​PARDINI, Pasquale Armando

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​PARDINI, Pasquale Armando

Date di esistenza

Luogo di nascita
Carrara
Data di nascita
September 16 1884
Luogo di morte
Carrara

Biografia / Storia

Nasce a Carrara (MS) il 16 settembre 1884 da Vincenzo e Carmela Bernabò, marmista, abbozzatore di marmi. Attivo nel movimento anarchico fin dai primi anni del XX secolo, fre­quenta solo la 1a classe elementare. Aderente alla Camera del lavoro guidata da Alberto Meschi e tra i maggiori animatori del circolo anarchico "1° maggio". Viene arrestato più volte, ammonito come "indi­viduo pericoloso" e sottoposto a una stretta vigilanza, tale da far protestare glianarchci che denunciano l'accaduto («L'Avvenire anarchico» 17 set. e 8 ott. 1915). Nel 1916 è richiamato sot­to le armi e assegnato al 25° Reggimento fanteria di stanza a Piacenza. Prende parte a tutte le agitazioni del Bienno rosso e tra il 20 e il 22 dicembre 1919 partecipa in qualità di delegato dell'Unio­ne marmisti di Carrara al Congresso nazionale dell'USI che si svolge a Parma. Nel maggio del 1921 viene eletto nella commissione esecutiva della Camera del lavoro di Carrara. Dopo l'ascesa del fascismo al potere sembra disinteres­sarsi della politica e delle questioni sindacali. Costantemente vigilato dalle autorità le quali sospettano che P. non "abbia rinunziato alla sua fede". Il 29 dicembre 1929 è arrestato in occa­sione delle nozze del principe di Piemonte viene rimesso in libertà l'11 gennaio 1930. Inse­rito nella 1a e 3a categoria delle persone pericolose della provincia di Massa Carrara, viene fermato il 25 aprile 1932 insieme ad altri anarchici con­terranei perché sospettato di aver sostenuto uno sciopero organizzato dai cavatori per protestare contro il contratto di lavoro stipulato tra gli industriali e i sindacati fascisti. Rilasciato dopo due mesi di carcere, è ammonito. È sospet­tato di mantenersi in contatto con elementi "antinazionali" e di aver diffuso stampati antifa­scisti e per questo è nuovamente arrestato il 25 maggio 1934 ma non essendo emersi elementi comprovanti le accuse contro di lui viene rimesso in libertà, previa la solita "diffida", il 18 giugno. Gravemente ammalato di tbc, muore a Carrara il 9 giugno 1937. (F. Benolucci)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
 
Bibliografia: Antifascisti nel casellario politico centrale, 18 voll., Roma 1988-1995, ad nomen; G. Vatteroni, Sinda­calismo, anarchismo e lotte sociali a Carrara dalla Prima guerra mondiale all'avvento del fascismo (1917-1922), Tesi di laurea, Univ. di Pisa aa. 1998/99.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Vincenzo e Carmela Bernabò

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

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