VANNUCCI, Tebaldo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
VANNUCCI, Tebaldo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Livorno
Data di nascita
12 Settembre 1888
Luogo di morte
Roma
Data di morte
19 Gennaio 1932

Attività e/o professione

Qualifica
Operaio, verniciatore

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Livorno il 12 settembre 1888 da Fortunato e Paola Ceccarini, operaio, verniciatore. Militante anarchico, fa parte, all’inizio del Novecento, del Circolo di studi sociali e dell’Associazione razionalista di Livorno e cura la diffusione dei giornali «Il Seme» e «Sorgiamo».

Il 29 gennaio 1911 viene chiamato a La Spezia per riparare la nave russa Averoff, ma, sin dall’arrivo nella città ligure, viene sottoposto a una vigilanza fastidiosa da parte delle autorità locali, avvertite dal prefetto di Livorno, del suo trasferimento. Il carattere palesemente vessatorio della sorveglianza suscita l’indignazione del giornale «Il Libertario» di La Spezia, il quale scrive, il 16 marzo 1911, che V. ha pienamente ragione di lamentarsi di essere stato arbitrariamente fermato, per due volte, dagli agenti di Pubblica sicurezza sul posto di fatica. Ultimate le riparazioni al natante russo, V. torna a Livorno nel mese di maggio, ma in agosto è di nuovo a La Spezia. La sorveglianza è riattivata e le autorità segnalano che un fratello di V., Amedeo, è “ascritto alla setta anarchica” ed è stato l’amministratore del “giornale di classe” «Sorgiamo».

Nel 1912 V. lavora al Cantiere Orlando di Livorno, è abbonato al «Germinal» di Ancona e fa propaganda anarchica, anche se – stando alla Prefettura locale – con poco profitto, perché è persona mite e niente affatto pericolosa. Qualche mese dopo si sposta a Napoli, dove presta la sua opera al Cantiere Pattison. Allo scoppio della Prima guerra mondiale si schiera nel fronte antimilitarista e disfattista e nel maggio del 1917 viene indicato dalla spia “Castoro” come “uno dei più attivi” anarchici, che operano a Napoli “per la propaganda rivoluzionaria”. In luglio la Prefettura partenopea assicura che “è stato ed è sempre oggetto di ininterrotta vigilanza da parte di quest’Ufficio” e riferisce che recentemente “ha inviato 10 lire a Temistocle Monticelli” per il “Comitato internazionale anarchico”.

Al principio del 1921 V., dopo l'improvvisa scomparsa della moglie Ines Rossi, avvenuta a Napoli il 27 gennaio, ritorna insieme ai figli Comunardo, Ferrerino e Ferrerina a Livorno, dove viene debitamente sorvegliato, perché è uno degli anarchici più attivi, “corrispondente dell’Umanità nova”, e dove partecipa, nel 1922, alla lotta contro lo squadrismo fascista. In seguito si stabilisce a Roma, dove muore il 19 gennaio 1932. (R. Bugiani – M.B. Montani – A. Tozzi)

Fonti

Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Per un anarchico, «Il Libertario», 16 mar. 1911; Ines Rossi, «Il Seme», 30 gennaio 1921; Tebaldo Vannucci, «Il Corvo», dic. 1953.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

città