VATTERONI, Umberto Giuseppe Stefano

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
VATTERONI, Umberto Giuseppe Stefano

Date di esistenza

Luogo di nascita
Avenza
Data di nascita
February 21 1897
Luogo di morte
Carrara

Biografia / Storia

Nasce ad Avenza, frazione di Carrara (MS) il 21 febbraio 1897 da Carlo ed Elisa Lazzi, stagnino. Anarchico fin dall’adolescenza, prende parte attivissima alle lotte contro lo squadrismo apuano, prima di trasferirsi a Roma, dopo l’ascesa al potere di Mussolini, per evitare le rappresaglie dei fascisti locali. Nella capitale conosce Errico Malatesta e collabora con lui nella propaganda libertaria e nella lotta antifascista. L’11 settembre del 1926 un suo concittadino Gino Lucetti attenta alla vita di Mussolini. La reazione delle autorità fasciste è immediata, centinaia sono gli anarchici perquisiti e arrestati tra questi V. che si protesta estraneo ai fatti, che gli sono contestati, ma non viene creduto dagli inquirenti, perché fornisce secondo le autorità “risposte contraddittorie” e perché ha “compiuto un viaggio a Carrara nell’agosto 1926 per donare tutti i suoi beni alla madre”. Denunciato al Tribunale speciale fascista per “concorso in attentato, detenzione di armi e ferimento di più persone”, V. viene condannato l’11 giugno 1927 a diciotto anni e nove mesi di reclusione e a tre anni di vigilanza speciale, mentre i suoi coimputati Giuseppe Tiburzi, Alfonso Pettinari e Fausto De Santis sono prosciolti con la formula di “non luogo a procedere”. Detenuto nelle carceri di Lucca, V. passa in quelle di Alessandria e di Finalborgo, poi, nel 1932, è tradotto nel reclusorio di Civitavecchia, quindi è a Pallanza, a Fossano e di nuovo a Civitavecchia e infine nel 1935/1936 ancora una volta a Roma. Scarcerato nel febbraio 1937, grazie a varie amnistie e condoni, dopo aver scontato undici anni di reclusione, viene assegnato dalla Commissione provinciale di Roma il 5 aprile 1937 al confino per cinque anni e deportato alle Tremiti, dove “mantiene pessima condotta politica” e viene arrestato perché si è rifiutato di salutare romanamente. Condannato a un anno di carcere, lo sconta a Lucera. Rimandato alle Tremiti, vi conosce Jolanda Setti di Rubiera (RE), durante una visita che la donna fa al fratello, confinato nell’isola, e si lega sentimentalmente a lei. Trasferito a Ponza, vi resta fino al 1939, quando viene deportato a Ventotene. A fine pena, il 25 gennaio 1942, è trattenuto come internato “pericoloso nelle contingenze belliche” e relegato nella colonia di Tursi, dove rimane fino al settembre 1943. In questa località, arroccata su un’altura, non arrivano i “liberatori” americani che, occupata la pianura circostante, proseguono verso nord, cosicché il villaggio rimane in mano ai tedeschi. V., insieme ad altri, forma una banda che assalta le postazioni germaniche e libera il paese. Nel dopoguerra vive a Napoli e a Roma, poi riprende, a Carrara, il suo posto di militante anarchico. Il 14 marzo 1946 scrive su «Umanità nova» il necrologio di Elena Melli, (Per la morte della compagna di Errico Malatesta, n.11, 14 mar. 1946). È a fianco di Alberto Meschi nella CdL unitaria, assicura la sua presenza nella Cooperativa del Partigiano, collabora, insieme alla sua compagna Jolanda, al fine di garantire il buon funzionamento della Colonia Gino Lucetti e della Colonia Maria Luisa Berneri a Marina di Massa. Non trascurabile è anche la sua attività all’interno della neonata FAI. È delegato della Federazione Comunista Libertaria di Massa Carrara al congresso costitutivo della federazione a Carrara nel settembre 1945 e ancora come delegato della stessa federazione partecipa a Firenze al convegno nazionale FAI nel marzo 1946, a quello di Canosa nel febbraio 1948 e infine a quello di Livorno nel maggio 1954. È presente al VI congresso della federazione che si svolge a Senigallia nel novembre 1957, come delegato dei gruppi anarchici di Carrara. Muore a Carrara il 3 gennaio 1965. Ricordandolo, «L’Adunata dei refrattari» di New York scrive di lui: “Tornò dal confino dopo la caduta del fascismo e riprese con ardore immutato la sua vita di militante; e nelle sue attività di militante lo ha colto, ovviamente precipitata dalle passate sofferenze e persecuzioni, la morte”. Conformemente alle sue disposizioni, i funerali si sono svolti senza pubblicità con la partecipazione di alcuni compagni e famigliari. Avrà definitiva sepoltura al cimitero di Carrara, vicino alle tombe di Gino Lucetti e Alberto Meschi. La sua compagna Jolanda Setti muore a Carrara il 5 marzo 1989. (I. Rossi)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, Tribunale Speciale, b.8, ad nomen; Ministero della Difesa, Ufficio storico dello SME, Il Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato. Decisioni emesse nel 1927, 17 voll., Roma 1980-1999, pp. 98-119; Federazione anarchica italiana, Congressi e convegni. 1944-1962, a cura di U. Fedeli, Genova 1963, pp. 46, 73,110,168,184; Quelli che ci lasciano, «L’Adunata dei refrattari», 6 feb. 1965; G. Furlotti, Ricordo di Stefano Vatteroni, «Volontà», feb. 1965, pp.71/74.

Bibliografia: A. Failla, Ricordando Gino Lucetti e Stefano Vatteroni, «Il Cavatore», 16 mag. 1965; A.B., La dinamite quel giorno pianse di aver mancato il bersaglio, «Umanità nova», 25 gen. 1965; A. Failla, Commemorando insieme Vatteroni e Lucetti, ibidem; E. Vero, Il colpo era andato fallito, Ibidem; Jolanda Setti Vatteroni, ivi, 12 mar. 1989; Enciclopedia dell’antifascismo e della Resistenza, Milano, 1976, p. 426; A. Dal Pont, S. Carolini, L’Italia al confino, Milano 1983, ad indicem; Pericolosi nelle contingenze belliche : gli internati dal 1940 al 1943, a cura di S. Carolini, Roma 1987, p. 291; Antifascisti nel casellario politico centrale, 18 voll., Roma 1988-1995, ad nomen; R. Lucetti, Gino Lucetti, l’attentato contro il Duce, 11 settembre 1926, Carrara 2000, ad indicem.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Carlo ed Elisa Lazzi

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

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