VELLA, Attilio

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
VELLA, Attilio

Date di esistenza

Luogo di nascita
Gibellina
Data di nascita
July 17 1901
Luogo di morte
Milano

Biografia / Storia

Nasce a Gibellina (TP) il 17 luglio 1901 da Giuseppe e Concetta Pedalino; commesso viaggiatore e pittore. Il padre lavora nelle miniere di zolfo a Gibellina e si trasferisce con la numerosa famiglia a Milano nel 1910. V. lì studia arte e diciottenne esordisce come pittore. Dal 1920 al 1924 aderisce al Movimento Futurista, ma con l’adesione dei principali esponenti del movimento al fascismo, come altri artisti interrompe i rapporti. Arrestato più volte, subisce anche una condanna. Per vivere commercia cornici per quadri, è arredatore, vetrinista, cartellonista. Con la nascita del Movimento “Novecento” ed il ritorno all’ordine in arte, V., sviluppa l’astrattismo sperimentale in alternativa all’involuzione in atto. Pur dimorando quasi sempre a Milano, raggiunge spesso i familiari in Svizzera. Il 4 gennaio 1930, essendo in relazione con Camillo Berneri, viene chiesta dalla questura l’iscrizione di V. nella “Rubrica di Frontiera” e nel «Bollettino delle ricerche» (che avviene il 14 febbraio) con invito all’arresto come “anarchico da impedire espatrio”. Sulla luganese «Falce e Martello», del 28 agosto 1930, V. con tutti i fratelli sono definiti “spie fasciste”, ma il successivo 6 settembre, il Console Generale a Lugano riferisce che “Si stenta a credere che illazioni del giornale comunista corrispondano esattamente alla realtà”. L’illazione deriva da una presunta lettera inviata da un compagno di Milano a Luigi Bertoni (mai pubblicata su Risveglio anarchico di Ginevra, ma intercettata dal giornale comunista) dove si afferma che quindici persone perseguitate non possono vivere così bene in Svizzera, nel lusso e usando il loro giornale «Vogliamo!» (Biasca - Lugano, 1929-1931) “per dare fumo negli occhi”. Queste, per il foglio comunista, sono le prove. Dalle carte di polizia risulta che la lettera è di Eugenio Macchi, il quale però smentisce tale paternità su «L’Adunata dei refrattari» del 27 settembre 1930, ripresa a Lugano da «Libera Stampa». V. successivamente ritorna a Milano, dove per vivere vende quadri fino alla fine degli anni Trenta. Nel Secondo dopo guerra pur mantenendo rapporti con il movimento anarchico si dedica quasi esclusivamente alle attività artistiche. Nel 1945 aderisce al gruppo artistico “15 Borgonuovo” e partecipa alla Collettiva della successiva Triennale di Milano. Nel 1949 è presente alla prima Mostra Internazionale dell’Arte Club di Torino e a quella di arte contemporanea organizzata dalla Biennale di Venezia assieme al Circolo Artistico di Palermo e Catania. Nel 1955 espone alla Rassegna Trenta pittori attuali alla Galleria del Fiore di Milano e negli anni successivi continuerà a partecipare a importanti mostre di arte figurativa. Muore a Milano il 17 novembre 1973. (A. Ciampi)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.

Bibliografia: Scritti di V.: ‘Il Cabaret a Milano’, «Volontà», 1965, p.107. Scritti su V.: «Falce e Martello», Lugano, 28 ago. 1930; A. Schwarz, Attilio Vella - Arte e anarchia, «Umanità nova», 1° dic. 1973; L. Bettini, Bibliografia dell’anarchismo, vol. 1 t. 2. Periodici e numeri unici anarchici in lingua italiana pubblicati all’estero (1872-1971), Firenze 1976, ad indicem.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Giuseppe e Concetta Pedalino

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

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