CALLEA, Angelo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
CALLEA, Angelo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Motta San Giovanni
Data di nascita
1900

Biografia / Storia

Nasce a Motta San Giovanni (Rc) il 3 marzo 1900 da Carlo e Clelia Romeo, manovale-bracciante. Appartenente a una famiglia di contadini piccoli proprietari, all’età di sette anni rimane orfano di madre. In seguito al terremoto del 1908 il padre lo affida all’ospizio per orfani “Pio X” di Roma dove rimane fino al 1914, dopo essere arrivato alla II classe tecnica Nel 1919 si trasferisce a Savona per lavoro e qualche tempo dopo espatria clandestinamente in Francia. A Saint-Raphäel viene sospettato di essere l’autore di un attentato contro il console italiano Giacomo De Muro, avvenuto il 22 agosto 1928. Arrestato, viene però assolto per insufficienza di prove dalla Corte di Assise di Draguignan. Durante il processo depone a suo favore il noto fuoruscito Luigi Campolonghi che, per incarico della Lidu, assiste anche economicamente C. durante tutta la detenzione. Il 21 aprile 1931 viene arrestato a Tolone, dove si nasconde sotto il falso nome di Giovanni Catanoso, per contravvenzione al decreto di espulsione e perché trovato in possesso di una rivoltella, di carte d’identità in bianco, di timbri falsi, di due bombe e di stampe comuniste e anarchiche fra cui «L’Humanité», venendo condannato dalla Corte di Appello di Aix-en-Provence a quattro anni di reclusione. Il 23 aprile successivo la notizia è ripresa anche da «Il Messaggero», che riporta tra l’altro: «Una perquisizione effettuata ora nel suo domicilio di Tolone ha permesso di sequestrare numerosi opuscoli e giornali anarcoidi ed un abbondante carteggio con diversi compagni di attività sovversiva. Vi è pure una quantità di materiale che serviva evidentemente a confezionare carte di identità e persino qualche timbro riproducente esattamente il sigillo della Prefettura delle Alpi Marittime, e la firma del Prefetto di quel dipartimento. Il Callea aveva una larga riserva di carte di identità in bianco. Infine, in un cassettone sono state scoperte diverse bombe confezionate per mezzo di lampade ad acetilene, incastrate le une nelle altre; una di esse era munita di miccia. Il Callea aveva, inoltre, nascosto una rivoltella carica sotto il guanciale, il che sembra provare che egli aveva l’idea di voler vendere a caro prezzo la sua vita, qualora non fosse stato arrestato di sorpresa». Liberato nel 1936 - avendo riportato durante la detenzione un’altra condanna a un anno per rissa e ferite – anche questa volta rimane in Francia spostandosi tra Nizza e a Parigi, dove conosce il noto dinamitardo Dante Fornasari, assieme al quale lavora per un certo periodo nello stesso cantiere. Il 23 marzo dello stesso anno rimpatria senza passaporto; essendo iscritto in “Rubrica di frontiera” e nell’elenco dei sovversivi attentatori e capaci di atti terroristici, viene fermato al confine di Ponte San Luigi e tradotto a Reggio Calabria. Nel corso dell’interrogatorio, C. nega ogni accusa riguardo all’attentato di Saint-Raphäel e il possesso di ordigni. Secondo le autorità, non è sano di mente e viene quindi ricoverato nel locale ospedale psichiatrico, dove rimane dall’aprile all’ottobre 1936, quando viene nuovamente arrestato e posto a disposizione della questura. Nella seduta del 4 dicembre successivo la Commissione provinciale di Reggio Calabria lo assegna a cinque anni di confino per avere svolto all’estero attività antifascista, destinandolo a Ponza. Il 27 aprile 1937 viene internato nel manicomio di Napoli in quanto affetto da demenza precoce; il 30 maggio viene quindi prosciolto dal confino e ricoverato nel manicomio di Reggio Calabria, dove, dopo una breve degenza nel manicomio di Girifalco (Cz) avvenuta in seguito a sfollamento nel periodo 1940-1941, risulta ancora degente il 27 marzo 1942. Agli atti si trova un elenco datato agosto 1931 contenente nominativi, indirizzi e notizie di vario tipo riguardanti antifascisti e organizzazioni antifasciste all’estero. Si ignorano luogo e data di morte. (K. Massara)
 

Fonti

Fonti:  Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Divisione generale di pubblica sicurezza, Divisione affari generali e riservati, Confinati politici - fascicoli personali, b. 174, cc. 38, 1936-1937; Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Divisione generale di pubblica sicurezza, Divisione affari generali e riservati, Casellario Politico Centrale, b. 952, f. 29910, cc. 109, 1928-1942.

Bibliografia: S. Carbone, Il popolo al confino. La persecuzione fascista in Calabria, Cosenza, Brenner, 1989 (rist. an. dell’ed. or. Cosenza, Lerici, 1977), ad vocem; K. Massara, L’emigrazione “sovversiva”. Storie di anarchici calabresi all’estero, Cosenza 2003, pp. 66-67n.
 

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Carlo e Clelia Romeo

Bibliografia

2010

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Collezione

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