VANGUARDIA, Umberto

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
VANGUARDIA, Umberto

Date di esistenza

Luogo di nascita
Napoli
Data di nascita
May 19 1879
Luogo di morte
Napoli

Biografia / Storia

Nasce a Napoli il 19 maggio 1879 da Gennaro e Nunzia De Martino, senza fissa occupazione. Iscritto al Fascio dei Lavoratori a quindici anni, il 9 agosto 1894 è arrestato per le idee anarchiche e una lettera alla madre in cui afferma di voler diventare un “santissimo Caserio”. Accusato di apologia di reato e assolto, si avvicina ai socialisti. Nel maggio 1898, ritenuto tra i responsabili dei moti e inviato a domicilio coatto, fugge, si consegna a novembre, quando lo stato d’assedio è finito, ed esce dal carcere dopo pochi giorni. Nel 1899 entra nel sottocomitato per l’agitazione contro il domicilio coatto, aderisce all’anarchismo e firma un manifesto che giustifica l’attentato al re di Spagna. Nel 1901 unisce in lega di resistenza i camerieri di caffè e ristoranti e si dedica all’attività sindacale. Il 25 marzo 1906 pubblica «La voce del Ribelle», cui seguono il 15 e il 25 agosto «I Ribelli» e il 20 settembre «I Picconieri». A giugno del 1907 è a Roma al congresso anarchico, poi, diventato redattore de «L’Agitazione», va a vivere a Milano, dove il 3 novembre parla al comizio per le vittime politiche. A dicembre tiene discorsi a Pavia, Vigevano e Santhià e il 28 febbraio 1908, dopo un giro di propaganda nel Biellese, è spedito a Napoli con foglio di via. Torna a Milano a luglio, collaboratore de «La Protesta Umana», e a dicembre è a Lugano, dove partecipa a riunioni in cui si decide di rafforzare la propaganda antimilitarista. Il 10 febbraio 1909 pubblica a Napoli «Il Diritto alla Vita», un numero unico che gli costa l’ennesima denuncia. A marzo fonda il gruppo libertario “Sorgete” e un giornale omonimo che esce il 3 agosto 1909, aderendo al comunismo anarchico, “sintesi sicura di quanto si diede all’umanità all’alba della storia: la libertà economica e politica”, inconciliabile con l’organizzazione “che fa agire una rappresentanza in nome della massa”; subito sequestrato, il giornale esce ancora per alcuni mesi col titolo di «Sorgiamo». Il 13 ottobre 1909, per protestare contro la condanna di Ferrer, fa esplodere un rudimentale ordigno in una chiesa, causando panico e danni, ed è arrestato. Tornato libero dopo cinque mesi, il 30 ottobre è condannato a quattro anni di carcere e due di vigilanza speciale per pubblica intimidazione, vilipendio al culto, e porto d’armi. In attesa della sentenza definitiva, partecipa alla vertenza dei tessili di Scafati, tenendo comizi alla CdL e invitando gli operai a resistere; il 21 novembre, dopo duri scontri, è accusato di complicità in mancato omicidio, ma esce dal carcere in pochi giorni. Nel marzo 1912, ottenuta la revoca della sorveglianza e la riduzione ad un anno e mezzo della condanna per l’attentato alla chiesa, diventa segretario della Lega dei portieri aderenti alla Borsa del Lavoro e il 18 agosto, giunto in questura per notificare uno sciopero, è arrestato e costretto a scontare la pena. Tornato libero nel 1914, fonda il “Circolo Popolare” e il 17 giugno 1915 pubblica «La Battaglia», di cui è direttore e proprietario. Arruolato in fanteria, nel 1917 è in trincea. Dopo la guerra torna all’attività sindacale, fondando una Lega degli inquilini, e nel 1922 è segretario della Lega dei panettieri. Benché arrestato nel 1924 per aver tentato di festeggiare il primo maggio, fa propaganda fino a novembre del 1926, quando finisce a Pantelleria per quattro anni di confino. Trasferito ad Ustica, nell’aprile 1927 contribuisce a dar vita ad un fronte unico antifascista che intende organizzare evasioni e favorire la rivolta contro il regime. Scoperto e denunziato al tribunale speciale per at­tentato alla sicurezza dello Stato, si fa dieci mesi di carcere ed è assolto per insufficienza di prove. Trasferito a Ponza, il primo febbraio 1930 è liberato per le gravi condizioni fisiche. Muore a Napoli il 28 dicembre 1931. (G. Aragno)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen. Archivio dello Stato - Napoli, Gabinetto di Questura, 1889-1901, b. 86 ter, f. “Federa­zione Socialista Napoletana”, b. 110, “Camerieri di caffè e ristoranti”.

Bibliografia: L. Bettini, Bibliografia dell’anarchismo, vol. 1 t. 1. Periodici e numeri unici anarchici in lingua italiana pubblicati in Italia (1872-1971), Firenze 1972, pp. 196, 223-224; R. Spadafora, popolo al confino. La persecu­zione fascista in Italia, Napoli 1979, pp. 512-13.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Gennaro e Nunzia De Martino

Bibliografia

2004

Persona

Collezione