CARDAMONE, Tullio Francesco
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- CARDAMONE, Tullio Francesco
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Savelli
- Data di nascita
- 1902
- Data di morte
- 1943
Biografia / Storia
- Nasce a Savelli (Kr) il 7 dicembre 1902 da Giuseppe e Teresa Scalise, lustrascarpe-meccanico-manovale. Grazie all’educazione ricevuta dal padre, sin da giovane manifesta idee sovversive. Nel 1913 emigra in Argentina e si stabilisce a Buenos Aires, dove vive sino al 1919 venendo fermato più volte – la prima a soli quindici anni, tanto che dopo due mesi deve essere rimesso in libertà a causa della minore età - per ribellione, attentati contro le autorità e disordine pubblico. Successivamente si sposta a Rio Quarto, nella provincia di Cordova e, dopo qualche anno, a Rosario di Santa Fé. Nel 1924 torna nella capitale argentina, dove il 7 agosto 1927 viene nuovamente arrestato perché sorpreso a scagliare sassi contro le vetture tranviarie e i negozi durante una manifestazione pubblica a favore di Sacco e Vanzetti. Al momento della cattura tenta di fuggire e si ribella agli agenti che tentano di fermarlo gridando: «Abbasso il governo italiano, viva l’anarchia»; verrà condannato a due mesi di reclusione per attentato alla libertà del lavoro, incitamento alla sollevazione armata e ribellione alla forza pubblica. Nel maggio 1928 è nuovamente arrestato per sospetta complicità nell’attentato dinamitardo compiuto ai danni del Consolato italiano, venendo in seguito prosciolto per insufficienza di prove. Iscritto in «Rubrica di frontiera», il 30 marzo 1930 viene fermato ancora una volta per propaganda anarchica e porto abusivo d’arma. A causa dei suoi numerosi precedenti, il 30 settembre successivo viene colpito da decreto di espulsione. Dopo appena qualche giorno, il 2 ottobre, nuovamente fermato per attività anarchica, oppone resistenza aggredendo violentemente gli agenti, venendo perciò espulso come elemento pericoloso e imbarcato coattivamente, il 10 dello stesso mese, su una nave italiana diretta a Genova. All’atto dello sbarco, la polizia scopre che C. aveva fatto parte del Soccorso rosso internazionale, del Comitato anarchico pro vittime politiche italiane e di diversi gruppi anarchici italiani e argentini, uno dei quali capeggiato da Severino Di Giovanni. Nel carcere di Catanzaro, dove viene tradotto in attesa del provvedimento di confino, il 12 novembre successivo inizia lo sciopero della fame ritenendo illegale la sua detenzione; a nulla valgono le esortazioni del direttore e del personale carcerario che tentano di fargli interrompere la protesta. Per ovviare ai pericoli di un’alimentazione forzata e alla necessità di una sorveglianza ininterrotta, le autorità sollecitano quindi il suo trasferimento in colonia. Il 16 dicembre 1930 C. viene assegnato al confino per cinque anni dalla Commissione provinciale di Catanzaro e il 19 è tradotto a Ponza. Trasferito poi a Lipari, per alcuni giorni rifiuta ancora di nutrirsi e di riscuotere il sussidio giornaliero, ritenendo sproporzionato il provvedimento di assegnazione al confino per cinque anni. Dopo essere stato per un certo periodo anche a Ventotene, C. viene ricondotto a Ponza, dove è condannato a un anno e due mesi di arresto per avere preso parte alla protesta collettiva del febbraio 1935, venendo liberato per fine periodo il 10 dicembre 1936. Intanto, da fonti fiduciarie, le autorità apprendono dell’intenzione di C. di andare a combattere in Spagna nelle milizie repubblicane. Dopo la liberazione si stabilisce definitivamente a Savelli e trova lavoro come operaio presso la società “Segherie silane”, dove denuncia incessantemente agli altri lavoratori le ingiustizia commesse dai padroni e dalle autorità locali e lo sfruttamento degli operai. Licenziato quindi per indisciplina, scarso rendimento, disobbedienza, ingiurie e minacce ai dirigenti, a causa della sua specifica pericolosità politica e sociale, il 27 luglio 1942 viene proposto dalla prefettura di Catanzaro per l’internamento in un campo di concentramento per tutta la durata del conflitto. Destinato ad Alberobello (Ba), dove giunge il 18 agosto, ottiene il sussidio giornaliero perché indigente e si fa subito conoscere per la sua intemperanza. Avendo avanzato anche insinuazioni nei confronti di alcuni internati preposti alla gestione della mensa, viene trasferito per punizione nella colonia di San Domino di Tremiti (Fg). Dopo aver chiesto invano la revoca del provvedimento di internamento, viene liberato l’8 settembre 1943 in seguito alla caduta del fascismo. Si ignorano data e luogo di morte. (K. Massara)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Divisione generale di pubblica sicurezza, Divisione affari generali e riservati, Categoria A5G – internati della Seconda guerra mondiale, b. 115, cc. 31, 1942-1943; Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Divisione generale di pubblica sicurezza, Divisione affari generali e riservati, Confinati politici – fascicoli personali, b. 201, cc. 124, 1930-1936; Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Divisione generale di pubblica sicurezza, Divisione affari generali e riservati, Casellario Politico Centrale, b. 1071, f. 795, cc. 92, 1927-1942; Archivio Centrale dello Stato, Ministero di Grazia e Giustizia, Direzione generale Istituti di prevenzione e pena, Detenuti sovversivi - Fascicoli personali, b. 3, f. 67, cc. 13, 1930 e 1935-1936; S 13A, b. 4, f. 21 CZ, 1937-1939.
Bibliografia: S. Carbone, Il popolo al confino. La persecuzione fascista in Calabria, Cosenza, Brenner, 1989 (rist. an. dell’ed. or. Cosenza, Lerici, 1977), ad vocem; O. Greco, Anarchici calabresi in Sudamerica, in Calabresi sovversivi nel mondo: l’esodo, l’impegno politico, le lotte degli emigrati in terra straniera (1880-1940), a cura di A. Paparazzo, Soveria Mannelli 2004, pp. 137 e 140; K. Massara, L’emigrazione “sovversiva”. Storie di anarchici calabresi all’estero, Cosenza 2003, pp. 24-26, 28n, 29, 39n e 76n.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 183
Note
- Paternità e maternità: Giuseppe e Teresa Scalise
Bibliografia
- 2010