PREMOLI, Clelia

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
PREMOLI, Clelia

Date di esistenza

Luogo di nascita
Milano
Data di nascita
1899

Biografia / Storia

Nasce a Milano il 6 agosto 1899 da Antonio e Celestina Cattaneo. A sedici anni, lavoratrice alla Pirelli, comincia a prendere parte alle attività che le donne anarchiche e socialiste organizzano a Milano. Il 30 aprile 1916 è arrestata e condannata a cinque giorni di carcere per grida sediziose in occasione di una manifestazione antimilitarista in Piazza Duomo. Presta attiva solidarietà ai disertori in Svizzera (tra i quali Ugo Fedeli che nel luglio del 1920 diventerà suo marito) e nel Biennio rosso collabora ai periodi che si stampano a Milano, tra cui «Nichilismo», «Umanità Nova» e «L'Individualista».

Arrestata di nuovo il 3 marzo del 1920 insieme alle sue sorelle Ines e Ida e presto scarcerata, è costretta alla clandestinità dopo l’attentato del teatro Diana nel marzo del 1921 e alla fine dell’anno si reca Berlino. Rimane in Germania circa un anno, fino a che una malattia la costringe a tornare a Milano.
Una volta guarita, nell'autunno del 1923, si rifugia a Parigi. Trova lavoro in fabbrica e con Fedeli affitta un appartamento vicino al cimitero di Père Lachaise che diventa un luogo di incontro della comunità anarchica internazionale e dove i due coltivano una passione iniziata negli anni milanesi: la raccolta di materiale bibliografico e documentario sul movimento anarchico e operaio in generale.

Nel 1924 prende parte al tentativo di dare vita a legioni armate “garibaldine” per rovesciare il regime di Mussolini e negli anni successivi partecipa, nella capitale francese, alla campagna per la liberazione di Sacco e Vanzetti e alla pubblicazione del periodico «La Lotta Umana». Dopo un breve soggiorno a Bruxelles, nell’agosto del 1929 emigra col marito a Montevideo, dove aderisce al gruppo “Volontà” che edita il periodico «Studi Sociali» e a un gruppo femminile anarchico che tiene le proprie riunioni nei locali del Sindacato panettieri.

Nel giugno del 1933 nasce il figlio Ughetto; meno di sei mesi più tardi Fedeli è arrestato, espulso e deportato in Italia e nel marzo del 1934 P. lo segue. Passa circa un anno e tra il febbraio e il marzo 1935 le autorità assegnano il marito al confino a Ponza, dove decide di andare anche P., insieme al figlio.

Nell'estate del 1938 vengono trasferiti a Cerisano dove scontano gli ultimi due anni di pena; dopo un breve periodo di libertà a Milano sono nuovamente condannati al confino, prima a Colfiorito, poi a Monteforte Irpino, quindi a Ventotene, dove nel corso del 1941 muore, a otto anni, Ughetto.

Nel corso del 1942 P. viene trasferita, insieme a Fedeli, a Bucchianico. Catturata dai soldati tedeschi all'indomani dell'8 settembre 1943, è internata nel campo di concentramento di Chieti Scalo, da dove riesce a scappare e aiutare la Croce rossa di Chieti nell'assistenza ai feriti. Dopo la Liberazione torna a Milano e contribuisce alla riorganizzazione del movimento anarchico.

Dall'inizio degli anni Cinquanta vive con il marito, prima - per un breve periodo - a Carrara e poi nel Canavese, dopo che questi è assunto come bibliotecario alla Olivetti di Ivrea, continuando a prendere parte alle attività del movimento e ad accrescere una ricco patrimonio archivistico e bibliografico, che nel 1964, alla morte di Fedeli, viene ceduto in gran parte all'Istituto internazionale di storia sociale di Amsterdam. P. muore a Milano dieci anni più tardi, nel 1974. (A. Senta)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomenUgo Fedeli papers, Internationaal Instituut voor Sociale Geschiedenis (IISG), A. Senta (a cura di), Amsterdam, 2008, in particolare folders nn. 72, 80, 86, 180, 181. .

Bibliografia: P. Avrich, Anarchist voices, Oakland-Edimburgh, Ak press, 2005, p. 171; L. Fabbri, Epistolario ai corrispondenti italiani ed esteri (1900-1935), a cura di Roberto Giulianelli, Pisa, BFS, 2005; [U. Fedeli], Un trentennio di attività anarchica 1914-1945, Cesena, Antistato, 1953; Id., Una resistenza lunga vent'anni, «Bollettino Archivio G. Pinelli», luglio 1995, n. 5, p. 12; U. Fedeli e G. Sacchetti (a cura di), Congressi e convegni della Federazione Anarchica Italiana. Atti e documenti, Chieti, Camillo di Sciullo, 2003; I. González, El hombre y su obra. La pasiόn de Ugo Fedeli, Parigi, luglio 1964; Gruppo di amici di U.F., a cura di, Questionario / intervista a Clelia Premoli su Ugo Fedeli, 1965, Milano, Fondo Ugo Fedeli, Archivio G. Pinelli; O. Lucchi (a cura di), Dall'internamento alla libertà. Il campo di concentramento di Colfiorito. Atti del convegno di studi Foligno, Palazzo Trinci, 4 novembre 2003, Foligno, Editoriale Umbra, 2004, pp. 24-98; G. Mancuso, Ricordando Ugo Fedeli. Visita a S. Giorgio Canavese, «Seme Anarchico», maggio 1964; E. Puglielli, Il movimento anarchico abruzzese 1907-1957, L'Aquila, Textus, 2010, pp. 206-207; A. Senta, «Ho fatto impallidire il tribunale». Clelia Premoli nell'anarchismo internazionale (1916-1974), «Bollettino Archivio G. Pinelli», n. 37, giugno 2011, pp. 20-31; Id., A testa alta! Ugo Fedeli e l'anarchismo internazionale (1911-1933), Zero in Condotta, Milano, 2012; M. S. [Raffaele Schiavina], Clelia Fedeli, «L'Internazionale», 1 aprile 1974.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

183

Note

Paternità e maternità: Antonio e Celestina Cattaneo

Bibliografia

January 6 2016

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