ZAULI, Luigi

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
ZAULI, Luigi

Date di esistenza

Luogo di nascita
Ravenna
Data di nascita
May 28 1876
Luogo di morte
Ravenna

Biografia / Storia

Nasce a Ravenna il 28 maggio 1876 da Giuseppe e Rosa Francesconi, bracciante. Aderisce all’anarchismo dopo un’iniziale militanza socialista. È tra i fondatori del circolo anarchico ravennate “Rosa Rossa”. Membro del Consiglio direttivo della CdL di Ravenna, è attivo soprattutto nel campo dell’organizzazione sindacale bracciantile ma non rifugge dalla propaganda di partito, partecipando al dibattito politico interno all’Estrema ravennate (una sua scheda biografica, redatta dalla Prefettura di Ravenna in data 17 dicembre 1901, riferisce di suoi frequenti “contraddittori” con repubblicani e socialisti). Il 21 maggio 1902 entra a far parte della Commissione centrale della Federazione delle leghe bracciantili di Ravenna; un mese dopo è nominato membro della Commissione esecutiva della locale CdL. Sostiene la necessità di un’azione sindacale diretta, rivoluzionaria, scontrandosi in più di una circostanza con repubblicani e socialisti. “È accanitissimo contro i repubblicani, che chiama borghesi, e contro i socialisti, che dice addomesticati”, annota la Prefettura ravennate il 7 agosto 1903. Collabora assiduamente a «L’Aurora», per la quale firma articoli al vetriolo – che destano una lunga scia di polemiche – contro il cooperativismo “baldiniano”, e in particolare contro la Cooperativa braccianti di Ravenna, accusata di operare come un organismo economico borghese (cfr. Sciopero contro la Cooperativa braccianti, 16-17 lug. 1904, ove Z. mette in risalto le dure condizioni di vita del bracciantato ravennate, costretto dalla miopia dei vertici cooperativistici a scioperare contro la propria cooperativa di appartenenza). Il 16 novembre 1904 Z. lascia il capoluogo romagnolo alla volta di Trieste, per poi stabilirsi a Gorizia, dove si trattiene circa cinque mesi. Rientra a Ravenna il 5 marzo 1905. Riprende il rapporto con «L’Aurora», collaborando altresì alla successiva edizione del settimanale (feb./apr. 1909). Avvia quindi una collaborazione con «L’Agitatore» di Bologna, occupandosi ancora di questioni sindacali, con numerose corrispondenze dal Ravennate. Nel violento scontro che oppone braccianti e mezzadri, socialisti e repubblicani, per la gestione delle macchine trebbiatrici, Z. – con gli altri anarchici ravennati – si schiera a fianco dei primi, polemizzando aspramente con il Partito repubblicano, definito strumento della reazione agraria (cfr. Le solite dei repubblicani, «L’Agitatore», 24 lug. 1910). Contesta il concordato firmato il 27 ottobre 1910, che giudica una capitolazione. Il 25 giugno 1911 Z. prende parte al Convegno anarchico romagnolo di Faenza, intervenendo proprio sulla vicenda delle trebbiatrici. In seguito (ago. e set. 1911) è tra i curatori dei due numeri unici “a cura degli anarchici di Romagna” editi come supplemento de «L’Agitatore». Il 28 luglio 1912 partecipa al convegno anarchico romagnolo/marchigiano di Rimini. Prosegue, nel frattempo, la collaborazione con «L’Agitatore», subendo tra l’altro una denunzia per “istigazione a delinquere” a motivo dell’articolo Contro gli eccidi (26 gen. 1913). Costantemente impegnato in attività di propaganda, risulta, in questo periodo, far parte di un comitato ravennate “pro vittime politiche”. Il 7 ottobre 1913 ha il compito di introdurre una conferenza di Malatesta al casino del teatro Alighieri di Ravenna. Il 10 giugno 1914, secondo giorno di sciopero generale dopo l’eccidio di Ancona, è fra i principali oratori del grande comizio di Piazza Vittorio Emanuele, dal quale scaturiscono gli incidenti della Settimana rossa a Ravenna. Gli anni fino al 1919 vedono tuttavia – almeno a quanto è dato desumere dalle carte di polizia - un suo parziale disimpegno. Trova impiego presso uno zuccherificio e, il 23 febbraio 1919, è a Bologna per il convegno nazionale dei lavoratori dell’industria zuccheriera, della cui Federazione entra a far parte. Torna alla ribalta politica ravennate qualche mese dopo, allorché compare tra gli organizzatori del comizio del primo maggio 1919, nell’occasione “inviando un saluto ai rivoluzionari russi ed esprimendo il voto di una più larga amnistia politica e militare da estendersi anche ad Enrico Malatesta”. Nell’agosto di quello stesso anno Z. è segnalato a capo dell’Unione anarchica provinciale ravennate. Il 28 settembre aderisce ad una manifestazione neutralista “contro il pericolo di una nuova guerra”. Ormai una delle figure più in vista del “sovversivismo” ravennate, il suo nome compare in calce ad un telegramma del 13 febbraio 1920 al Presidente del consiglio, con il quale i gruppi anarchici di Ravenna protestano contro la detenzione di Malatesta minacciando, in caso di mancata sua scarcerazione, di “agitarsi violentemente”. Accanto alla fervente azione politica (il 19 aprile 1920 partecipa all’assise bolognese dell’Unione anarchica emiliano romagnola; il 16 ottobre 1921 viene arrestato durante una manifestazione pro Sacco e Vanzetti, mentre, in tutti questi anni, non fa mancare sottoscrizioni a favore di «Umanità nova»), Z. prosegue nel suo impegno sindacale, dedicandosi all’organizzazione dei lavoratori dello zucchero. Il 23 agosto 1922 è nominato membro della Commissione esecutiva della vecchia Camera confederale del lavoro (social-comunista). Nondimeno, assunto come capo squadra turbinista presso lo zuccherificio di Classe, finisce per allontanarsi gradualmente dall’attività politica. “Dopo l’avvento del fascismo”, rileva la Prefettura ravennate il 19 maggio 1925, “si astiene da ogni propaganda”. Iscritto al PNF dal 29 ottobre 1932, viene radiato dal registro dei “sovversivi” nell’agosto del 1934. Muore a Ravenna il 3 dicembre 1936. (A. Luparini)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Giuseppe e Rosa Francesconi

Bibliografia

2004

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Collezione

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