ORIENTALE, Carlotta
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- ORIENTALE, Carlotta
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Terni
- Data di nascita
- 1893
- Luogo di morte
- Roma
Biografia / Storia
- Nasce a Terni il 26 aprile 1893 da Giovanni e Orsola Bassignano, operaia. Il padre, immigrato di origine piemontese, è operaio presso la Fabbrica d’armi di Terni, mentre la madre risulta essere casalinga. A sedici anni O. entra a lavorare, prima come operaia poi con la qualifica di tessitrice, presso lo Jutificio Centurini di Terni, battendosi da subito per il rispetto dei diritti delle donne in fabbrica. Secondo la logica sessista del funzionario di polizia che ne redige il profilo (Risulta schedata al CPC dal 1917 al 1942, prima come sindacalista e dopo come anarchica, ed iscritta in Rubrica di frontiera), il suo impegno si sarebbe intensificato a seguito della relazione sentimentale col sindacalista rivoluzionario Furio Pace, segretario della Camera del lavoro e direttore de «La Sommossa». Nel 1914, durante la Settimana rossa, la giovane operaia «capitanando le compagne di lavoro si rese responsabile in tale circostanza di violenza alla forza pubblica, di oltraggio e di tre distinti reati di violenza privata» in occasione dello sciopero generale, venendo condannata, nel 1916, ad un mese di reclusione. Secondo le autorità di polizia: «in pubblico non gode stima per la sua non buona condotta morale; ha carattere vivace, altezzoso, di scarsa educazione e di limitata coltura, avendo frequentato appena la IV elementare». L’azienda dove lavora - sorta nel 1886 - produce sacchi di imballaggio e tessuti di juta, impiegando inizialmente 315 dipendenti, di cui 280 donne e 16 ragazze; durante la guerra viene dichiarata “stabilimento ausiliario” e, grazie alle commesse militari, crescono i profitti ed anche il numero delle addetti, raggiungendo nell’agosto 1918 la cifra di 1036, di cui 796 donne. Quelle di Centurini sono ritenute «operaie ribelli e chiassose» in quanto combattive, solidali tra loro e per niente disposte alla mediazione, sempre in prima fila nei momenti di lotta, nonostante intimidazioni, arresti e denunce. Questa loro attitudine ribelle rende difficili i rapporti con le organizzazioni sindacali riformiste facenti capo alla CGdL e tale contrasto si risolve solo quando i sindacalisti rivoluzionari assumono la direzione della Camera del lavoro di Terni. Da quel momento, infatti, l'iniziativa della Camera sindacalista predilige il conflitto rispetto alla mediazione, secondo le forme di lotte già tipiche delle “centurinarie”. Nel 1914 la Camera del lavoro aderisce all'USI e alla fine del 1916 proprio O. viene eletta segretaria, in sostituzione di Riccardo Sacconi, richiamato per obblighi militari. Con tale incarico, mantenuto sino al 1917, organizza e sostiene le vertenze di tutte le fabbriche ternane, nonostante lo stato di guerra, suscitando le ire e lo stupore del presidente della Terni Acciaierie, comm. Giuseppe Orlando.
O. viene descritta come una «ragazza alta, slanciata, con gli occhi chiari e i capelli folti, che veste assai modestamente»; anni dopo, una sua compagna di lavoro e di lotte - Angela Locci - così la ricordava: «era una donna alta, che portava un gran ciuffo di capelli, tanta bella donna, un'agitatrice, faceva dei comizi, agitava le donne, ha condotto delle battaglie sindacali fortissime». O. è particolarmente dedita a costruire e consolidare un rapporto di solidarietà tra donne e nell’organizzazione sindacale; grazie a tale impegno, durante gli anni della guerra, le donne assumono un inedito ruolo dirigente su buona parte del movimento operaio ternano. Già nel 1914, O. [Vanda], su «La Sommossa» (14 giugno) aveva scritto l’articolo L'emancipazione della donna in cui, oltre a denunciare il comportamento discriminatorio di padroni e capi-reparto, non esita a stigmatizzare quello analogamente sessista di padri, fratelli e fidanzati pur se «socialisti, sindacalisti e anarchici».
La forza che le “centurinarie” traggono da tale indirizzo le porta ad una maggiore determinazione nelle rivendicazioni in fabbrica, ottenendo significative conquiste. Contro la O. e il movimento delle donne da lei diretto si scaglia duramente non solo la stampa borghese e benpensante, ma anche la stampa socialista-riformista; infatti, sul quotidiano «Avanti!» viene accusata di sovversivismo e avventurismo politico. O. è dapprima collaboratrice e poi redattrice del giornale sindacalista rivoluzionario «La Sommossa», organo della Camera del lavoro di Terni; usando talvolta lo pseudonimo “Wanda”, scrive anche su «La Turbina», «Guerra di Classe» e «L'Avvenire anarchico», suscitando l’incredulità dei funzionari di polizia che ritengono tali scritti opera di «compagni compiacenti». Assicurerà anche la propria adesione alla redazione del giornale anarchico di Pistoia «Iconoclasta!». Nel 1917 risulta in corrispondenza con Armando Borghi e nel 1918 è vigilata, sia per l’attività sindacale che per l’antimilitarismo (è definita «nettamente neutralista»).
Nel 1919, il Consiglio generale dell'USI le manifesta «un vivo plauso e saluto per la sua fervida opera esplicata nella sua città in questi tragici anni di guerra» («Il Martello», Piombino, 8 febbraio 1919); durante il Biennio rosso è tra le principali promotrici degli scioperi operai a Terni. Il 16 gennaio 1920, è segnalata dalla questura di Roma, sul treno partito dalla capitale alla volta di Terni, quale accompagnatrice, assieme all'anarchico Gaetano Recchi, di E. Malatesta impegnato in un tour di propaganda.
Nell'ottobre del 1920 si trasferisce a Savona, per poi spostarsi nuovamente a Roma, in via degli Scipioni 237, dove nel 1921 darà alla luce la figlia Eleonora. Nel dicembre 1920, la polizia registra la sua partecipazione al Congresso dell'USI e, anche se non interviene, è ritenuta una fra le persone presenti più pericolose. In tale periodo avviene l'incontro con il compagno di vita e di ideali Ennio Mattias, anarchico romano, in quel momento segretario della Camera sindacalista del lavoro di La Spezia; lui stesso scriverà che «è stata la mia compagna teneramente affettuosa, esemplare di sacrificio e di dedizione».
Dopo l'avvento del fascismo, raggiunge il compagno già espatriato in quanto minacciato di morte dai fascisti. Nell'ottobre del 1926, proveniente da Lione, rientra in Italia legalmente per due giorni – sotto stretta sorveglianza – per raggiungere la figlia a Terni e condurla con sé in Francia, ad Antibes dove risiede col compagno. O. ed Ennio Mattias fanno parte del gruppo anarchico di lingua italiana di Lione, col quale sottoscrivono una dichiarazione contro le calunnie rivolte a Malatesta da «Il Corriere degli Italiani» («La Tempra», 20 marzo 1926). Nel 1928 è raggiunta in Francia anche dalla sorella Caterina (detta “Nina”), mentre già vi risiedono pure le altre due sorelle, Annita e Celeste. Rientrata in Italia, nel 1937 soggiorna a Monterotondo tra agosto e settembre, per poi rientrare a Parigi. Torna in Italia dopo la guerra, stabilendosi assieme al marito Ennio Mattias a Roma. Muore a Roma presso la casa di riposo in via Pineta Sacchetti il 20 maggio 1980. Nel 2008, la Giunta comunale di Terni ha deliberato di intitolarle una rotonda nella città natale. (M. Rossi in collaborazione con R. Carocci, T. Marabini, A. Pedone).
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
Bibliografia: A. Portelli, Biografia di una città. Storia e racconto: Terni 1830-1985. Torino, Einaudi, 1985; G. Giani, Donne e vita di fabbrica a Terni, Terni, Sigla Tre, 1985; G. Canali, Tradizione e cultura sovversiva in una città operaia: Terni 1880-1953, in R. Covino, G. Gallo (a cura di), Storia d’Italia. Le regioni dall’Unità ad oggi. L’Umbria, Torino, Einaudi, 1989; G. Canali, Tradizione e cultura sovversiva in una città operaia: Terni 1880-1953, in R. Covino, G. Gallo (a cura di), Storia d’Italia. Le regioni dall’Unità ad oggi. L’Umbria, Torino, Einaudi, 1989; M. R. Porcaro, Operaie ribelli e “chiassose”: le centurinare, in Storia d’Italia – Le Regioni. Dall’Unità ad oggi. L’Umbria, Torino, Einaudi, 1989; R. Lucentini, Donne, classe operaia e movimento sindacale tra Otto e Novecento: le centurinare di Terni e Carlotta Orientale, tesi di laurea, Università degli studi di Perugia, Facoltà di Scienze politiche, Dipartimento di Scienze storiche, Anno accademico 1993-94; M. Pioli, Le tessitore. Vita, lavoro e lotte delle donne dello Jutificio di Terni, Roma, Meta, 1994; Terni: nasce il circolo libertario "Carlotta Orientale", «Umanità Nova», 3 dicembre 2006; B. Antonelli, Terni. Donne dallo squadrismo fascista alla Liberazione (1921-1945). Appunti per una storia, Narni, Carace, 2011; P. Grella, Appunti per la storia del movimento anarchico romano dalle origini al 1946, Roma, 2012; Alessandro Portelli, La città dell'acciaio. Due secoli di storia operaia, Roma, Donzelli, 2017; M. Rossi, Il lavoro contro la guerra. L'antimilitarismo rivoluzionario dell'Unione Sindacale Italiana 1914-1918, Milano, Gruppo editoriale USI-AIT, 2017.
Sitografia: C. Passarella, Istanti al femminile, la città delle donne e Carlotta Orientale: http://spiritualitaearte.blogspot.it/2013/03/291-istanti-al-femminile-la-citta-delle.html
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 183
Note
- Paternità e maternità: Giovanni e Orsola Bassignano
Bibliografia
- November 7 2015