ANELE, Rocco Liborio
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- ANELE, Rocco Liborio
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Morano Calabro
- Data di nascita
- 11/11/1879
- Luogo di morte
- San José
- Data di morte
- 27/11/1935
Attività e/o professione
- Qualifica
- Barbiere
- Qualifica
- Calzolaio
- Qualifica
- Venditore ambulante
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
- Nasce a Morano Calabro (CS) l’11 novembre 1879 da Domenico e Francesca Medaglia, barbiere-calzolaio-venditore ambulante. Giovanissimo emigra negli Stati Uniti e si stabilisce a Stanford. Ben presto si abbona al giornale «La Questione sociale» di Paterson, ma non sembra svolgere particolare attività politica fino a quando, nel 1906, non torna al suo paese d’origine. Qui comincia la sua militanza nel partito socialista, ma ben presto manifesta idee anarchiche. Il 24 ottobre di quell’anno viene denunciato perché sospettato di avere affisso nell’abitato un manifesto antimilitarista, venendo però assolto per non aver commesso il fatto. Il 15 marzo 1907 ottiene il passaporto per la Grecia e in giugno si reca ad Atene, accompagnato dalla sua convivente e portando con sé una piccola collezione di libri anarchici. I due però si fermano in città solo per
qualche giorno; la destinazione finale è infatti Istanbul, dove le autorità perdono le loro tracce. Nel 1911 la polizia italiana sospetta che A., che in tale periodo viene definito «socialista-anarchico», risieda a San José, in California, dove si fa indirizzare la corrispondenza. In un elenco di sovversivi pericolosi redatto della polizia politica nel 1928, egli compare come «anarchico affiliato alla società Mazzada con centro a Ginevra » assieme ad altri ventidue compagni di fede italiani, tra cui il corregionale Antonio Reda. Nel 1929 le autorità scoprono che A., padre di quattro figli, vive a San José di Costarica da circa dieci anni. Iscritto in «Rubrica di frontiera» e nel «Bollettino delle ricerche» per il provvedimento di fermo, nel maggio 1932, dopo un periodo di apparente inattività politica, viene arrestato nel corso di una retata che coinvolge novanta persone. Di questi, solo tre sono italiani e tutti e tre moranesi; infatti, assieme ad A. vengono fermati Francesco Mainieri e Giovanni Rescia, con l’accusa di avere partecipato a violenti moti comunisti. Nonostante ciò, A. continua ad essere molto attivo all’interno del movimento operaio, si occupa della vendita di giornali e riviste sovversive provenienti dal Messico, svolge attiva propaganda anarchica e riceve dagli Stati Uniti e dall’Argentina opuscoli antifascisti che distribuisce segretamente. Viene notato per l’ultima volta nel 1935 in occasione della manifestazione comunista del Primo maggio. Muore a San José il 27 novembre di quell’anno. (K. Massara)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Divisione generale di pubblica sicurezza, Divisione affari generali e riservati, Casellario politico centrale, b. 126, f. 13003, cc. 86, 1907-1912 e 1928-1935.
Bibliografia: O. Greco, Anarchici calabresi in Sudamerica, in Calabresi sovversivi nel mondo: l'esodo, l'impegno politico, le lotte degli emigrati in terra straniera (1880-1940), a cura di A. Paparazzo, Soveria Mannelli 2004, p. 145n; K. Massara, L’emigrazione “sovversiva”. Storie di anarchici calabresi all’estero, Cosenza 2003, p. 45.
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- 181