GIORDANO, Paolo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
GIORDANO, Paolo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Catanzaro
Data di nascita
1887

Biografia / Storia

Nasce a Catanzaro il 2 maggio 1887 da Francesco e Raffaella Sgrizzi, falegname-ebanista-negoziante di mobili. Già iscritto al Partito socialista e autore di alcuni articoli pubblicati sul giornale «Calabria Avanti!», il 21 gennaio 1906 partecipa al comizio “Pro popolo russo” svoltosi nella sua città in qualità di rappresentante del gruppo anarchico e spedisce ad alcuni compagni di New York diverse copie del manifesto Pro rivoluzione russa, che avrebbe dovuto essere distribuito in quella e in altre città degli Stati Uniti dagli anarchici italiani. In quel periodo G. vuole costituire a Catanzaro un circolo di studi sociali e si attiva per raccogliere materiale di propaganda. Nell’agosto 1908, dopo una breve permanenza a Roma, si reca a Parigi insieme al compagno Carmelo Carletti, con il quale vive per qualche tempo nello stesso albergo, continuando a svolgere attiva propaganda; infatti pubblica sul giornale anarchico «Combattiamo» un articolo dal titolo XI novembre 1887 e partecipa a numerose conferenze e riunioni. G. si dimostra in effetti un propagandista attivissimo. Nel gennaio 1909 le autorità diplomatiche italiane in Francia informano il Ministero dell’Interno che, durante una riunione, G. aveva parlato «a lungo dell’anarchia, del suo scopo e dei suoi mezzi, invitando i compagni ad agire a secondo della loro esperienza di militanti ed invitandoli a ricordarsi delle più grandi precauzioni». Il 6 e il 13 febbraio successivi pubblica sul giornale anarchico di Milano «La Protesta Umana» due articoli intitolati rispettivamente Per abbattere lo Stato e Altro che antropologia. Nel luglio dello stesso anno, mentre si trova per lavoro a Nogent-sur-Marne, riceve da un compagno di fede che vive a Nizza, soprannominato “Girovago” e “Indomabile”, una lettera nella quale questi, oltre a criticare l’operato di Clemenceau, Briand, Viviani e altri, informa G. che i compagni italiani residenti in città avevano rivolto un appello a quelli spagnoli per invitarli a prestare loro un efficace aiuto nella lotta contro la borghesia. Nell’agosto successivo G. torna a Parigi, dove il 14 ottobre, durante la manifestazione di protesta per la fucilazione di Francisco Ferrer, spara contro un edificio e lancia tre bottiglie d’inchiostro sul muro e sullo stemma dell’Ambasciata di Spagna a Parigi gridando «Abbasso il governo spagnolo»; per tali reati e per omessa dichiarazione di straniero, viene arrestato e condannato a 3 giorni di prigione e 60 lire di ammenda. Il giorno dopo, il giornale antimilitarista di Bologna «Rompete le file» pubblica una sua corrispondenza da Parigi dal titolo Al soldato. Nella capitale francese G. svolge un’attività politica instancabile. Nel 1910 redige una circolare che avrebbe dovuto dare notizia della nascita del quindicinale anarchico «Germinal», nella quale si legge tra l’altro: «... A Parigi, centro delle idee, avanguardia di tutte le iniziative, è sentito il bisogno di un foglio in lingua italiana che non sia organo di partiti, di Consolati, di cricche più o meno interessate, di affarismi; un giornale in lingua italiana non irredentista, antipatriottico, antisocialista, antimonarchico, antirepubblicano; un giornale che non sia il portavoce di associazioni create a scopi egoistici, che non sia l’organo di gruppetti e di camarille, di alti e bassi titolati; un giornale, in una parola, che sia esclusivamente voce ed eco di sfruttati e affermazione libera e sincera di proletari del braccio e del pensiero... Germinal che sia accolto con un grido di simpatia ed un sorriso di speranza, o con una bestemmia ed una parola d’odio, non cesserà di essere la scure per demolire e la fiaccola per illuminare e proseguire negli ardui cimenti delle lotte per la conquista del pane e della libertà». Contemporaneamente si fa promotore di una colletta a favore del nuovo periodico libertario di Napoli «La plebe», mentre il 27 agosto partecipa a una riunione di antifascisti nel ristorante “Nerucci” di Marsiglia, nel corso della quale informa i compagni di fede - ai quali consegna opuscoli e materiale di propaganda - che avrebbe tentato di fondare nella capitale francese un giornale anarchico e che, se non fosse riuscito nello scopo, sarebbe tornato a Marsiglia per proseguire tale impresa con la collaborazione – appunto – di Raffaele Nerucci. G. prosegue intanto nella sua azione di propaganda e a sostegno dei compagni in difficoltà, promuovendo ad esempio una sottoscrizione a favore dell’anarchico calabrese Ferdinando Alò, il quale, da San Lucido, gli aveva scritto chiedendogli di inviargli il denaro occorrente per recarsi a Parigi e sfuggire così ai suoi guai giudiziari. Il 12 settembre 1914, a causa della guerra, torna in Italia con la moglie e il figlio prendendo temporaneamente alloggio a Catanzaro presso il fratello Ferruccio; dopo qualche giorno si sposta a Belmonte Calabro (Cs) trasferendosi poi a Fiumefreddo Bruzio (Cs); in quell’anno viene anche segnalato perché invia oblazioni a favore del giornale anarchico «Volontà» di Ancona. Recatosi a Napoli alla fine dell’agosto 1915, in settembre torna a Parigi da solo. Qui, a causa del conflitto e della sua ormai accertata pericolosità, viene sottoposto ad una sorveglianza ancora maggiore, ma questo non gli impedisce di proseguire nella sua azione di resistenza. Il 5 novembre 1917, ad esempio, partecipa con altri anarchici italiani ad un pranzo al ristorante “Pizzati” durante il quale inneggia alla disfatta dell’Italia e della monarchia, inveendo contro quei compagni di fede che si erano dichiarati favorevoli alla guerra. Negli anni Venti, improvvisamente, G. sembra non interessarsi più di politica, ma nel 1931 è invece nuovamente segnalato in quanto continua a professare principi antifascisti e a mantenersi in contatto con elementi massoni, per cui viene confermata la sua iscrizione in «Rubrica di frontiera» per il provvedimento di perquisizione e vigilanza e viene anche richiesta la sua iscrizione nel “Bollettino delle ricerche”. Nello stesso anno, inoltre, la moglie di G. invia a Rosa Marano di Belmonte Calabro un numero della rivista francese «Vu» vietata in Italia e sequestrata poi in luglio dalle autorità. La notte tra il 20 e il 21 novembre 1936, G. giunge a Grosseto insieme al fratello Bruno e ad Antonio Tiezzi, quest’ultimo iscritto in un elenco di sovversivi della provincia di Siena come socialista. Fermati temporaneamente, i tre vengono poi soltanto perquisiti e segnalati, proseguendo il loro viaggio alla volta di Roma. Dopo essere passati da varie città italiane ed essersi recati anche in Calabria, vengono raggiunti dalla figlia di G. - Astrea – e poi rientrano in Francia ai primi di dicembre. Successivamente G. si allontana dagli ideali libertari. Essendo stato nominato vice presidente dell’associazione dei fabbricanti di mobili ed avendo dato il suo appoggio materiale alle opere assistenziali del fascio, si lamenta anzi con le autorità consolari italiane per la vigilanza alla quale è ancora sottoposto; nel 1937 viene quindi radiato dal novero dei sovversivi e contemporaneamente viene richiesta la revoca della sua iscrizione in «Rubrica di frontiera» e nel “Bollettino delle ricerche”. Nel 1942 scrive al console generale d’Italia a Parigi rinnegando la sua condotta politica precedente – che definisce «utopie giovanili» - e affermando i propri sentimenti patriottici. Si ignorano luogo e data di morte. (K. Massara)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Divisione generale di pubblica sicurezza, Divisione affari generali e riservati, Casellario politico centrale, b. 2424, f. 53940, cc. 216, 1906-1917, 1920-1921, 1925-1937 e 1941-1942.

Bibliografia: K. Massara, L’emigrazione “sovversiva”. Storie di anarchici calabresi all’estero, Cosenza 2003, pp. 59-62, 68 e 85.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

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Note

Paternità e maternità: Francesco e Raffaella Sgrizzi
Altri familiari: Bruno Giordano

Bibliografia

2010

Persona

Collezione

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