VIVARIN, Primo
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- VIVARIN, Primo
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Adria
- Data di nascita
- October 12 1894
Biografia / Storia
- Nasce ad Adria (RO) il 12 ottobre 1894 da Natale e Antonietta Tosi, operaio e imbianchino. Chiamato comunemente “Paiazo” nel 1918 è iscritto “al n. 14 dell’elenco dei socialisti pericolosi, propagandista” perché professa “idee anarchiche rivoluzionarie”. Nell’aprile 1919 viene arrestato dai carabinieri di Chioggia poiché, terminata la licenza di convalescenza, non rientra al corpo di appartenenza. Il 7 aprile 1921 è nuovamente tratto in arresto per l’accusa di aggressione ai danni del fascista Giovanni Scarpari. Nel 1923 il prefetto di Rovigo lo inserisce, con la qualifica di anarchico, in un elenco di 75 “individui che tramano o possono tramare a danno della Patria, dello Stato, del Governo”. Nel luglio 1924 emigra in Francia, dove trova lavoro nella fonderia di S. Julien de Maurienne (Savoia) Chambery: nella stessa località risiede anche l’anarchico adriese Luigi Ballarin, che parteciperà più tardi alla guerra di Spagna. Nei sei mesi successivi V. cambia ripetutamente residenza, esercitando vari mestieri, finché nel gennaio 1925 si trasferisce a Vienne (Isère), dove esercita il mestiere di imbianchino e verniciatore. Da qui si trasferisce a Saint- Raphäel (Var), a Tolone, ad Antibes, a S.Priest, a Marsiglia, ad Aix-Les-Bains, ad Hauteville, a Bellegarde dove viene arrestato il 26 settembre 1929 per contravvenzione al decreto d’espulsione. Nel 1929 è iscritto al n. 7582 del «Bollettino delle ricerche» con la formula “anarchico fuoriuscito da fermare, perquisire e segnalare”: è sospettato di partecipare, assieme ai fuoriusciti Amilcare Barsanti, Alberto Tarchiani (Roma), Pietro Montasini (RE), Cipriano Facchinetti, Mario Gistocci (Cesena), Alberto Cianca (Roma), Felice Vezzani (RE), Silvio Franchini, Otello Pezzoli e Carlo Scolarini a un “complotto per attentare alla vita di S.E. il Capo del Governo”. Il 29 gennaio 1931 viene condannato a due mesi di arresto dal tribunale di Bonneville per falsificazione di carta d’identità e “per lesioni in rissa con francesi”. Espulso dalla Francia, nel marzo 1931 ripara in Lussemburgo, dove svolge vari mestieri fra cui il “contrabbandiere di tabacco”: privo di mezzi e di documenti, viene fatto rimpatriare dal Consolato italiano. Il 25 settembre 1932 viene rinchiuso nelle carceri di Rovigo. Fino al 1940 se ne perdono le tracce, quando ad Adria subisce, senza esito, una perquisizione domiciliare “allo scopo di rinvenire armi non denunziate”; in questo periodo è ritenuto il factotum della compagnia di facchini di Adria. Nel febbraio 1942 è compreso nell’elenco di attentatori stilato dal Ministero dell’Interno. Nel 1944 è segnalato come partecipante saltuario in quel di Treviso a non meglio specificate “riunioni a sfondo politico”. Ancora in contatto con Luigi Ballarin, anarco-comunista polesano volontario in Spagna, procura i mezzi di sostentamento alla moglie di Ballarin: è in questo frangente che un promemoria del prefetto di Rovigo annota la seguente frase: “il segretario politico mi ha raccomandato di non dimenticare che il V. è un suo informatore”. Nel dopoguerra vive sempre ad Adria, esercita il mestiere di facchino ed è iscritto al PCI. Si ignorano la località e la data di morte. (V. Tomasin)
Fonti
- Fonti: Archivio dello Stato - Rovigo, Gabinetto di Questura, Casellario politico, ad nomen;
Bibliografia: V. Zaghi, L’eroica viltà. Socialismo e fascismo nelle campagne del Polesine 1919-1926, Milano 1989, pp. 135 e 197.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Natale e Antonietta Tosi
Bibliografia
- 2004