LUSVARDI, Bruno

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
LUSVARDI, Bruno

Date di esistenza

Luogo di nascita
Modena
Data di nascita
1904

Biografia / Storia

Nasce a Modena il giorno 11 maggio 1904 da Giovanni e Maddalena Bertoni, muratore. Ancora giovanissimo comincia a distribuire il quotidiano anarchico «Umanità nova» e sottoscrive, assieme ai fratelli, per il settimanale «Fede!». Segue l’esempio dei fratelli più anziani: Aldebrando (1902), Alfredo (1900), Filippo (1899), Medardo (1897) ed abbraccia l’antifascismo. Viene fermato in varie occasioni e trattenuto in carcere per alcuni giorni per atteggiamenti sospetti o per motivi di ordine pubblico e riceve anche percosse. Come nel 1924 quando passa in galera 10 giorni con l’accusa di aver distribuito dei manifesti.

Nel 1926 è arrestato assieme al fratello Medardo in quanto ritenuto pericoloso per l’ordine pubblico. Ancora nel 1929 in occasione della visita del Re, nel 1931 per circa un mese e infine nel 1936.
Entra a far parte del gruppo di ex-combattenti ‘Italia Libera - Ciro Menotti’ ed il suo è un antifascismo spontaneo e generoso. È lui stesso a raccontarlo in un’intervista rilasciata ad A. Marchi e V. Venturi nel 1986 e depositata presso l’Is Modena: «Con l’entusiasmo che avevamo […] solo che avessero fatto qualcosa contro i fascisti ci andavo». Dopo la fuoriuscita o l’arresto dei più attivi militanti anarchici modenesi L., rimasto isolato, per continuare l’impegno antifascista entra in contatto, senza prenderne la tessera, con la struttura clandestina del PCdI. Contribuisce all’organizzazione di alcune cellule ed assieme ad Albano Franchini partecipa nel settembre 1930 al congresso di Migliarina. Questa collaborazione lascia però nei ricordi di L. un sapore amaro e molto dispiacere: «Loro mi adoperavano - ad esempio per fare i lavori più pericolosi- ma non si fidavano […] avevano una certa diffidenza degli anarchici. […] Le umiliazioni le ho avute dal Partito comunista. Umiliazioni morali». Viene infatti calunniato con l’accusa falsa di essere al ‘servizio della reazione’. Continuamente vigilato dalla polizia, nel 1934, subisce l’aggressione da parte di una squadraccia composta da una ventina di fascisti.

Dopo l’8 settembre 1943 con i fratelli Filippo e Alfredo, rientrati da poco dal confino, si unisce ad Albano Franchini e Aurelio Ferrari, per andare ‘armati in montagna’. Giunti fino a Coscogno alloggiano per diversi giorni dalla madre di Ferrari, ma non trovando nessuna forma di resistenza organizzata a cui aggregarsi rientrano in città. Partecipa alla Resistenza ed entra a far parte del Partito d’azione di cui diventa rappresentante nel CNL. Finita la guerra è attivo nella Federazione comunista libertaria di Modena. Non si conoscono luogo e data della morte (A. Pirondini).

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Istituto storico di Modena, Fondo Ennio Resca b. 142, f. 3, fascicoli personali: Lusvardi; Fondo Albano Franchini, b. 67.

Bibliografia: A. Pirondini Anarchici a Modena. Dizionario biografico. Milano, Zero in Condotta, 2012, pp. 134-135; Alle radici dell’anarchismo modenese. Per un mondo migliore. 1900-1950, parte II, S. Possidonio (MO), Biblioteca popolare Ugo Fedeli, 2005.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Giovanni e Maddalena Bertoni

Bibliografia

February 17 2007

Persona

Collezione

città