MARINI, Giovanni

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
MARINI, Giovanni

Date di esistenza

Luogo di nascita
Sacco
Data di nascita
1942
Luogo di morte
Salerno

Biografia / Storia

Nasce a Sacco (SA) il 1 febbraio 1942, operaio. Ancora bambino con la famiglia si trasferisce a Salerno dove vive in una condizione sociale difficile condizionata dalla precarietà e dalla miseria. Adolescente M. si avvicina alla politica frequentando la locale sezione comunista. Diplomatosi in ragioneria, stenta a trovare lavoro e per questo emigra al Nord dove svolge saltuariamente vari lavori: a Monza viene assunto come operaio in una fabbrica ma viene licenziato poco dopo a causa del suo impegno politico durante le lotte dell'autunno caldo. Successivamente fa il portabagagli, l'insegnante privato e infine l'assistente al Centro Subnormali di Bologna.

Rientrato a Salerno nei primi mesi del 1970 si immerge nuovamente nell'impegno politico e, abbandonando le iniziali posizioni comuniste, aderisce all'anarchismo. Impegnato nella campagna militante d’informazione sulla Strage di Stato, è particolarmente attivo nella controinchiesta sulla morte di cinque giovani anarchici (Gianni Aricò, Annalise Borth, Angelo Casile, Franco Scordo, Luigi Lo Celso) avvenuta il 26 settembre 1970 sull'Autostrada del Sole. M. è tra coloro che scoprono che l'autista dell'autocarro, che ha provocato l'incidente e la morte dei giovani libertari, è un dipendente del principe Junio Valerio Borghese, ex repubblichino.

In questo periodo M. è di fatto il referente del piccolo gruppo di militanti anarchici che a Salerno costituiscono l'unica realtà libertaria della zona. Legge e diffonde il mensile «A», la nuova rivista anarchica edita a Milano particolarmente impegnata nella campagna di controinformazione sulla strage di Piazza Fontana e l'assassino di Giuseppe (Pino) Pinelli. Per questa attività M. è fatto segno di provocazioni da parte di elementi neofascisti particolarmente attivi nella città.

Il 7 luglio 1972, sul Lungomare, M. e il compagno Giovanni Scariati hanno un forte diverbio con i neofascisti Carlo Falvella e Giovanni Alfinito, aderenti al Fronte universitario d'Azione nazionale. Nella tarda serata dello stesso giorno, in via Velia, i due libertari, cui si è aggiunto anche Francesco Mastrogiovanni, vengono nuovamente affrontati dai due neofascisti. Dallo scontro hanno la peggio Carlo Favella che muore appena giunto in ospedale e Giovanni Alfinito che rimane ferito all'inguine come anche l'anarchico Francesco Mastrogiovanni. Gli anarchici fuggono dal luogo dello scontro ma M., che è stato il responsabile del ferimento dei due neofascisti, si costituisce ai carabinieri il 9 luglio.

L'episodio ha subito un'eco nazionale, il giorno dopo Giuseppe Amarante, segretario della federazione locale del PCI, condannò duramente l'accaduto definendo M. «uno sciagurato anarchico», rimarcando però anche il ruolo dei neofascisti locali. Anche il quotidiano «Lotta continua» intervenne individuando la responsabilità dell'intera vicenda nelle numerose “provocazioni” messe in atto dai gruppi neofascisti salernitani.

Il movimento libertario organizzò immediatamente e unitariamente la campagna nazionale di solidarietà con M., costituendo un Coordinamento dei Comitati anarchici per "Giovanni Marini", e promuovendo centinaia di manifestazioni e conferenze in tutte le principali città italiane. Alla mobilitazione di solidarietà con M. partecipò anche la rete di “Soccorso rosso militante” con una campagna, animata in particolar modo dall'artista Dario Fo.

Nel frattempo, il 25 agosto 1972, M. dal carcere fece giungere una lettera nella quale precisò la dinamica dei fatti: «La verità è che quella sera del 7 luglio io e il compagno Scariati ricevemmo molte provocazioni da noi non accolte. Perché convinti, come sempre, del vuoto politico delle risse, e perché ci eravamo accorti del gironzolare minaccioso di una squadra di picchiatori di Avanguardia nazionale dell'MSI allo stesso bar dove presi la spallata che mi spostò letteralmente. Anche a via Velia, quando continuò l'aperta sfida fascista, io e Scariati passammo avanti senza rispondere, all'attesa che si realizzasse il loro piano. E a molti metri di distanza, solo quando non vidi al mio fianco Mastrogiovanni, mi accorsi che era aggredito, che stava per terra e corsi in suo aiuto. Fin qua è d'accordo anche l'Alfinito, al quale ho rifiutato la parola nei confronti. Egli non ha negato che il mio intervento fu dopo, a rissa iniziata».

Il processo a M. e agli altri anarchici iniziò a Salerno per il 28 febbraio 1974, il collegio difensivo era costituito dal senatore comunista Umberto Terracini, dagli avvocati Giuliano Spazzali, Gaetano Pecorella e Francesco Piscopo del foro di Milano e dall’avv. Marcello Torre di Pagani. Tra i difensori degli aggressori, l’avv. Alfredo De Marsico, già membro del Gran consiglio del fascismo, ministro della giustizia di Benito Mussolini e collaboratore del famigerato codice penale Rocco, e gli avvocati salernitani Dino Gassani e Giacomo Mele, esponenti di rilievo nazionale del MSI.

Nel corso del processo, “Soccorso Rosso” pubblicò un pamphlet intitolato Il caso Marini nel quale si illustrava la posizione di difesa nei confronti dell'anarchico salernitano. Parteciparono alla stesura del documento Pio Baldelli, Lanfranco Binni, Marco Boato, Sandro Canestrini, Dario Fo, Giambattista Lazagna, Sebastian Matta, Franca Rame, Giulio Savelli, Giuliano Spazzali e Pietro Valpreda.
Lo stesso giugno l'avvocato Giacomo Mele, che rappresentava la famiglia Falvella, pubblicò in risposta al pamphlet preparato da "Soccorso Rosso" un'altra pubblicazione intitolata: Marini, una marionetta del sistema.

Il 13 marzo 1974 il tribunale di Salerno, adducendo motivi di ordine pubblico, sospese il processo spostandolo a Vallo della Lucania, dove riprese il 30 giugno dello stesso anno. Il processo venne seguito oltre che dalla stampa nazionale e internazionale da numerosi militanti giunti da ogni parte d'Italia. A Vallo della Lucania, il Pubblico ministero Zarra chiese la condanna di Marini a diciotto anni di carcere. Invece il tribunale – presieduto dal giudice Fienga – lo condannò a dodici anni, con tre anni di sorveglianza e all’interdizione dai pubblici uffici, assolvendo Mastrogiovanni e il missino Alfinito dall’accusa di rissa. Al processo d’appello – che si svolse a Salerno dal 2 al 23 aprile 1975 – la condanna venne ridotta a nove anni di carcere, dei quali M. ne scontò sette. Giovanni Scariati venne prosciolto in istruttoria mentre Francesco Mastrogiovanni, pur rimasto ferito nel corso della rissa, dopo un breve periodo di detenzione venne scarcerato.

Durante gli anni del carcere M. fu oggetto di una dura persecuzione giudiziaria. M. venne sottoposto a 15 trasferimenti carcerari nei primi due anni di detenzione, oltretutto in condizioni di assoluto isolamento che nel primo periodo resero difficilissimi i rapporti con i difensori e quasi impossibili quelli con il movimento libertario e i familiari. Nonostante tutto M. partecipò con coerenza al movimento per i diritti dei carcerati, subendo per questo impegno numerose violenze e pestaggi da parte delle guardie carcerarie. Entrò nella redazione del periodico «Carcere Informazione», alla quale parteciparono anche Giovan Battista Lazagna e lo scrittore Vittorio Baccelli. Il periodico era diretto da Giuliano Capecchi e edito dal Centro di documentazione di Pistoia.

M. con il suo tragico episodio, il processo e la sua lunga detenzione in carcere, divenne ben presto uno dei simboli della lotta antifascista di quegli anni e nelle piazze durante le manifestazioni riecheggiò più volte lo slogan “libertà per Giovanni Marini”. Vennero scritte per lui alcune canzoni come Compagno Marini cantata da Paola Nicolazzi e Paolo Ciarchi, che venne anche incisa in un disco da 45 giri, o quella di Antonio Giordano Liberiamo Marini (Canzoniere di Salerno, 1974). Entrambi i canti divennero abbastanza popolari negli ambienti giovanili dell'epoca.

Durante gli anni del carcere M. di dedicò, inoltre, alla poesia: un sua raccolta E noi folli e giusti si aggiudicò il Premio Viareggio nella sezione “Opera prima”. Vari esponenti della cultura italiana, tra i quali Alberto Moravia, Camilla Cederna e Dario Fo, si espressero a favore dell'impegno poetico dell'anarchico salernitano.

Nel 1979 M. riacquista la libertà, seppur costretto al “soggiorno obbligato” per un anno e a tre anni di libertà vigilata, ottenendo un lavoro presso la Comunità Montana Vallo di Diano di Padula. Gli anni del carcere però avevano pesantemente segnato il carattere e la salute di M. che, gradualmente, si emarginò dalla vita politica e sociale in genere. Nel dicembre del 1982, appena terminato il periodo di libertà vigilata viene nuovamente arrestato a Salerno con l'accusa di appartenenza all'organizzazione terroristica della Brigate rosse, risultando poi innocente. Negli anni successivi pur continuando la sua passione per la poesia e pubblicando ancora qualche libro, si chiude nella solitudine più completa.
M. muore improvvisamente per un attacco di cuore a Salerno il 23 dicembre 2001. (redazione DBAI)

Fonti

Fonti: Archivio storico della FAI, Fondo Circolo di studi sociali “E. Malatesta” Imola, Carte relative a G. Marini 1973-75; «Processo Marini»: foglio quotidiano dei Gruppi anarchici toscani, Viareggio, [s.n.], 26 febbraio-15 marzo 1973; «Bollettino di informazione sul processo Marini: una battaglia di classe per l'antifascismo militante», Livorno : [s.n.], 1974; Anteo [F. Schirone], Ricordando … Giovanni Marini, «Umanità nova», n. 2, 20 gennaio 2002; G. Galzerano, Ricordando Giovanni Marini, http://www.socialismolibertario.it/marini.htm [consultato il 29 febbraio 2016].

Bibliografia:
scritti di: Peregrinazioni nelle carceri italiane, Torino, Libero accordo, 1974; Noi folli e giusti, prefazione di D. Fo, introduzione di P.A. Buttitta, Padova-Venezia, Marsilio, 1975; Di sordomuti posti, 1981; Antonio per inerzia, Pescara, Tracce, 1989; Antologia poetica, Pescara, Tracce, 1989; Il bambino chiamato Zio Ciccio, Salerno, Poligraf, 1999.

Scritti su:
Circolo Kronstadt-Circolo Autogestione-Organizzazione dei comunisti libertari, Marini libero! Un militante antifascista per il comunismo libertario, Genova, cicl. In proprio, 1973; Coordinamento nazionale Comitati anarchici G. Marini, Libertà per Giovanni Marini, [Firenze]. [s.n.], 1973; Comitato anarchico “G. Marini” di Firenze, Se scampi ai fascisti ci pensa lo Stato: dalla lotta al fascismo nel Salernitano, alle lotte nelle prigioni dello Stato: l'esperienza di un proletario, Firenze, Cooperativa editori contro, 1974; Processo Marini, [a cura del Coordinamento nazionale comitati anarchici G. Marini, Roma, Umanità nova, stampa 1974; Internazionalismo proletario: Giovanni Marini e l'antifascismo in Italia, [a cura del Gruppo anarchico di Trieste, Trieste, Cicl. in proprio, 1974; Soccorso Rosso Militante, Il caso Marini: fuori Marini, dentro i fascisti: cronologia storica, lettere, poesie, testimonianze, Verona, Bertani, 1974; Gruppi anarchici toscani, Marini libero perché?, Pistoia, [s.n.], 1974; G. Mele, Marini, una marionetta del sistema, Roma, Edizioni Europa, 1974; Coordinamento nazionale comitati anarchici per G. Marini, Questo è il coltello, il processo Marini a Vallo della Lucania, Milano, Libreria Calusca, 1975; «Farsa di regime: il prossimo “appello” di Giovanni Marini», suppl. a «Umanità nova» n. 9, Carrara, [s.n.], [1975]; Organizzazione anarchica Scandicci, Giovanni Marini e l'antifascismo in Italia, Scandicci, [s.n.], 1976; F. Nardone, Il caso Marini: Salerno negli anni Settanta, Tesi di laurea, Università degli Studi di Salerno, Facoltà di Lettere e filosofia, aa 2002/2003, relatore: P. Cavallo; L. Telese, Cuori neri, Milano, Sperling & Kupfer, 2006, ad indicem; C. Armati, Cuori rossi: la storia, le lotte e i sogni di chi ha pagato con la vita il prezzo delle proprie idee: dagli eccidi di contadini e operai nel dopoguerra all'esecuzione di Valerio Verbano e Peppino Impastato, dai caduti del '77 alla morte di Carlo Giuliani, Roma, Newton Compton, 2008, ad indicem; J. Frey, Fra antifascismo militante e strategia della tensione: gli anni '70 e il caso Marini, in “Già l’ora s’avvicina della più giusta guerra”: l’antifascismo anarchico 1921-2011, Giornata di studi, Bologna 13 marzo 2011, a cura del Circolo Anarchico C. Berneri di Bologna.

Discografia: Compagno Marini, P. Nicolazzi accompagnata da P. Ciarchi, a cura del comitato per la libertà di Giovanni Marini, Etichetta Linea rossa, Milano, Edizioni del Gallo, ottobre 1974.

Bibliografia

February 29 2016

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