​CUZZANI, Ettore

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​CUZZANI, Ettore

Date di esistenza

Luogo di nascita
Castel San Pietro Terme
Data di nascita
16/02/1882
Luogo di morte
Tolosa
Data di morte
24/10/1934

Attività e/o professione

Qualifica
Muratore

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Castel San Pietro Terme (BO) il 16 febbraio 1882, da Antonio e Luigia Sermasi, muratore. Aderisce giovanissimo al PSI per abbandonarlo all’inizio del XX secolo e passare all’anarchismo. Diviene presto attivista e poi dirigente sindacale e nel 1908 a Castel San Pietro fonda il periodico «La Battaglia» e guida numerose agitazioni operaie. Quando si trasferisce a Bologna entra nel gruppo guidato da Armando Borghi e in breve tempo diviene uno dei dirigenti della Camera del lavoro. Nel 1909 è schedato e il 29 aprile 1911 arrestato, per avere organizzato lo sciopero dei muratori bolognesi, e condannato a 6 mesi di reclusione.

Nel 1912 entra nella segreteria della Camera del lavoro per la componente anarchica e vi resta dopo l’uscita dell’ala socialista dal sindacato e diviene uno dei principali esponenti della Vecchia Camera del lavoro. Entra pure nel comitato centrale dell’USI. Prende parte alla “Settimana rossa” e il 27 novembre 1914 è arrestato per breve periodo, per la sua attività politica e sindacale. Allo scoppio della guerra sostiene la linea interventista, per cui deve abbandonare la Vecchia Camera del lavoro e l’USI. Con Adelmo Pedrini fonda la sezione bolognese dell’UIL, sindacato al quale aderiscono gli anarchici e sindacalisti rivoluzionari interventisti. Negli anni della guerra – anche se continua a considerarsi un anarchico – ha scontri politici durissimi con gli ex compagni. Fa attiva propaganda per la guerra e, insieme con Pedrini, è inviato dal governo italiano in USA per illustrare le ragioni del conflitto contro gli imperi centrali.

Nel 1920, sempre con Pedrini, è tra i promotori de «La Rivoluzione», il periodico nazionale dell’UIL. Dopo un’iniziale simpatia per il fascismo, diviene un deciso oppositore della dittatura e nel 1923 emigra con la famiglia in Francia, per sottrarsi alle persecuzioni squadristiche. Va ad abitare a Tolosa e, con Pedrini, dà vita ad una struttura politica che rappresenta gli anarchici e gli anarco-sindacalisti. È pure uno dei principali dirigenti della sezione italiana della LIDU. Collabora al periodico antifascista «Il Mezzogiorno» e tiene comizi e conferenze. Con decreto del governo italiano del 30 settembre 1926, n. 1.742, è privato della cittadinanza italiana e condannato alla confisca dei beni perché, con lo pseudonimo Cadetto di Guascogna, collabora a «Il Mezzogiorno», “organo ispirato al sovvertimento dell’ordine in Italia ed a diminuirne il prestigio all’estero”. La cittadinanza gli è restituita sei anni dopo con decreto del 17 novembre 1932. Dopo la morte del figlio Libero, avvenuta nel 1931, sì estranea dalla vita politica e muore a Tolosa il 24 ottobre 1934. Dando notizia della morte del “sindacalista rivoluzionario”, il giornale «Il Risveglio anarchico» (n. 870) scrive: “Ha lasciato due figlie malate e la moglie moribonda” e la “misera famiglia” è priva di tutto. (N.S. Onofri)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

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Iconografica

Collezione

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