LUSVARDI, Alfredo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
LUSVARDI, Alfredo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Modena
Data di nascita
03/09/1900

Attività e/o professione

Qualifica
Fabbro
Qualifica
Muratore

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Modena il 3 settembre 1900 da Giovanni e Mad­dalena Bertoni, fabbro e muratore. Fa parte di una numerosa famiglia di fratelli anarchici: Aldebrando (1902), Bruno (1904), Filippo (1899) e Medardo (1897). Aderisce al Circolo giovanile anarchico comunista della Madonnina. Dello stesso gruppo fanno parte anche Vittorio Ascari ed Aldo Gilioli in seguito condannati per l’uccisione del fascista Mario Ruini avvenuta a Modena il 21 gennaio 1921. Anche Alfredo e Filippo Lusvardi sono indiziati dell’omicidio del Ruini e della successiva sparatoria nel corso dei funerali che provoca la morte di altri due fascisti, ma entrambi vengono rilasciati per mancanza di prove.

Nel 1924 la Questura di Modena lo definisce «anarchico pericoloso e capace di azione» mentre la Prefettura annota: «durante l’imperversare del bolscevismo in questa provincia spiegò molta attività ma sorto il fascismo è messo nella condizione di non poter più agire e nel luglio 1922 con regolare passaporto si trasferì in Francia». Si stabilisce prima ad Amiens, poi a Nancy ed infine a Parigi dove trova occupazione come muratore. Qui si sposa con la francese Francesca Budros. Inscritto alla Rubrica di Frontiera ed al Bollettino delle Ricerche per arresto. Nel 1934 un appunto della Questura di Modena riferisce che Alfredo continua a professare idee libertarie e antifasciste, mentre una notizia confidenziale informa la polizia politica che L. avrebbe espresso «decisi propositi di attentare alle autorità diplomatiche consolari italiane e contro i dirigenti fascisti di Parigi».

Viene arrestato dalla polizia francese e consegnato ai tedeschi nel novembre 1940, assieme al fratello Filippo. Dopo 3 mesi di carcere a Parigi nelle prigioni de La Santè e 17 mesi di campo di concentramento in Germania, sono entrambi consegnati alle autorità italiane. La Commissione provinciale, nell’aprile 1942, lo condanna a 2 anni di confino da scontare a Pisticci (Matera). Beneficia del condono di un terzo della pena, viene rilasciato e giunge a Modena nell’agosto 1943. Dopo l’8 settembre con i fratelli Filippo e Bruno si unisce ad Albano Franchini e Aurelio Ferrari, per andare ‘armati in montagna’. Giunti fino a Coscogno alloggiano per diversi giorni dalla madre di Ferrari, ma non trovando nessuna forma di resistenza organizzata a cui aggregarsi rientrano in città. Con la fine della guerra torna a vivere a Parigi. Non si conoscono luogo e data della morte (A. Pirondini)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Istituto storico di Modena, Fondo Albano Franchini, b. 67.

Bibliografia: A. Pirondini Anarchici a Modena. Dizionario biografico. Milano, Zero in Condotta, 2012, pp. 133-134; A. Dal Pont, S. Carolini, L’Italia al confino, vol. 3, Milano, La Pietra, 1983, p. 963; Alle radici dell’anarchismo modenese. Per un mondo migliore. 1900-1950, parte II, S. Possidonio (MO), Biblioteca popolare Ugo Fedeli, 2005; F. Bertolucci, Gli anarchici italiani deportati in Germania durante il Secondo conflitto mondiale, «A : rivista anarchica», aprile 2017, pp. 63-98.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

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