BUFFA, Antonio

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
BUFFA, Antonio

Date di esistenza

Luogo di nascita
Girifalco
Data di nascita
13/11/1884

Attività e/o professione

Qualifica
Sarto

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Girifalco (CZ) il 13 novembre 1884 da Cesare e Maria Teresa Sergi, sarto. Anarchico convinto, era abbonato ai giornali «Favilla», «L’agitazione», «La parola anarchica», «Il demolitore» e «Il libertario». Il 31 luglio 1907 parte per Buenos Aires, dove entra immediatamente a far parte del gruppo che si riunisce attorno al giornale «Il ribelle», su cui scrive alcune poesie di cui una sulla condizione degli emigrati italiani in Argentina. Nel novembre 1910 viene arrestato nel corso di una dimostrazione contro l’ingresso in Argentina delle congregazioni religiose spagnole e portoghesi. In questa occasione, B. «issò alla punta del bastone un giornale anarchico», venendo subito dopo espulso dal territorio argentino per «contravvenzione alle disposizioni della cosiddetta legge di difesa sociale». Sbarcato a Genova il 13 dicembre, prosegue per Girifalco, dove giunge il 13 gennaio 1911. Successivamente ricomincia a inviare qualche corrispondenza a giornali libertari e a tenersi in contatto con alcuni compagni di fede; il 9 ottobre di quell’anno il suo nome era compreso in un elenco di sottoscrittori a favore della stampa anarchica pubblicato su «Il libertario». Ai primi del gennaio 1912, durante una perquisizione effettuata nell’abitazione del compagno di fede Alberico Angelozzi, redattore del giornale «Germinal» al quale il B. era abbonato, viene rinvenuto un suo scritto, nel quale, tra l’altro, egli si scusa di non poter raccogliere fondi in quanto «in quei paeselli invece di uomini vi sono citrulli, l’intelletto dei quali non arriva a comprendere il bello dell’ideale anarchico»; nella stessa lettera B. dichiara di odiare la società «basata sul falso e sulla menzogna; la legge che a 20 anni strappa i giovani dalle famiglie per renderli strumento di vendetta e difensori del crollante trono sabaudo, la religione inventata dai preti; il borghese che stupra la figlia e la fa prostituire; il governo che ruba i milioni del popolo per ripagarne lo stesso negli scioperi; il poliziotto che si fa carnefice dei sovversivi e difensore della proprietà rubata». Il 2 febbraio viene quindi arrestato e condannato a 37 giorni di reclusione per oltraggio e resistenza alla forza pubblica. Nel frattempo B., che era disoccupato e viveva a carico della moglie, insegnante elementare, nonostante i suoi numerosi precedenti e l’attenzione costante della polizia prosegue nella sua militanza. Arrestato nuovamente il 14 marzo 1915 per frasi ingiuriose contro la casa Savoia e il presidente del consiglio, viene assolto per non luogo a procedere. Negli anni successivi vive nelle diverse località calabresi dove la moglie veniva mandata a insegnare. A causa della sua pericolosità, viene fermato il 14 giugno 1932 in occasione della visita dei principi di Piemonte nella provincia di Catanzaro e nuovamente il 30 marzo 1939, quando Mussolini si reca in Calabria. Si ignorano luogo e data di morte. (K. Massara)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Divisione generale di pubblica sicurezza, Divisione affari generali e riservati, Casellario politico centrale, b. 884, f. 30538, cc. 107, 1907, 1910-1912, 1915, 1920-1921, 1925 e 1929-1942.

Bibliografia: K. Massara, L’emigrazione “sovversiva”. Storie di anarchici calabresi all’estero, Cosenza 2003, p. 37n.

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