LAGANÀ, Saverio
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- LAGANÀ, Saverio
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Reggio Calabria
- Data di nascita
- 1868
Biografia / Storia
- Nasce a Reggio Calabria il 17 febbraio 1868 da Vincenzo e Giovanna Anastasio, studente universitario-imbianchino. Trasferitosi a Napoli per motivi di studio, nel 1896 prende parte ai disordini verificatisi in quell’ateneo, dal quale viene poi espulso per avere ferito gravemente con un coltello un suo collega. Nell’aprile 1897 è proposto per l’ammonizione; in tale periodo, L. aveva manifestato il proposito di compiere atti terroristici in occasione dell’inaugurazione del monumento a Vittorio Emanuele II. In occasione dei moti popolari del 1898 - che determinano in maggio la proclamazione dello stato d’assedio a Napoli – alimenta la protesta delle masse, per cui il 13 giugno viene assegnato al domicilio obbligatorio nell’isola di Procida (Na). Il 2 settembre successivo viene arrestato per oltraggio agli agenti della forza pubblica e condannato a 4 giorni di reclusione. In quell’anno, scrivono di lui le autorità di polizia: «Non ha fede ben decisa, e data la volubilità del suo carattere, non può stabilirsi con precisione in qual partito milita. Ha però tendenze manifeste all’anarchia come lo dimostrano i suoi precedenti, la sua natura turbolenta e le sue abitudini al disordine ed alla violenza». Proposto nuovamente per l’ammonizione, cui poi non viene dato luogo, la sera del 10 settembre successivo partecipa alle manifestazioni scoppiate in seguito alla condanna di Dreyfuss, venendo denunciato all’autorità giudiziaria. Il 1° marzo 1902 viene arrestato per essere stato uno dei principali promotori di un’agitazione studentesca, venendo poi lasciato in libertà previa diffida; in quell’anno consegue la laurea in lettere e filosofia. Nel 1906, assieme al compagno di fede Umberto Vanguardia, pubblica il periodico anarchico «I Ribelli», ma viene denunciato all’autorità giudiziaria per contravvenzione alla legge sulla stampa periodica; nell’ottobre di quell’anno, non essendo stata permessa la pubblicazione del giornale in quanto la procura generale del re aveva riscontrato «nel titolo figura di reato», assume la direzione del periodico «I Picconieri», che è di fatto una continuazione del primo. A novembre viene arrestato per l’omicidio del docente universitario Giovanni Rossi; per tale reato, con sentenza dell’agosto 1909, la Corte d’Assise di Napoli lo condanna a trent’anni di reclusione e dieci di vigilanza speciale. Muore nel manicomio giudiziario di Aversa (CE) il 25 febbraio 1925. (K. Massara)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Divisione generale di pubblica sicurezza, Divisione affari generali e riservati, Casellario politico centrale, b. 2694, f. 59395, cc. 44, 1898, 1901-1910 e 1935.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Vincenzo e Giovanna Anastasio
Bibliografia
- 2010