VERGENDO, Lodovico Abramo
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- VERGENDO, Lodovico Abramo
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- San Giorgio di Nogaro
- Data di nascita
- 18/04/1891
- Luogo di morte
- Castel San Pietro Terme
- Data di morte
- 18/07/1959
Attività e/o professione
- Qualifica
- Bracciante
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
- Nasce a San Giorgio di Nogaro (UD) il 18 aprile 1891, da Lorenzo e Anna Sicorti, bracciante. Fin da ragazzo vive nel comune di Zuglio, in Carnia. Emigra prima della “grande guerra” a Trieste, Fiume e Pola, allora appartenenti all’Impero Austriaco, ad Innsbruck ed infine a Monaco di Baviera. Rientra in Italia allo scoppio della Prima guerra mondiale. Nel primo dopoguerra risiede a Tolmezzo ed è segretario della prima CdL della Carnia, a maggioranza anarcosindacalista, presieduta da Umberto Candoni. È arrestato una prima volta il 5 ottobre 1919 a Comeglians (UD), nel corso di un comizio di protesta; viene liberato qualche giorno anche grazie al formarsi di un ampio movimento popolare di solidarietà nei suoi confronti.
Il 21 maggio 1920 è nuovamente arrestato in seguito all’occupazione operaia di ventidue comuni della Carnia per protesta contro la disoccupazione, episodio rievocato nella memoria popolare come “il Soviet della Carnia”. Dopo l’avvento del fascismo, nell’agosto 1923, si trasferisce a Bologna dove lavora come sarto e dove viene assiduamente controllato dalla polizia politica subendo fermi e perquisizioni. Nel gennaio 1929 viene arrestato e proposto per il confino per aver aiutato tre anarchici bolognesi ad espatriare clandestinamente in Francia, ma la Commissione non ha prove sufficienti, evita pertanto il confino subendo però il regime di “ammonizione”.
Nel 1930 però espatria clandestinamente in Francia assieme ad altri tre compagni (Merli, Lippi e Girotti), stabilendosi a Briançon, dove lavora sempre come sarto. Nel 1932 viene interrogato dalla polizia francese per una misteriosa vicenda di cartucce esplosive trafugate da una miniera, senza però ulteriori conseguenze. Trasferitosi per motivi personali nel 1937 a Parigi, viene espulso dalla Francia ma rimane in quella nazione clandestinamente. Arrestato nel 1938, riesce ad ottenere un permesso d’asilo in Francia grazie all’intervento della LIDU.
Nel 1941 è arrestato dai nazisti e detenuto in campo di internamento in Germania. Nel maggio 1942 è tradotto in Italia e condannato a quattro anni di confino che inizia a scontare a Ventotene. In seguito è trasferito insieme a molti altri anarchici nel campo di concentramento di Renicci d’Anghiari riconquistando la libertà nel settembre 1943. Subito dopo si trasferisce a Imola dove apre una bottega da sarto. Partecipa alle riunioni clandestine degli anarchici imolesi durante la Resistenza e subisce anche fermi e interrogatori da parte dei militi della Repubblica sociale italiana. Insiema a Primo Bassi rappresenta gli anarchici nel CLN di Imola, conservando la carica sino alla Liberazione. Nel dopoguerra rappresenta la compnente anarchica nella CdL locale. Pochi anni dopo (1947-48) torna a vivere a Bologna. Muore a Castel San Pietro Terme (Bo) il 18 luglio 1959. (M. Puppini)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio storico della Federazione Anarchica Italiana – Imola (Bo), Fondo Anarchici imolesi; Archivio comunale San Giorgio di Nogaro, Anagrafe.
Bibliografia: A. Albertazzi, L. Arbizzani, N.S. Onofri, Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo bolognese (1919-1945). Dizionario biografico, 6 voll., Bologna 1986-2003, ad nomen.
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