​BASSOLI, Giovanni

Tipologia Persona
Giuvanin (pseudonimo)

Intestazione di autorità

Intestazione
​BASSOLI, Giovanni

Date di esistenza

Luogo di nascita
San Giacomo Roncole
Data di nascita
03/09/1893
Luogo di morte
Tramuschio
Data di morte
30/04/1923

Attività e/o professione

Qualifica
Bracciante

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a San Giacomo Roncole (MO) il 3 settembre 1893 da Celso e Angela Bassoli, bracciante. La famiglia si trasferisce nella frazione di Cividale nel 1896. Noto anarchico mirandolese nel febbraio 1920 viene denunciato all’autorità giudiziaria di Mirandola per reato di stampa a causa di un suo articolo «violento ed eccitante alla rivolta» apparso sul settimanale della CdL sindacalista «La Bandiera operaia». Oratore e attivo propagandista, sottoscrive a favore del quotidiano anarchico «Umanità Nova». Viene assassinato nel 1923 a Cividale da una banda di fascisti capeggiati da un certo Negrelli, uomo di fiducia del gerarca Alberto Paltrinieri. Lo aggrediscono mentre rincasa accanendosi su di lui a manganellate e calci nel ventre, con il manifesto intento di ucciderlo sul posto. Da una casa colonica vicina due donne anziane accorrono in suo aiuto armate di forcone e Giuvanin non rendendosi conto della gravità delle sue condizioni, cerca di raggiungere la sua abitazione da solo, anche per non spaventare la vecchia madre, ma crolla svenuto prima di giungervi. Una settimana dopo, il 30 aprile 1923, muore nella sua abitazione di Tramuschio. Il giorno dei suoi funerali i fascisti invadono casa Bassoli, cacciano i familiari ed i compagni della vittima e infieriscono sulla salma con sputi e oltraggi di ogni sorta. Più tardi, durante il trasporto funebre, ai fascisti si affianca uno squadrone di carabinieri a cavallo che disperde il corteo a manganellate e piattonate di sciabola. Lascia la convivente, Carmelina Roveda ed un figlio di 10 giorni, Argo, che morirà all’età di 3 anni. I compagni modenesi nel dare l’annuncio della scomparsa ricordano come B. non piegò mai al fascismo ed era solito dire: «Sono guardato in paese come una bestia rara». Nel 1927 i sui familiari emigrano nel mantovano. A Giovanni Bossoli quale «apostolo dell’ideale comunista organizzatore dei circoli giovanili da sicari prezzolati aggredito perseguitato tradotto a immatura fine la ferocia fascista negava l’estremo tributo di affetto dei compagni» è dedicata una lapide nel cimitero di Mirandola, inaugurata il Primo maggio 1946. (A. Pirondini)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio di Stato di Modena, Casellario politico provinciale, ad nomen; Libero accordo, 15 maggio 1923.

Bibliografia: A. Pirondini Anarchici a Modena. Dizionario biografico. Milano, Zero in condotta, 2012, pp. 60-62; M. Losi, F. Montella, C. Silingardi (acd), Dizionario storico dell’antifascismo modenese. Biografie, vol. 2, Istituto storico di Modena, Milano, Edizioni Unicopli, 2012, p. 49; N. Gavioli, Senza guinzaglio. Memorie di un antifascista: 1920-1977, Modena, edito dall’autore, 1978, pp. 23-24, 27; F. Montella, Tra la falce e il moschetto. La Bassa Modenese dal ‘biennio rosso’ alla caduta del fascismo (1919-1943), San Felice sul Panaro, Tipografia Baraldini, 2008, pp. 59, 133, 254.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Oggetto

Collezione

Persona

frazione