POLIMENI, Antonino detto Corio

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
POLIMENI, Antonino detto Corio

Date di esistenza

Luogo di nascita
Palmi
Data di nascita
1893
Luogo di morte
Roma

Biografia / Storia

Nasce a Palmi (Rc) il 6 (o 9) marzo 1893 da Antonio e da madre ignota, barbiere-infermiere-custode notturno. Nel 1910 emigra in Argentina per raggiungere il padre, ma torna nel 1913 per adempiere agli obblighi di leva. P. – detto anche “Ninu u rizzu” - manifesta presto le sue tendenze politiche; già da ragazzo, infatti, distribuiva nel suo paese giornali sovversivi che gli arrivavano dagli Stati Uniti. L’avvento del fascismo non fa che rafforzare la sua personale battaglia per la difesa della libertà, condotta anche attraverso iniziative destinate a suscitare clamore; nel 1923, ad esempio, in occasione della visita di Michele Bianchi, provoca un corto circuito facendo cessare l’illuminazione pubblica poco prima della cerimonia. Abbonato al giornale anarchico «Pensiero e volontà», viene fermato più volte per misure di PS in occasione di ricorrenze e manifestazioni patriottiche. Il 31 agosto 1925 viene arrestato con l’accusa di correità nell’omicidio del capo manipolo della MVSN Rocco Gerocarni avvenuto a Palmi il giorno prima, ma viene prosciolto per insufficienza di prove. Costantemente sorvegliato, l’11 dicembre 1926 viene ammonito dalla Commissione provinciale di Reggio Calabria. P. fatica però ad attenersi alle prescrizioni imposte dalle autorità e pochi mesi dopo, il 17 marzo 1927, viene arrestato per contravvenzione all’ammonizione essendo stato sorpreso a giocare a carte in un’osteria. Anche in seguito prosegue nel suo impegno politico e, nel 1930, viene iscritto nell’elenco delle persone pericolose da arrestare in determinate contingenze. Il 26 aprile 1934 è denunciato al Tribunale speciale per la difesa dello Stato per associazione sovversiva; prosciolto dal giudice istruttore per insufficienza di prove, viene proposto nuovamente per l’ammonizione, non potendo sopportare il confino perché tubercolotico, assieme a Natale Borgese, Giuseppe Florio, Vincenzo Gioffré, Giuseppe Palermo e Domenico Santaiti (tutti appartenenti alla locale cellula comunista), venendo quindi ammonito dalla Cp di Reggio Calabria il 24 luglio successivo e poi prosciolto dai vincoli nel maggio 1936 in occasione della proclamazione dell’impero. Dopo qualche tempo chiede l’iscrizione al Pnf. Muore a Roma - dove si era trasferito nel 1938 - il 17 agosto 1942. (O. Greco)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Divisione generale di pubblica sicurezza, Divisione affari generali e riservati, Ammoniti e diffidati, b. 95, f. 710 RC, sf. 66.5 e 66.6, 1934, sf. 67.4, 1936, cc. 7, 1934 e 1936; Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Divisione generale di pubblica sicurezza, Divisione affari generali e riservati, Casellario Politico Centrale, b. 4063, f. 56571, cc. 73, 1926-1942; Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell'Interno, Divisione generale di Pubblica sicurezza, Divisione Affari generali e riservati, categoria S13A - Persone pericolose da arrestare in determinate contingenze, b. 11, f. 65 RC, 1929-1930 e 1933.
 
Bibliografia: K. Massara, L’emigrazione “sovversiva”. Storie di anarchici calabresi all’estero, Cosenza 2003, p. 16n.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Antonio

Bibliografia

2010

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