DAMIANO, Michele

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
DAMIANO, Michele

Date di esistenza

Data di nascita
March 29 1903

Biografia / Storia

Nasce a Canosa di Puglia (BA) il 29 marzo 1903 da Leonardo e Rosa Lombardi, contadino, meglio conosciuto come Michele Damiani. Di modesta cultura ma di intelligenza vivace, “facile parlatore – per come lo descrive il prefetto di Bari – e lettore appassionato di libri e pubblicazioni sovversive”, D., dopo una breve esperienza nel psi, abbraccia, men che ventenne, le idee libertarie, delle quali non manca di “fare efficace propaganda […] nella massa dei contadini”. Fondatore nel 1921, assieme ad altri, del gruppo anarchico “Luce”, si distingue per il suo ruolo di organizzatore nelle agitazioni sociali del movimento contadino della zona e per l’attiva presenza in tutte le manifestazioni politiche, subendo numerosi fermi di polizia “per il suo contegno spavaldo e provocante” a fronte degli avversari e delle Autorità. “Antifascista accanito”, sostiene nel 1923 uno scontro a fuoco con elementi fascisti del luogo e anche dopo il consolidamento del regime non dà alcun “segno di ravvedimento” e si mantiene fermo nei suoi convincimenti politici e ideali: nel giugno del 1929 è accusato di avere fomentato disordini durante una locale festività religiosa “per avere, col suo atteggiamento irriverente, urtato il sentimento religioso della popolazione”. Nell’aprile del 1932, avendo, in tempi di accentuato disagio sociale, “ripreso con più accanimento la sua subdola attività coll’intendimento preciso di generare nell’animo degli onesti lavoratori sentimenti di odio e di disprezzo contro le Istituzioni create dal Regime, e con la segreta speranza di creare tra le masse di disoccupati malumori e sentimenti di rivolta”, viene, su richiesta del prefetto di Bari, colpito dal provvedimento dell’ammonizione, da cui sarà prosciolto nel mese di novembre dello stesso anno “in seguito ad atto di clemenza di S.E. il capo del Governo”. Ma della riacquistata libertà d’azione D. si avvarrà per tessere, in concorso con il fratello Antonio (Canosa 17 giu. 1906) e almeno un’altra dozzina di giovani antifascisti del luogo, il progetto di una sommossa armata che sarebbe dovuta scoppiare il 15 gennaio 1933 e che avrebbe dovuto portare all’assalto di alcuni edifici pubblici e “all’uccisione dei preposti ai pubblici uffici ed alle organizzazioni del Partito Fascista”. Sventata la trama rivoltosa dall’intervento della polizia che procede all’arresto “di quasi tutti gli adepti”, D. e i suoi compagni pagheranno il loro ardimento con l’assegnazione al confino di polizia. In particolare D. viene condannato alla pena massima di anni cinque, che sconterà nelle colonie di Ventotene e poi di Ponza, “ove non dà alcuna prova di ravvedimento e frequenta sempre la compagnia dei confinati anarchici più pericolosi”. Tornato a Canosa, l’8 settembre del 1943 ne vede il ritorno alla lotta politica con manifestazioni e comizi nel corso dei quali D. (che preferisce farsi chiamare Damiani) denuncia la proibizione della pubblicazione di testate anarchiche messa in atto dagli Alleati, che tuttavia non impedisce l’uscita clandestina, ad opera di D. e di altri, del foglio «Rivoluzione libertaria», organo dell’Alleanza dei gruppi libertari dell’Italia liberata. Negli anni successivi svolge un’intensa azione propagandistica e organizzativa, finalizzata alla ricostituzione del movimento anarchico in Puglia, tenendo spesso comizi e conferenze in varie realtà locali e promuovendo riunioni e convegni su base regionale. Prende parte attiva nel luglio del 1945 al Convegno dei Gruppi libertari pugliesi e partecipa costantemente alle attività dei gia, che lo vedono tra i fondatori. Muore a Canosa il 17 gennaio 1977 a seguito di un incidente automobilistico. (S. Fedele)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen

​Bibliografia: K. Massara, Il popolo al confino. La persecuzione fascista in Puglia, Roma 1991, vol. i, pp. 185-86; Michele Damiani, «Bollettino dell'Archivio Pinelli», lug. 1996.
Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Divisione generale di pubblica sicurezza, Divisione affari generali e riservati, Casellario politico centrale, b. 1603, f. 60156, cc. 13, 1913, 1935-1936 e 1942.

Bibliografia: O. Greco, Anarchici calabresi in Sudamerica, in Calabresi sovversivi nel mondo: l’esodo, l’impegno politico, le lotte degli emigrati in terra straniera (1880-1940), a cura di A. Paparazzo, Soveria Mannelli 2004, pp. 132 e 134n; K. Massara, L’emigrazione “sovversiva”. Storie di anarchici calabresi all’estero, Cosenza 2003, pp. 20n-21n e 24.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Bibliografia

2010

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