubblico. Viene arrestato una seconda volta il 4 marzo1898 insieme ad altri anarchici e socialisti in occasione delle dimostrazioni di protesta per il cinquantenario dello Statuto ed è condannato a 15 giorni di reclusione per oltraggio alla forza pubblica. Nell’autunno dello stesso anno, in seguito all’assassinio della principessa Elisabetta d’Austria, è vittima di una retata della pubblica sicurezza contro 45 anarchici (tra cui il noto Ettore Sottovia); liberato insieme agli altri il 2 novembre viene scagionato del tutto dalle accuse il 30 dicembre. All’inizio del Novecento, C. prende casa in via dei Serpenti 44 nel popolare rione di Monti dove convive con la madre e uno zio sacerdote, con i quali è in ottimi rapporti; prosegue nella sua attività di marmista, ma lavora saltuariamente ricavando comunque quanto gli basta per il suo sostentamento. In questo periodo, è molto attivo nel movimento anarchico cittadino e, negli anni del primo dopoguerra, ne diventa «uno dei capeggiatori più in vista», tra i quali aderisce alla corrente individualista. In questo periodo fa parte dello stretto entourage di Enrico Malatesta che ne prepara il trasferimento in città, garantendone l’incolumità al suo arrivo. La relazione tra Malatesta e C. sembra essere molto stretta tanto che, oltre ad ospitarlo nella sua abitazione, la pubblica sicurezza ritiene quest’ultimo esserne il «trasmettitore di ordini». Con l’avvento del fascismo, è tra i contrari all’espatrio di Malatesta. In ogni caso, già dai primi anni del regime, C. abbandona ogni attività pubblica pur continuando a professare le sue idee, considerato dalle autorità un «irriducibile antifascista». Negli anni successivi, «nonostante la sua avanzata età mantiene tuttora integre le sue idee sovversive» e, perciò, il 24 giugno 1940, con la motivazione di essere «capacissimo di fare opera di sobillazione e di turbamento dell’ordine pubblico» viene disposto il suo internamento al confino di Ventotene. Nell’isola tirrenica incontra altri compagni d’idee come Alfredo Marsili della banda anarchica antifascista romana capeggiata dai fratelli Gentilezza. Il 14 gennaio 1941, C. viene confinato nel comune di Forino in provincia di Avellino. La misura restrittiva viene revocata l’8 maggio dello stesso anno per indicazione del ministero dell’Interno e C. può fare ritorno a Roma, dove liquida la sua piccola azienda di Arti grafiche sita in via Firenze, aperta negli anni precedenti e chiede il rinnovo del porto d’armi per un fucile da caccia che gli era stato maldestramente (ovvero senza consulto con l’Ufficio politico della Questura) concesso l’anno precedente, ma non gli viene concesso giacché «non dà alcun affidamento». Anziano e stanco, C. trascorre le estati dei primi anni ’40 nel piccolo centro di Fondi, ospitato dalla famiglia Allegrini. Il controllo poliziesco sulla sua persona perdura per tutto il ventennio fascista e prosegue anche oltre, le ultime notizie fornite dalla pubblica sicurezza sono infatti riferibili al 16 marzo 1944. S'ignorano luogo e data di morte (R. Carocci)

Fonti

Fonti: Archivio dello Stato di Roma, Questura, “Sorvegliati politici”, categoria A/8, busta 203, f. “Ciotti Cesare”; Archivio dello Stato di Roma, Gabinetto di Prefettura, busta 1393, fascicolo 11/5.

Bibliografia:
R. Carocci, Roma sovversiva. Anarchismo e conflittualità sociale dall’età giolittiana al fascismo (1900-1926), Roma, Odradek, 2012.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Antonio e Angela Maria Fralloni

Bibliografia

February 3 2017

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