LUSVARDI, Aldebrando
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- LUSVARDI, Aldebrando
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Villa Ganaceto
- Data di nascita
- 1902
- Luogo di morte
- Bagnolet
Biografia / Storia
- Nasce a Villa Ganaceto di Modena, il 12 settembre 1902, da Giovanni e Maddalena Bertoni, muratore. Fa parte di una numerosa famiglia di anarchici: Alfredo (1900), Bruno (1904), Filippo (1899) e Medardo (1897), tutti fratelli. Attivo militante, nel 1924 aderisce, al Gruppo libertario giovanile della Madonnina con la mansione di cassiere.
Viene segnalato nello schedario dei sovversivi come pericoloso e la Prefettura di Modena annota: «prende parte a tutte le manifestazioni di carattere sovversivo facendosi promotore di sottoscrizioni a favore delle vittime politiche». E ancora: «dopo l’affermarsi del fascismo continuò a fare propaganda delle sue idee». Sullo stesso tono, la Questura di Modena lo definisce un «accanito avversario del Regime Fascista», mentre in un’altra nota con sconforto avverte: «ogni volta che si devono eseguire fermi per misure di pubblica sicurezza […] lui si allontana qualche giorno prima da casa. […] e per quante chiamate gli siano state fatte con regolari biglietti di invito non si è mai presentato, anzi, si prende gioco dell’Autorità dicendo che se deve andare in Questura con le sue gambe non ci andrà mai».
Effettivamente Aldebrando è un «elemento irriducibile», svolge un’intensa attività antifascista e viene più volte arrestato quale sospetto autore di diffusione di manifesti sovversivi.
Nel novembre 1926 è condannato ad 1 mese di reclusione per oltraggio a pubblica autorità e nel dicembre dello stesso anno viene diffidato. Il fratello Bruno, nelle memorie depositate presso l’Istituto storico di Modena, lo ricorda così: «Aldebrando non lo picchiava nessuno perché era capace di picchiarli loro. Lui e Bruno Gorrieri sono stati gli ultimi a cedere a Modena. Erano terribili. Io gli dicevo sempre ‘ti accoppano’». Dopo la fuoriuscita o l’arresto dei più attivi militanti anarchici modenesi, la perdita di una organizzazione di riferimento lo spinge a prendere contatto con alcuni elementi comunisti per continuare l’impegno antifascista. Tali contatti si rivelano fatali perché a seguito del ritrovamento di alcune armi (la dinamica dei fatti non risulta ben chiara) viene fatto il suo nome e viene denunciato, assieme a diversi altri antifascisti tra cui l’anarchico Albano Franchini, al Tribunale speciale per «intensa attività comunista». Ammonito si rende latitante e nel 1930 decide di espatriare in Francia stabilendosi prima ad Amiens la Somme e poi a Parigi dove si ricongiunge con i fratelli Filippo ed Alfredo. Iscritto alla Rubrica di Frontiera ed al Bollettino delle Ricerche per arresto e perquisizione.
Nel 1931 viene inserito dalla polizia nella lista degli anarchici residenti all’estero favorevoli a «combattere il regime con azioni violente». Nel 1933 viene raggiunto a Parigi dalla sua compagna Albina Franchi, anche lei schedata nel CPC come antifascista, dalla quale ha 2 figli: Giovanni e Sergio.
Nel maggio 1937 un’informativa confidenziale dell’Ambasciata lo vuole partito per la Spagna a combattere con il fratello Filippo. Ma la notizia appare priva di fondamento.
Nel novembre 1940, la polizia francese arresta i fratelli Alfredo e Filippo per consegnarli ai tedeschi. Aldebrando riesce a sottrarsi all’arresto fuggendo nella Francia centrale. Fino al 1942 risulta vigilato e residente a Parigi dove, in seguito, partecipa alla Resistenza. Muore l’8 Aprile 1991 à Bagnolet in Francia (A. Pirondini).
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Istituto storico di Modena, Fondo Ennio Resca b. 142, f. 3, fascicoli personali: Lusvardi.
Bibliografia: A. Pirondini Anarchici a Modena. Dizionario biografico. Milano, Zero in Condotta, 2012, pp. 132-133; A. Dal Pont, S. Carolini (a cura di) Italia dissidente antifascista – Le ordinanze, le sentenze istruttorie e le sentenze in Camera di Consiglio emesse dal Tribunale Speciale fascistacontro gli imputati di antifascismo dall’anno 1927 al 1943, vol. 1, Milano, La Pietra, 1980, p. 497; Alle radici dell’anarchismo modenese. Per un mondo migliore. 1900-1950, parte II, S. Possidonio (MO), Biblioteca popolare Ugo Fedeli, 2005.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Giovanni e Maddalena Bertoni
Bibliografia
- February 17 2007