PERRI, Francesco
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- PERRI, Francesco
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Pizzo
- Data di nascita
- 1879
- Luogo di morte
- Roma
Biografia / Storia
- Nasce a Pizzo Calabro (Vv) il 22 gennaio 1879 da Rocco e Caterina Tarsia, giornalista-scrivano. Di condizione sociale abbastanza agiata, nel 1895 viene mandato dalla famiglia a Napoli a studiare scultura e anche per sottrarlo all’ambiente del sovversivismo locale, che stava già frequentando. Ma nel capoluogo campano, a contatto con una realtà più ricca e stimolante, P. intensifica – anziché ridurre - la sua azione politica. Nel 1896 si iscrive al Partito socialista e mantiene contatti molto stretti con i compagni di fede e soprattutto con il corregionale Antonino Di Bella di Nicotera (Vv). Combatte come volontario con i garibaldini in Grecia durante la quarta guerra russo-turca, poi torna a Pizzo e si iscrive al locale circolo socialista, collabora al giornale «Il Risorgimento» di Nicastro (oggi Lamezia Terme, CZ) e invia diversi articoli all’«Avanti!» firmandosi con pseudonimi; proprio per questo, secondo il prefetto di Monteleone (oggi Vibo Valentia), P. merita «una costante e diligente vigilanza, perché promette di diventare un agitatore pericolosissimo». Negli ultimissimi anni dell’Ottocento P. è effettivamente un attivo propagandista; pubblica anche un opuscolo in versi dal titolo La Voce, che il 15 ottobre 1897 viene sequestrato dall’autorità giudiziaria di Nicastro, mentre in seguito viene più volte arrestato e denunciato per reati di stampa e per affissione di manifestini sovversivi, venendo assolto o condannato a pene lievi. Il 9 dicembre 1898 viene assegnato al domicilio coatto per un anno e destinato a Lipari; liberato condizionalmente l’11 settembre 1899, è poi dichiarato idoneo al servizio militare e arruolato. Dopo aver soddisfatto agli obblighi di leva torna a Napoli. Qui, il 4 marzo 1900, il giornale socialista «La Propaganda» scrive: «Avvertiamo i partiti in lotta col governo che da qualche tempo si aggira in Napoli un sedicente anarchico, certo Perri Francesco, ex coatto di Lipari, che, a quanto ci consta, fra poco pubblicherà un giornale anarchico indipendente dal titolo “La Gogna”. Quelli che vogliono maggiori informazioni in proposito, leggano le diffide pubblicate dall’“Avanti!”, dalla “Questione Sociale”, e, recentemente, dall’“Avvenire Sociale”». In quell’anno, intanto, P. subisce una condanna a cinque mesi di reclusione per falsità e viene diffidato. Nel 1901 si stabilisce a Milano e riprende le pubblicazioni del giornale «La Gogna» (indicato nelle carte del CPC anche con il titolo «Alla Gogna»), mentre nell’anno successivo dirige «La domenica dell’operaio», poi sospeso per mancanza di fondi. Il 3 agosto 1903 subisce una nuova, pesante condanna a otto anni, undici mesi e 10 giorni di reclusione e un anno di vigilanza per associazione a delinquere a mezzo stampa dal Tribunale di Milano, pena ridotta prima in appello a due anni, dieci mesi e 15 giorni e successivamente a un anno e 22 giorni di reclusione dalla corte di appello di Brescia, alla quale era stato rinviato dalla Cassazione. Tornato a Milano dopo la liberazione, nell’agosto 1906 inizia la pubblicazione del suo nuovo settimanale, «Il Marchio». Essendosi reso contravventore agli obblighi imposti dalla vigilanza, in settembre subisce però una nuova condanna e nel luglio 1907 viene rimpatriato a Pizzo; ad aggravare ulteriormente la sua posizione, in questo periodo P. è anche sospettato di avere inviato al re una lettera anonima minatoria. Nel 1908 si trasferisce in Svizzera e risiede prima a Lugano e - l’anno successivo - a Bellinzona, dove trova lavoro come scrivano in uno studio legale. Anche durante il soggiorno svizzero viene sottoposto a procedimenti penali per reati commessi a mezzo stampa, sfuggendo all’arresto solo perché residente all’estero. Nel 1910 è a Parigi, da dove continua a pubblicare per qualche tempo il giornale «La Gogna» e dove rimane per alcuni anni tranne, forse, una breve permanenza in Belgio. Nel 1911 è nominato direttore ed amministratore del periodico «Roma Lutetica»; nello stesso periodo continua a frequentare gli anarchici italiani residenti nella capitale francese, fino a quando, nel 1916, a causa delle sue pendenze penali, non viene espulso dal paese. Nel marzo 1917 era detenuto a Berna sotto l’imputazione di spionaggio, venendo rilasciato poco tempo dopo. Entrato nei servizi segreti francesi, in seguito torna in Svizzera e si stabilisce a Ginevra, dove dirige il giornale «Le Document». Anche qui viene più volte arrestato perché sospettato di spionaggio e - nel luglio 1918 - processato per offese al popolo e all’imperatore tedesco a mezzo stampa, venendo condannato a 15 giorni di carcere. Espulso anche dalla Svizzera, nel 1919 torna in Italia, a Roma, dove nel 1924 inizia a pubblicare il settimanale proletario «Il documento». Muore nella capitale il 6 maggio 1935. (O. Greco)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Divisione generale di pubblica sicurezza, Divisione affari generali e riservati, Casellario politico centrale, b. 3874, f. 86804, cc. 204, più un foglio del giornale «La feuille» del 20 maggio, uno del 21 maggio ed uno del 22 maggio 1920, uno senza data e un foglio della «Gazzetta Lucana» del 24 febbraio 1924, un foglio del giornale «L’action radicale» del 28 dicembre 1918, uno del 15 marzo ed un altro del 29 marzo, questi ultimi due privi dell’indicazione dell’anno, 1897-1926 e 1939.
Bibliografia: K. Massara, L’emigrazione “sovversiva”. Storie di anarchici calabresi all’estero, Cosenza 2003, pp. 61 e 69.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Rocco e Caterina Tarsia
Bibliografia
- 2010