MELONI, Antonio

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
MELONI, Antonio

Date di esistenza

Luogo di nascita
Mosciano Sant'Angelo
Data di nascita
1882

Biografia / Storia

Nasce a Mosciano Sant’Angelo (Te) l’11 febbraio 1882 da Raffaele e Adelaide Rodomondi, operaio meccanico nelle FFSS-fabbro ferraio. Già socio del circolo socialista del suo paese, nel 1907 trova lavoro presso le officine ferroviarie di Rimini, dove è solito frequentare la compagnia di anarchici. Nel 1907, sul numero unico intitolato «L’urlo della canaglia» edito a Piombino (Li), pubblica l’articolo L’adolescenza di un futuro abate, nel quale si dichiara anarchico. Licenziato nel novembre 1908 per assenza arbitraria, dopo alcuni mesi parte alla volta di Buenos Aires, da dove viene immediatamente segnalato in quanto entra a far parte del gruppo “Il ribelle”, dove acquista ben presto una certa influenza impegnandosi attivamente a raccogliere denaro per la riorganizzazione degli anarchici italiani residenti in Argentina. Per sfuggire alle leggi eccezionali proclamate con lo stato d’assedio, M. si allontana per qualche tempo dalla città e, assieme al connazionale e compagno di fede Reginaldo Casacci, si porta nella provincia di Tucumán per raccogliere somme di denaro da devolvere alla causa. Nel luglio 1911 viene arrestato con l’accusa di falsificazione di monete e fabbricazione di esplosivi; in tale circostanza, conferma alle autorità di PS i nomi dei suoi complici – tra cui gli anarchici calabresi Giuseppe Condò e Alfredo Polonio – ai quali imputa il fallimento dell’azione. M. spiega infatti nel corso dell’interrogatorio che, essendosi essi allontanati da lui senza preavviso, lo avevano indotto a intraprendere per ripicca fra gli altri compagni del gruppo un’accanita propaganda «contro tutti quei settari che, obbedendo alle proprie tendenze criminali, accreditavano, anche solo inconsapevolmente, la opinione radicata qui che gli anarchici sono dei delinquenti». Il suo atteggiamento fa ovviamente il gioco della polizia, cui «mancava un accusatore reciso degli organizzatori ed esecutori delle operazioni delittuose… Così fu che, arrestato, il Meloni dichiarò, di fronte a Polonio Alfredo e a Giuseppe Condò, che erano unicamente essi i responsabili, e ad essi fece risalire la causa della possibile compromissione e perdita di altri, eventualmente sospettati come complici». Rilasciato dopo pochi giorni, M. – cui Polonio scrive dal carcere una lettera durissima – fugge da Buenos Aires probabilmente per sfuggire a possibili vendette e il 31 marzo 1912 si imbarca per Genova. Giunto in Italia, si stabilisce a Reggio Calabria presso il fratello Carlo, trovando lavoro come operaio meccanico nelle FFSS. Nel settembre 1915 è richiamato alle armi e inviato in zona di guerra. Tornato a Reggio Calabria alla fine del conflitto, anche negli anni successivi continua a professare idee libertarie, ma senza svolgere propaganda, fino a quando, nel 1935, chiede e ottiene l’iscrizione al Pnf, venendo pertanto radiato dal novero dei sovversivi. Si ignorano luogo e data di morte. (O. Greco)
 

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Divisione generale di pubblica sicurezza, Divisione affari generali e riservati, Casellario politico centrale, b. 3215, f. 27499, cc. 100, 1907-1938.
 
Bibliografia: O. Greco, Anarchici calabresi in Sudamerica, in Calabresi sovversivi nel mondo: l’esodo, l’impegno politico, le lotte degli emigrati in terra straniera (1880-1940), a cura di A. Paparazzo, Soveria Mannelli 2004, p. 137n; K. Massara, L’emigrazione “sovversiva”. Storie di anarchici calabresi all’estero, Cosenza 2003, p. 37n.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Raffaele e Adelaide Rodomondi

Bibliografia

2010

Persona

Collezione

città