VISENTIN, Luciano
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- VISENTIN, Luciano
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Mestre
- Data di nascita
- January 31 1898
- Luogo di morte
- Martellago
Biografia / Storia
- Nasce a Mestre (VE) il 31 gennaio 1898 da Gaetano e Lucia Visentin, calzolaio. Nel gennaio 1917, chiamato alla visita di leva, è arrestato perché sorpreso ad affiggere manifestini “Viva il Socialismo, Viva la Pace”. Arruolato, nel luglio del 1917 è accusato di “diserzione”; assolto per “infermità di mente”, il 10 dicembre 1917 è internato a Lipari, Ustica e Pantelleria, da cui viene rilasciato nell’aprile 1919. Nel 1921 organizza gli Arditi del popolo a Mestre. Il 6 dicembre 1922 è arrestato per l’omicidio del giovane fascista Antonio Cattapan avvenuto nel mese di agosto; dichiarato innocente, viene scarcerato nel maggio 1924. Espatriato senza passaporto per sottrarsi a possibili rappresaglie da parte di fascisti, viene incarcerato per cinque mesi a Strasburgo e rispedito in Italia. Nell’agosto 1926 espatria clandestinamente in Francia, ma per l’aggravarsi della tubercolosi, in ottobre fa ritorno in Italia; arrestato a Bardonecchia, viene tradotto a Mestre, dove viene sottoposto ad assidua vigilanza ed iscritto nell’elenco delle “persone pericolose da arrestare in caso di gravi turbamenti dell’ordine pubblico”. Nel dicembre 1926 viene sottoposto dalla Questura di Venezia a due anni di ammonizione. Nel maggio 1927 è condannato a tre mesi di carcere per aver trasgredito all’ammonizione. Scarcerato, viene sottoposto a libertà vigilata. Il 22 gennaio 1928, appena ripreso il lavoro di calzolaio, viene arrestato assieme ad altri due giovani, con l’accusa di aver affisso disegni di falce e martello nell’anniversario della morte di Lenin. Prosciolto dal Tribunale Speciale il 7 settembre 1928, rimane in carcere, dove il 12 ottobre 1928 gli viene comunicata la condanna a cinque anni di confino. Inviato nell’isola di Ponza, viene rilasciato nel novembre 1932 per le celebrazioni del decennale. Torna a Mestre. L’8 giugno 1934 è arrestato a Ventimiglia mentre cerca di espatriare in Francia. Nel gennaio del 1937 è arrestato di nuovo, assieme al calzolaio comunista Leone Moressa che gli aveva dato da lavorare nella sua bottega, con l’accusa di “propaganda spicciola sovversiva ed antinazionale”. Condannato a cinque anni di confino, è mandato alle Tremiti, a Ponza e in altre località delle province di Potenza, Matera e Cosenza. La sua salute si aggrava. Nel maggio 1939 scrive da Ponza una lettera al ministero degli Interni, chiedendo di essere trasferito in un comune del continente perché il clima umido dell’isola peggiorava la sua malattia, giunta a uno stadio molto grave, e dichiarando di riconoscere nel fascismo “un grandioso movimento spirituale dell’Italia proletaria”. A Lauria (PZ), uno dei paesi di confino, conosce e sposa Teresa Mazza. Trasferito di nuovo alle Tremiti, nel giugno 1941 Visentin scrive una nuova lettera al ministero degli interni chiedendo di essere prosciolto dal confino o almeno di essere trasferito “in un paese del continente”. È trasferito a Lauria, paese della moglie, dove finisce di scontare i cinque anni. Rilasciato, torna a Mestre il 4 febbraio 1942 con la moglie, ammalato. Dopo la Liberazione, promuove nella sua bottega di calzolaio a Mestre la formazione del gruppo “Romeo Semenzato”, in memoria di un giovane compagno appartenente agli Arditi del popolo ucciso da un fascista a Dolo (VE) nell’agosto 1921; organizza incontri e comizi pubblici. Nel dopoguerra il suo anticomunismo maturato negli anni Trenta lo porta ad assumere posizioni di intransigenza esasperata che lo fanno allontanare anche dal movimento. Nel 1969 si trasferisce a Martellago (VE), dove muore il 24 agosto 1984. (P. Brunello - E. Fraccaro)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, Confinati poltici, ad nomen; Tribunale speciale per la difesa dello Stato, ad nomen, “Procedimento penale contro Benvenuti Luigi, Fantinato Augusto, Visentin Luciano” (1928); «Il Gazzettino», Venezia, 15–16 mag. 1924; L. Visentin, Una povera vita, dattiloscritto; Intervista di Elis Fraccaro a L. Visentin su audiocassetta (1980 circa); Necrologio di Luciano Visentin, dattiloscritto non datato e anonimo, ma di Giovanni Fiorin; Mestre. Gruppo “Romeo Semenzato”. Comunicato, «Umanità nova», 21 feb. 1946.
Bibliografia: P. Brunello, Il processo a Luciano Visentin, calzolaio anarchico di Mestre (1928), «Terra d’Este», XI (2002), pp. 33–53; Id., Il processo a Luciano Visentin, calzolaio di Mestre. Carte di polizia e autobiografie di sovversivi, «Bollettino dell’Archivio G. Pinelli», 2003, pp. 46-51.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Gaetano e Lucia Visentin
Bibliografia
- 2004