ZIRARDINI, Claudio

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
ZIRARDINI, Claudio

Date di esistenza

Luogo di nascita
Ravenna
Data di nascita
28/07/1848
Luogo di morte
Ravenna
Data di morte
26/09/1916

Attività e/o professione

Qualifica
Tipografo

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Ravenna il 28 luglio 1848, da Nicolò e Maria Bondini, tipografo. La famiglia, di antica origine, vanta ascendenze nobiliari. Maggiore di quattro figli maschi (cui si sommano tre sorelle), per volontà dello zio paterno, monsignor Leonardo Zirardini - con il quale avrà per tutta la vita un rapporto privilegiato -, compie studi seminariali, da cui trae una mai sopita passione per Dante e i classici latini. Rifugge tuttavia la carriera ecclesiastica e abbraccia il libero pensiero, politicamente attratto da Mazzini e suggestionato dalle gesta garibaldine. La sua conversione all’internazionalismo risale con tutta probabilità all’inizio degli anni ’70, nel clima di generale crisi del mazzinianesimo accelerata dalle vicende della Comune e dalla concomitante diffusione della propaganda bakuninista. Sembra che il suo esempio abbia un qualche peso nell’indurre anche i fratelli minori, in particolare Gaetano (poi una delle più celebri figure del primo socialismo italiano) e Giovanni, all’impegno politico internazionalista. Nel gennaio 1872 Z. è dunque fra i promotori della sezione ravennate dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori (la pagella d’iscrizione allegata allo “Statuto generale dell’AIL, Sezione di Ravenna”, reca la sua firma autografa), orientata al bakuninismo, del cui Consiglio entra a far parte. Vicino ad Andrea Costa, presenzia al congresso di Rimini del 4-6 agosto 1872, che sancisce la nascita della Federazione italiana dell’Internazionale. Delegato al ii congresso federale (Bologna, 15 mar. 1873), partecipa inoltre al congresso fondativo della Federazione romagnola della Regione italiana dell’AIL (S. Pietro in Vincoli, 20 lug. 1873) divenendo membro della sua Commissione, che ha sede a Ravenna. Dalla tipografia da lui gestita, ubicata al piano terreno della casa di famiglia (Z. le erediterà entrambe, dallo zio monsignore, nel 1885), escono i primi fogli internazionalisti romagnoli. Tra questi spicca, a partire dal 7 febbraio 1874, la seconda serie de «Il Romagnolo» (già mazziniano, evoluto su posizioni internazionaliste sotto la direzione di Lodovico Nabruzzi). Annunciandone la ripresa – il giornale aveva dovuto cessare le pubblicazioni nell’ottobre del ’71 – in una lettera del 3 gennaio 1874 alla Commissione di corrispondenza dell’AIL, Z. dichiara che la rinnovata edizione s’informerà “a sentimenti eminentemente rivoluzionari”. Improntato, in effetti, a una linea apertamente insurrezionalista, «Il Romagnolo» è costretto a chiudere i battenti dopo pochi numeri, nell’aprile del 1874, per l’intervento della magistratura. Nei Protocolli della Prefettura di Ravenna vi è traccia di due istanze, presentate dall’influente zio Leonardo a distanza di breve tempo l’una dall’altra, il 31 marzo e il 9 aprile 1874, “per ottenere che il nipote Carlo possa espatriare”. Si può ipotizzare che Z. abbia intenzione di recarsi presso il ritiro svizzero di Bakunin, dove si stanno mettendo a punto i piani per il tentativo insurrezionale dell’agosto (del resto, la tipografia di Z. funge da stamperia dei proclami e dei bollettini clandestini che devono preparare l’azione di Costa e compagni); o più semplicemente che egli, nel mirino dell’autorità giudiziaria per le sue attività “sediziose”, intenda sottrarsi all’imminente mandato di arresto. Risale infatti alla primavera del 1874 (non, dunque, al 1876 o addirittura al 1877, come erroneamente riportato in vari cenni biografici) l’assegnazione di Z. a 30 mesi di domicilio coatto a Lampedusa. Sulla data esatta della condanna non vi è certezza, ma una nota della Prefettura di Ravenna del 10 maggio 1874 informa circa una “protesta” di internazionalisti “contro la destinazione al domicilio coatto del noto Claudio Zirardini”. Scontata la pena Z. rientra a Ravenna, dove riprende la consueta attività. Pare che nell’aprile del 1877, in conseguenza della nuova ondata repressiva seguita al fallito moto del Matese, incorra in nuovi guai giudiziari. L’infelice esito del moto beneventano segna – come noto – una battuta d’arresto dell’Internazionale anarchica, contribuendo al ripensamento di Andrea Costa. Z. segue il cammino verso il legalitarismo intrapreso da Costa, culminato, nel luglio 1881, nella fondazione del Partito Socialista Rivoluzionario di Romagna. Più o meno nello stesso periodo, Z. dà vita a Ravenna al “Circolo dei diritti dell’uomo”, che diventa un centro di propaganda socialista, ed è ancora presso la sua tipografia che vedono la luce i primi giornali socialisti ravennati: «Il Sole dell’avvenire» (set. 1882-dic. 1883), fondato e finanziato dal fratello Gaetano, e «Il Comune» (dic. 1883-ago. 1885; organo ufficiale del partito di Costa), diretto dallo stesso Z., che si segnala, tra le altre cose, per l’impegno profuso a favore delle candidature protesta di Amilcare Cipriani. Ormai conquistato al socialismo costiano, Z. (che nel 1889 riesce eletto al Consiglio comunale entrando a far parte della prima amministrazione popolare di Ravenna) resta nondimeno legato alle memorie eroiche dell’Internazionale, come testimoniato da una lettera a Costa del 24 settembre 1892, a poco più di un mese dalla costituzione del Partito dei Lavoratori Italiani. Z. ricorda come le origini del nuovo soggetto politico, cui egli non aderisce, debbano essere rintracciate “nel programma della disciolta Associazione Internazionale dei Lavoratori”, alla quale egli si era dato “per l’entusiasmo e l’ammirazione suscitati […] dai fatti e dalle barricate della Comune di Parigi”; e critica “le blandizie del nuovo programma” elaborato a Genova, al punto da auspicare una salutare ripresa del “partito anarchico”, soprattutto in Romagna, i romagnoli essendo “uomini d’azione politica” e dovendosi conservare alla regione “la propria forma di socialismo rivoluzionario”. Negli anni a venire Z. finisce però per lasciare la politica attiva (anche se, ancora nel 1894, subisce una condanna a sei mesi di carcere, condividendo la prigionia con Nullo Baldini), avvicinandosi idealmente ai radicali di Cavallotti e avviando una collaborazione con «Il Secolo». La “Tipografia C. Zirardini” continua tuttavia ad essere un punto di riferimento di tutta la sinistra ravennate. In essa si stampano, tra gli altri, «La Parola dei socialisti» (divenuta, nell’aprile del 1908, «La Romagna socialista») e «L’Aurora», il primo periodico anarchico ravennate, diretto anche da Armando Borghi. Gli ultimi anni della sua vita sono contrassegnati da crescenti difficoltà economiche, che lo inducono a disfarsi della tipografia (donata agli operai e trasformata in società cooperativa), e da un’involuzione caratteriale, che ne accentua la già presente propensione all’isolamento e alla misantropia. Muore a Ravenna il 26 settembre 1916. (A. Luparini)

Fonti

Fonti: Archivio dello Stato - Ravenna; Comune di Ravenna, Archivio dello Stato civile.

Bibliografia: Scritti di Z.: Redenzione dei morti con la cremazione, Ravenna 1886; Giubileo per la scoperta delle ossa di Dante Alighieri e sottoscrizione mondiale per erigere a lui un mausoleo in Ravenna: frammenti di cronaca, Ravenna 1894; Giocondità del carcere, Ravenna 1896.
Scritti su Z.: Claudio Zirardini, «La Romagna socialista», 6 ott. 1916; R. Zangheri, Il Romagnolo (1868-1874), un giornale ravennate dal mazzinianesimo al socialismo, «Studi romagnoli», 1950, pp. 370-371; Carteggio Claudio Zirardini-Andrea Costa, a cura di G. Bosio, «Movimento operaio», n. 17-18 (1951), pp. 624-642, passim; A. Morigi, Ricordi della tipografia Zirardini, ivi, pp. 643-646; A. Borghi, Mezzo secolo di anarchia (1898-1945), Napoli 1954, pp. 74 e 77; A. Mambelli, Il giornalismo in Romagna: rassegna di tutta la stampa quotidiana e periodica dalle origini ad oggi, Forlì 1966, ad indicem; F. Cardellini, Gaetano Zirardini una vita per il socialismo, Ferrara, 1976, ad indicem; M. Pelliconi, Andrea Costa: dall’anarchia al socialismo. Il contributo del socialismo imolese e romagnolo alla fondazione del Partito Socialista Italiano, 1879-1893, Imola 1979, ad indicem.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Nicolò e Maria Bondini

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

città